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Pesca e scarto del pescato (12/12/2016)

Nella pesca industriale del pesce bianco si usano principalmente i filetti, mentre una quota intorno al 92% dei sottoprodotti non viene utilizzata.
Con la domanda mondiale di pesce in crescita e l'impoverimento costante delle riserve ittiche questo modo di operare evidentemente non è sostenibile, così come non lo è la pretesa di dare pesce di mare a tutti gli abitanti del pianeta.

Mentre il pescato dei piccoli pescatori che operano a livello locale viene utilizzato quasi integralmente perché non vi é né la necessità né spesso la possibilità di utilizzarne solo i filetti, quello per l'industria catturato dai grandi pescherecci che stanno in mare per diversi mesi pescando e lavorando immediatamente il prodotto, produce un notevole scarto che oggi finalmente si cerca di ridurre.

La più importante società norvegese che opera nella pesca, la Nordic Wildfish, assieme alla SINTEF, la maggiore organizzazione indipendente che si occupa di ricerca nei paesi scandinavi, hanno messo a punto una tecnologia per recuperare interamente il sottoprodotto della lavorazione del pesce.
Invece di scartare teste, lische e tutti gli altri scarti i ricercatori hanno trovato il modo di estrarne olio, aminoacidi e proteine.

Non sono sicuro che tutto ciò si tradurrà in metodi di pesca meno intensivi, ma potrebbe essere una buona notizia.

Per saperne di più
SINTEF
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Marco Dal Negro