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Anoressia
e la bulimia
Anoressia e bulimia sono malattie dell'amore
Perché il cibo diventa l'oggetto centrale in questa malattia? Che significati nasconde il digiuno dell'anoressica e la divorazione
bulimica?
Per cercare di rispondere a queste domande, pensiamo al pianto di un bambino. Quando un bambino piange, non lo fa solo perché ha fame, o meglio, con il pianto non domanda a chi si occupa di lui di dargli solo il cibo che placa la sua fame.
Nel pianto, che dobbiamo concepire come una domanda rivolta all'adulto, il bambino chiede anche la soddisfazione di un bisogno diverso da quello della nutrizione ma altrettanto vitale: quello di essere amato.
Il piccolo dell'uomo ha come bisogno fondamentale quello di essere amato.
Il bambino desidera che l'adulto, la madre, gli comunichi la sua presenza attenta, amorevole, capace di dargli la sensazione vera di essere amato, di essere importante ed unico per lui.
L'adulto, e in questo risiede gran parte di ciò che chiamiamo il prendersi cura di un bambino, deve essere capace di dare tutti e due questi oggetti, senza scambiare uno con l'altro. Se al pianto del bambino l'adulto risponde solo cercando di soddisfare la fame di cibo, dando cioè solo il suo seno, trascura gravemente l'altra parte della domanda, quella che chiede l'amore.
Nutrire non è amare.
Prendersi veramente cura di un bambino significa perciò essere in grado di dare insieme al nutrimento anche l'amore.
Sotto questa luce, possiamo pensare l'anoressia e la bulimia come un messaggio.
Lo sciopero della fame dell'anoressica ha il senso di essere un messaggio rivolto all'Altro attraverso il corpo. Questo messaggio esprime senza parole, ma attraverso il digiuno e la magrezza del corpo, un desiderio della persona anoressica profondo e frustrato: quello di essere trattato non solo come un tubo digerente, che si può riempire di cibo fino a colmarlo, ma come un soggetto che vuole essere amato.
L'anoressia è una forma di protesta per il modo con cui è stato trascurato, violato, dimenticato, il desiderio
d'amore
(Dott.Uberto
Zuccardi Merli, Dott.ssa Silvia Cavalli)
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