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Musica per i golosi

a cura di Francesca Mineo

 

 

 


Diana Krall

L'intervista

Lei dice di non essere una 'jazz vocalist', mentre il mondo del jazz si interroga, e non da oggi, se Diana Krall possa essere la nuova Ella Fitzgerald. Un crooner al femminile, insomma.
Il talento è indubbio. Pianista e cantante di origine canadese, Diana Krall sfida se stessa, 'ladies' e 'voices' del passato in dieci standard del jazz in un album, 'When I look in your eyes', che mantiene allure e glamour, quanto basta. Da "S'Wonderful" di Gershwin, a "Cry me a river" di Hamilton, a "The look of love" di Bacharach.

Diana Krall interpreta in tutta dolcezza brani senza tempo, ballate e bossa nova che riesce a rileggere con stile e con una certa personalità. Inoltre, per una jazz singer che piace agli aficionados del jazz ma anche a platee più ampie, si è offerto di lavorare come arrangiatore Jhonny Mandel, già presente in album di Frank Sinatra e Peggy Lee. 

Che dice? La paragonano a Ella Fitzgerald..
So benissimo di non essere una cantante come lei!!Tecnicamente, poi....! credo solo di mettere molto pathos nelle mie canzoni.

In questo disco è accompagnata dal suo quartetto e dalla London Symphony Orchestra. Come vive il suo ruolo, di fronte a musicisti suoi e a una 'istituzione della musica? 
Con molta riverenza! Tutto questo è nato perché volevo tentare, non tanto di misurarmi con qualcuno, quanto di dare nuova vita a brani classici.
Vorrei poter spingere le mie capacità tecniche - sapendo di essere una pianista di media capacità - con la forza delle emozioni, dell'interpretazione e della modulazione della voce. Inoltre, con musicisti di livello al mio fianco, vale la pena di compiere uno sforzo di questo tipo.

Come è arrivata alla musica?
Ho cominciato a studiare piano classico a quattro anni. Dopo molti anni di studio mi sono orientata verso il jazz.

La attirava maggiormente lo show-business?
No, in realtà sapevo di dovermi mantenere, e dunque i primi tempi suonavo nelle hall dei grandi alberghi o nei ristoranti. Avevl quindici anni, studiavo e suonavo nei week end.

Le non nega di essere la pupilla di Tony Bennet, devota a Frank Sinatra e Nat King Cole. Come è avvenuta la scoperta di questa musica e di questi interpreti, tanto da innamorarsene in questo modo? 
A casa dei miei genitori si ascoltava sempre Frank Sinatra, nat King Cole e Billie Holiday. Per molti anni il mio universo musicale era questo. Così ho conosciuti i grandi standards. Certo, il rock non mi dispiaceva, ma ero orientata verso la rock opera, come i Queen. Non trovavo nulla, nel repertorio contemporaneo, che avesse l'eleganza e la raffinatezza delle musiche di Gershwin.

Il successo è arrivato per lei abbastanza rapidamente. Le ha sconvolto la vita?
Io sono fondamentalmente una timida, il palco mi aiuta a esorcizzare tutto questo. Amo la vita semplice, nella natura. Certo ora sono in un turbine che devo governare, anche perché non pensavo di diventare nient'altro che una musicista. Il successo è stato un'opportunità che mi è capitata, ma certo una non si lancia nel jazz per diventare una star...

Ha composto anche per Clint Eastwood. Come mi siete incontrati?
A un festival jazz. Diceva di essere un mio fan e mi ha proposto di inserire un mio brano, 'Why should I care', in un suo film, 'True Crime' E' un uomo di grande talento, potrebbe essere un perfetto jazzman! 


 

 


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