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Un'altra faccia della Brexit (26/06/2016)

Il livore dei commenti dopo le elezioni nel Regno Unito è particolarmente pesante, con qualcosa di patologico, e ci viene generosamente elargito dalla maggior parte dei media e dei commentatori.
La reazione è stata violenta, scomposta, viscerale sia da parte di chi ha portato la situazione a questo punto perché detentore del potere vero, che da parte di quella fetta di popolazione che più è stata succube, quella che più ha creduto alle fiabe che le sono state raccontate, chi non ha mai conosciuto altra realtà ed è cresciuto con un'adeguata fragile immaturità, i più giovani, si fa per dire.

Il livore ha caratterizzato i potenti che hanno sbattuto la faccia contro un muro che nella loro miopia non avevano visto.

La brexit è frutto della miopia, di un delirio di onnipotenza di chi ha sottovalutato la gente delle isole, con la sua dignità e l'amore per la libertà, di chi non ha fatto i conti con l'istinto di sopravvivenza della maggioranza di un popolo, di quella parte che ha conosciuto il mondo e ha vissuto prima del processo di omogeneizzazione di massa attualmente in corso.

Più in generale la brexit è figlia di chi ha pensato di essere onnipotente, di essere dio, di poter non avere limiti, di chi non ha capito quando bisogna fermarsi, segno di un delirio di onnipotenza, di un limite dell'intelligenza, della capacità di comprendere, limite del quale non ha avuto coscienza.
Ma questa incapacità porta fatalmente a sottovalutare le altrui reazioni, di regola con risultati disastrosi per alcuni e di rigenerazione per tutti.

Normalmente a questa inconsapevolezza contribuisce anche una visione limitata della realtà, o se preferite la visione di un parte limitata della realtà, nella convinzione che sia tutta la realtà. Questa perdita di coscienza fatalmente porta ad esprimere giudizi sbagliati e le azioni che ne seguono portano dove abbiamo visto.

Forse la brexit è l'ultima possibilità di difendere la propria cultura, la libertà di essere come si vuole senza essere obbligati ad uniformarsi a canoni progettati altrove, da altri.

Ma colpisce anche vedere come tante persone siano pronte a rinunciare alla propria dignità. Hanno reagito male quanti si sono illusi che il modello di sviluppo "Torre di Babele" avrebbe portato loro benessere e prosperità, ma una occhiata alla storia, anche fugace, avrebbe chiarito che non funziona così.

Sono le vittime, i manipolati, perenni immaturi che non sopportano di dovere rispettare i diritti degli altri, un po' come scooter e biciclette che nel traffico cittadino pretendono di non dover rispettare persone e regole. Che se non permetti loro di tagliarti la strada all'improvviso senza preavviso ti aggrediscono, come bimbetti viziati cui nessuno ha insegnato le basi del vivere insieme, civile.

Brutta bestia l'estremo conformismo, quello per cui se non sei nella media sei malato, e come tale devi essere sottoposto a tutte le cure che ti permetteranno di rientrare nei parametri.
Guai a chi oserà pensare con la propria testa, avere idee proprie, peggio se originali! "Fatti foste per viver come bruti, non per seguire virtute e conoscenza" sentenziava il Sommo Poeta. O forse no.

Marco Dal Negro