Breve storia
Esculapio,
Ippocrate, Galeno, Paracelso...
sono solo alcuni dei grandi medici dell'antichità, medici "illuminati", colti
di filosofia, teologia, fisica... oltre che studiosi del corpo umano con le sue relazioni
col mondo della natura. Se si sfoglia un testo di "storia della medicina"
(occidentale) si nota come questi illustri medici del passato avessero da un lato una
comunanza riguardo la visione dell'essere umano inserito in un contesto naturale e dunque
influenzabile da questo, dall'altro invece una diversità di scuole di pensiero
estremamente variegata, sia per le cause delle malattie, sia per le conseguenti terapie.
Occorre aspettare la fine del XXVIII secolo e l'inizio del XIX per poter osservare un
linguaggio comune, conseguenza di idee e di una pratica clinica più omogenea e cioè da
quando l'anatomia, la fisiologia (studio delle funzionalità organiche), attraverso
l'introduzione del "metodo sperimentale" (quindi della verificabilità),
diventano scienze oggettive.
E' in questo periodo che si scopre la "cellula"
come essenziale mattone nella costruzione della vita umana, insieme però all'abbandono
dell'idea "animista" di energie sia cosmiche sia umane interagenti. Nasce dunque
la moderna medicina sempre più oggettiva e meno soggettiva, sempre più legata a
"cause - effetti" dimostrabili, sempre più tesa, nella cura delle malattie,
alla somministrazione di farmaci atti a debellare gli effetti distruttivi o disfunzionali
dei processi morbosi.
Attualmente la medicina si articola attraverso una metodologia
uniforme ovunque, comprendente una diagnosi
raggiunta attraverso un esame clinico medico supportato da esami di conferma diagnostica
con una conseguente terapia, in genere
farmacologica e/o chirurgica, unitamente a consigli di correzione di stili di vita errati,
cioè non consoni allo stato di salute e favorenti svariate malattie.
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