I casi di ictus a Londra, tra il 1995 ed il 2010 sono complessivamente calati, ma per giovani e neri sono aumentati, creando uno scenario futuro che preoccupa molto le autorità. Gli elementi di rischio sono comuni a tutti i paesi europei, Italia compresa.

I ricercatori del King’s College London hanno studiato i dati tratti dal South London Stroke Register, che si riferiscono a 350.000 persone: tra il dicembre 1995 ed il dicembre 2010 ci sono stati 4.245 primi ictus registrati e si è visto un calo del 39,5% dell'incidenza tra inizio e fine periodo: si è passati da 247 casi per 100.000 persone a 149,5.

L'età media dell'ictus è scesa da 71,7 anni a 69,6 anni, ma c'è stato un significativo aumento nella proporzione per il segmento 15-44 anni, dal 5,1% nel periodo 1995-1998 all'8,4% nel periodo 2007-2010, e dall'11,1% al 19,9% per le persone tra i 15 ed i 54 anni.
L'aumento del rischio per i giovani potrebbe essere ricondotto all'aumento del diabete mellito, dell'obesità e di alti livelli di colesterolo.

Anche per quanto riguarda i pazienti neri la proporzione è cresciuta, nello stesso periodo dal 16,6% al 25,6%. Le differenze legate all'etnia possono essere ricondotte a fattori di rischio come l'ipertensione ed il diabete mellito, ma anche a differenze culturali nella percezione della salute e del sistema sanitario, dell'esposizione ambientale, a fattori genetici, allo stato socioeconomico ed al tipo di educazione.

Da apparentemente positivo il trend diventa quindi preoccupante perchè porta a malattie croniche ed alti costi per il sistema sanitario nel futuro. Il Professor Tony Rudd, Co-author from King’s sottolinea che l'ictus è la seconda causa di morte nel mondo ed è quindi importante comprendere chiaramente le cause delle differenze trovate, in modo da gentire il fenomeno nel migliore dei modi.

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La ricerca completa:
Age and Ethnic Disparities in Incidence of Stroke Over Time
The South London Stroke Register

MDN