Alla Penn State Harrisburg University hanno studiato
quando e quanto messaggiano gli studenti di
quell'ateneo: età media poco sotto i 20 anni, 60%
ragazze, un questionario di 70 domande, in alcune
delle quali veniva anche chiesto di dare
informazioni su eventuali usi inappropriati dei
messaggi, in particolare riguardo 33 situazioni.
Ne è risultato che oltre 1/3 dei partecipanti ha
dichiarato di mandare più di 100 messaggi al giorno,
controllandoli 16 volte ogni ora.
Studi analoghi sono
stati realizzati in molte università con risultati
diversi, anche se non nella sostanza:
L'88% ha messaggiato al
ristorante con qualcuno.
L'80% lo ha fatto in bagno.
Tra il 75% ed il 95% al lavoro o durante una
lezione.
Il 70% al cinema.
Il 34% sotto la doccia.
Il 22% ad una funzione religiosa.
Il 7,4% mentre faceva sesso.
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Da un'altra ricerca si
vede che le comunicazioni con famiglia, amici e
partner avvengono:
Maschi: il 68% comunica
con le famiglie per telefono, l'83% con gli amici
messaggia, così come lo fa il 58% con i partner.
Femmine: il 38% alle
famiglie messaggia ed il 33% telefona, l'88% con gli
amici messaggia ed il 77% lo fa con i partner.
Alla domanda sugli
eventuali danni dall'uso dei social media le
risposte sono state:
per il 66% dei maschi
risposta positiva, danneggia le amicizie e 66%
negativa per i rapporti di coppia.
Per le femmine: 38% di
si per le amicizie e 55% per i rapporti di coppia.
Nella ricerca della Penn
University si preoccupano di verificare l'utilizzo
dei messaggi nelle situazioni non appropriate, anche
se mi sembra che si tratti di inappropriatezza
formale: in queste situazioni la regola dice che...
Poi si prende atto che per alcuni la regola è
cambiata e tutto diventa OK.
Si perchè sembra che la cosa più importante, la
priorità, nella cultura US, sia essere o non essere
nella norma, quale che sia. Moltissime ricerche
scientifiche, infatti, mirano a comprendere cosa è
giusto e cosa no, cosa è normale e cosa no, con un
bisogno ossessivo di definire le regole a cui
adeguarsi per poter dire di aver fatto la cosa
giusta, di essere normali.
Credo che il problema
dei messaggini sia invece più sostanziale che
formale, più legato al disinteresse ed alla quasi
totale mancanza di rispetto degli altri, salvo
andare fuori di testa quando si diventa "gli altri".
Se queste persone crescendo si rafforzeranno almeno
un po' ed inizieranno ad imporre il rispetto agli
altri, non permettendo, ad esempio, che al
ristorante la persona che ci sta davanti passi il
tempo allo smartphone (e non facendolo per primi),
forse ritroveranno piano piano il piacere dei
rapporti diretti, di persona.
In caso contrario
avranno tutte le ragioni del mondo per rifiutarsi e
rifiutare di avere rapporti diretti con persone così
infime, noiose poco interessanti, proprio come loro.
Nell'insieme emerge una
enorme fragilità che spesso sfocia nella dipendenza
da comunicazioni digitali, o meglio dalle conferme
che queste comunicazioni forniscono. Il bisogno di
ricevere conferme del proprio valore, dagli altri,
in questo modo tende a diventare ossessivo impedendo
anche di confrontarsi con le diverse realtà
circostanti, con la conseguente perdita di numerose
altre possibilità di ricevere le conferme di cui si
ha bisogno.
E come spesso accade con le tossicodipendenze anche
in questo caso c'è la tendenza ad immaginare che il
mondo sia sempre più circoscritto, sia sempre più
solo quello contenuto negli apparecchietti tenuti in
mano.
Un bel video che gira in rete invita connettersi con
chi ti sta davanti prima di farlo con chi sta dentro
lo smartphone.
Questa fragilità
patologica potrà poi rendere problematici i rapporti
di lavoro, cosa che avverrà continuando a mancare di
rispetto agli interlocutori. Se a scuola è permesso
nel lavoro e nella vita vera non lo è proprio. Ma
tutto si può imparare e tutto ha un prezzo, non
sempre solo in denaro.
Per saperne di più
Texting too tempting for college students even when
inappropriate
TEXT MESSAGING ETIQUETTE: AN EXPLORATION OF SOCIAL
BREACHES
Effects of Social Media and New Technology on
College Student’s Relationships
Chelsea Alcock - William Paterson University
Marco Dal Negro |