L'ansia può portare ad ingigantire le paure ed i
ricordi paurosi. La ricerca ha scoperto che questi
ultimi seguono percorsi cerebrali differenziati
quando richiamati dopo poco tempo e quando dopo
molto tempo.
Nel periodo immediatamente successivo alla creazione
del ricordo pauroso per ricordarlo i topi hanno
utilizzato un circuito cerebrale che va dalla
corteccia prefrontale (il centro esecutivo del
cervello) ad una parte dell'amigdala (l'area della
paura).
Source: Gregory Quirk, Ph.D., University of Puerto Rico School of Medicine
Dopo un po' di giorni il ricordo ha seguito un altro
percorso, dalla corteccia prefrontale ad una zona
del talamo, chiamata regione paraventricolare (PVT),
ma questa comunica con una parte centrale differente
dell'amigdala, che si occupa di orchestrare
l'apprendimento e l'espressione della paura.
I ricercatori ritengono che la regione
paraventricolare (PVT) possa servire ad integrare la
paura con altre risposte adattive come lo stress
rafforzando in questo modo il ricordo pauroso.
Nelle persone particolarmente ansiose qualsiasi
squilibrio nella regolazione del tempo legato al
ricordo pauroso potrebbe ingigantire quest'ultimo.
Pubblicità
La strada è ancora lunga ma si cominciano ad
intravedere le basi biologiche della paura
avvicinando lentamente il momento in cui sarà
possibile controllarla senza squilibrare il resto
della persona che la vive.
Vedi anche
Creazione di ricordi paurosi: è necessaria la
presenza di noradrenalina (15/12/2014)
Scoperti meccanismi cerebrali di reazioni emotive
(10/05/2013)
Il cervelletto controlla la memoria della paura
(18/06/2002)
Per saperne di più su ansia e depressione...
Per saperne di più
Do-Monte HF, Quinones-Laracuente K, Quirk, GJ.
A temporal change in a circuits mediating retrieval
of fear memory.
Nature, Jan. 19, 2015.
DOI: 10.308/nature14030
Penzo MA, Robert V, Tucciarone J, De Bundel D, Wang
M, Van Aeist L, Varvas M, Parada LF, Palmiter R, He
M, Huang ZJ, Li B.
The paraventricular thalamus controls a executive
amygdala fear circuit.
Nature, Jan. 19, 2015.
DOI: 10.1038/nature13978
NIH
Marco Dal Negro |