L'attività solare e le esplosioni che avvengono
sulla sua superficie, con il conseguento flusso di
radiazioni che ci arrivano, influiscono sulle
persone anche per diverse generazioni.
Gine Roll Skjærvø del Dipartimento di Biologia della
NTNU - NORGES TEKNISK NATURVITENSKAPELIGE
UNIVERSITET (Norwegian University of science and
Technology) ha studiato i dati anagrafici e le
variabili storiche della vita delle persone relativi
al periodo 1750-1900: a che età avevano avuto il
primo figlio, e l'ultimo, quanto tempo era passato
tra le diverse gravidanze, quanti figli erano
sopravissuti, quanti si erano sposati e quanti di
questi avevano avuto figli?.
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Gine Roll Skjærvø ha studiato i dati presenti nei
registri ecclesiastici riguardanti 9.000 persone.
Parte di questi dati è stata messa in relazione con
fattori ambientali, compresa l'attività del sole.
Skjærvø ed i suoi colleghi hanno scoperto che i
bambini nati negli anni nei quali vi era una forte
attività solare avevano maggiori probabilità di
morire rispetto a quelli nati in anni di scarsa
attività solare. Il ciclo dell'attività solare è di
circa 11 anni.
Mediamente l'aspettativa di vita dei bambini nati
negli anni di grande attività solare è risultata di
5,2 anni più corta rispetto a quella dei bambini
nati nei periodi di scarsa attività solare. La
maggiore differenza si è vista nella probabilità di
morire nei primi 2 anni di vita.
I bambini nati e sopravvissuti negli anni di
maggiore attività solare hanno manifestato la
tendenza ad avere meno figli rispetto agli altri.
Questa scoperta mostra che l'effetto delle
radiazioni UV (e non solo, n.d.r.) ha un effetto che
perdura nelle generazioni successive.
Le radiazioni UV possono avere un effetto positivo
sugli esseri umani per quanto riguarda i livelli di
vitamina D, ma può portare anche una diminuzione
della vitamina B9 (folato). E' noto che bassi
livelli di folato durante la gravidanza sono legati
con una maggior mortalità dei neonati.
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Lo studio della NTNU ha evidenziato che le famiglie
di livello socio-economico più basso erano più
influenzate dalle radiazioni, probabilmente perchè
nel periodo considerato i loro componenti passavano
un maggiore tempo all'esterno a lavorare,
principalmente i campi, e si nutrivano in modo più
povero.
I fatti che hanno influito su questi fenomeni sono
certamente stati molti, ma a conclusione del proprio
studio i ricercatori
ritengono di sconsigliare i bagni di sole in
gravidanza, soprattutto se si vogliono avere molti
figli.
Sono particolarmente interessate le persone con la
carnagione chiara che devono rapportarsi con il sole
delle zone più calde del pianeta con le dovute
cautele.
Per saperne di più
I risultati dello studio sono stati pubblicati il 7
gennaio 2015 su the Proceedings of the Royal Society
B con il titolo:
“Solar
activity at birth predicted infant survival and
women’s fertility in historical Norway.”
Marco Dal Negro |