Nei primi 10 anni dal 2000 c'è stato un forte
incremento delle prescrizioni di testosterone per
persona: del 1.000% negli Stati Uniti (analisi
parziale), del 4.000% in Canada, dove sono state
incluse anche le vendite delle farmacie online ed in
Europa dove l'andamento è in linea con i primi due
paesi.
In un recente studio i ricercatori hanno analizzato
i dati relativi a 19.215 pazienti con coaguli di
sangue e 909.530 uomini senza una storia di coaguli,
raccolti tra il 2001 ed il 2013 nel Regno Unito, per
determinare il rischio di tromboembolia venosa
associata con l'uso di testosterone nei maschi.
Lo studio ha mostrato che nei primi 6 mesi
dall'inizio delle somministrazioni di testosterone
gli uomini hanno avuto un rischio di coaguli nelle
gambe e nei polmoni maggiore del 63% rispetto a
prima di iniziare la terapia. Il rischio ha avuto un
picco a 6 mesi, per poi calare.
I livelli di testosterone diminuiscono con il
passare degli anni, accompagnati da sintomi quali
calo della libido, disfunzione sessuale, diminuzione
della densità ossea, disturbi dell'umore, riduzione
della massa muscolare ed affaticamento più facile.
Molti di questi sintomi possono essere originati
anche da altre cause come il diabete, la pressione
alta, problemi cardiaci o scompensi nella
funzionalità della tiroide.
Comunque milioni di uomini nel mondo, per curare
questi sintomi ricorrono al testosterone.
Secondo il Dr. Joao
Zambon, (non coinvolto in questo studio),
ricercatore alla Wake Forest University di
Winston-Salem, North Carolina, alcuni precedenti
studi ipotizzano una possibile relazione tra bassi
livelli di testosterone ed indurimento delle
arterie, problemi cardiaci e di coaguli.
Per saperne di più
Testosterone treatment and risk of venous thromboembolism: population based case-control study
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Marco Dal Negro |