Studiando un vaccino contro la malaria per le donne
in gravidanza alcuni studiosi scienziati hanno
creato la proteina che il parassita usa per aderire
alla placenta ed hanno aggiunto una tossina
scoprendo che la proteina era identica al
carboidrato trovato nelle cellule cancerose.
Mettendo insieme questa
proteina con questa tossina si crea un composto che
cerca le cellule tumorali, rilascia al loro interno
la tossina uccidendole. Il risultato, ottenuto da
studiosi della University of Copenhagen e della
University of British Columbia (UBC), è stato
verificato su cellule coltivate di topo con il
cancro e ne è stata data notizia in un articolo
pubblicato su Cancer Cell.
Ali Salanti del
Department of Immunology and Microbiology della
University of Copenhagen spiega che per decenni gli
scienziati hanno cercato le analogie tra la crescita
di un tumore e quella della placenta, un organo che
nel giro di pochi mesi cresce, partendo da poche
cellule, fino a pesare circa un chilo e fornisce
all'embrione ossigeno e nutrimento in un ambiente
relativamente estraneo.
In qualche modo i tumori fanno la stessa cosa,
crescendo in modo aggressivo in un ambiente
relativamente estraneo.
Studiando la funzione
del carboidrato nella placenta il gruppo di Ali
Salanti ha visto che contribuiva ad assicurarne una
crescita rapida, ma che lo stesso avveniva anche con
i tumori. Combinando il parassita della malaria con
le cellule cancerose si è visto che il parassita
reagiva alle cellule cancerose come se fossero una
placenta e ci si è attaccato.
Lavorando assieme gli
studiosi delle due università hanno verificato
migliaia di campioni, dai tumori cerebrali alle
leucemie, ed il quadro generale emerso indica che la
proteina della malaria è in grado di attaccarsi a
più del 90% dei tumori.
Il farmaco è stato verificato su topi ai quali erano
stati impiantati tre tipi di tumori umani.
Con il linfoma
non-Hodgkin i tumori curati nei topi si sono ridotti
ad 1/4 della dimensione di quelli del gruppo di
controllo.
Con il cancro alla
prostata i tumori sono scomparsi in 2 dei 6 topi
curati, ad un mese dalla prima dose.
Con tumore osseo
metastatico 5 topi curati su 6 erano vivi dopo 8
settimane, mentre nel gruppo di controllo erano
morti tutti.
A questo punto l'unico
elemento negativo sembrerebbe essere l'impossibilità
di utilizzare il farmaco durante la gravidanza.
Banalizzando Salanti
spiega che la tossina crede che la placenta sia un
tumore, la attacca e la uccide, esattamente come se
credesse che il tumore fosse una placenta.
Per i test ci vorranno
almeno ancora 4 anni e l'incognita riguarda come il
farmaco si comporterà nel corpo umano e se questo
potrà tollerarlo alle dosi necessarie senza produrre
effetti collaterali. I ricercatori sono comunque
ottimisti perchè la proteina si attacca solo al
carboidrato che si trova nella placenta e nei cancri
umani.
Per saperne di più
Targeting Human Cancer by a Glycosaminoglycan
Binding Malaria Protein
Link...
University of Copenhagen
Link...
University of British Columbia (UBC)
Link...
Marco Dal Negro |