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Cellule della retina da staminali pluripotenti trapiantate senza rigetto da soggetti diversi (21/09/2016)

Al RIKEN Center for Developmental Biology (CDB), in Giappone, sono riusciti a trapiantare cellule della retina derivate da staminali di un donatore senza avere problemi di rigetto, e lo hanno fatto senza farmaci immunosoppressori.


Allogeneic Transplantation of MHC Homozygote iPS-RPE Cells into Subretinal Space of Control and MHC-Matched Monkeys.
Transplantation of monkey iPS-RPE cells into the subretinal space in a control monkey (MHC mismatched) was performed without immunosuppression. Disc redness in a fundus photograph (upper left) and slight leakage from the disc in fluorescein angiography (FA, upper right) were observed at the 8-week (8W) evaluation.
(B) Transplantation of monkey iPS-RPE cells into the subretinal space in an MHC-matched monkey.
At 8 weeks (8W) after surgery, the results of color fundus photographs (upper left) and FA (upper right) revealed no inflammation.
Throughout the 6-month observation period, there were no rejection signs in the subretinal space or the retina. Scale bars in color fundus and FA, 1.0 mm.

La possibilità di rimpiazzare tessuti danneggiati con altri sani cresciuti in laboratorio sta diventando sempre più realtà: è già possibile riprogrammare cellule adulte in staminali e poi ri-differenziarle e farle riprodurre nelle cellule desiderate.

I ricercatori del RIKEN CDB diretti da Masayo Takahashi hanno cominciato i trial clinici di trapianto in persone anziane affette da degenerazione maculare senile.
Da cellule staminali pluripotenti sono stati fatti crescere fotorecettori della retina che sono poi stati trapiantati nella retina danneggiata del paziente. Per evitare il rigetto sono state usate cellule staminali pluripotenti dello stesso paziente.

Il metodo è efficace ma costoso e dai tempi molto lunghi.
Sunao Sugita, principale autore della ricerca, spiega che per fare diventare il trapianto una realtà concreta e diffusa è necessario trovare il modo di creare delle banche di tessuti derivati da cellule staminali pluripotenti già pronti e disponibili. Ma per non avere problemi di rigetto deve essere possibile operare una selezione tra le cellule disponibili in modo da trovare quelle compatibili, simili, che non generino rigetto.

 

E Sunao Sugita c'è riuscito, con le scimmie dopo sei mesi senza farmaci immunosoppressori le cellule selezionate non avevano prodotto nessun rigetto, mentre quelle non selezionate lo avevano generato.

In un secondo studio parallelo pubblicato assieme al primo su Stem Cell Reports, gli stessi ricercatori hanno ottenuto risultati analoghi, questa volta solo in vitro, sugli esseri umani.

Sembra proprio che si sia aperta la porta su di un nuovo mondo: secondo Sugita questo tipo di trapianti potrebbe diventare un trattamento standard entro i prossimi 5 anni.

Per saperne di più
Sunao Sugita, Yuko Iwasaki, Kenichi Makabe, Hiroyuki Kamao, Michiko Mandai, Takashi Shiina, Kazumasa Ogasawara, Yasuhiko Hirami, Yasuo Kurimoto & Masayo Takahashi, "Successful transplantation of retinal pigment epithelial cells from MHC homozygote iPS cells in MHC-matched models", Stem Cell Reports, doi: 10.1016/j.stemcr.2016.08.010.
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Sunao Sugita, Yuko Iwasaki, Kenichi Makabe, Takafumi Kimura, Takaomi Futagami, Shinji Suegami & Masayo Takahashi, "Lack of T-cell response to iPS cell-derived retinal pigment epithelial cells from HLA homozygous donors", Stem Cell Reports, doi: 10.1016/j.stemcr.2016.08.011.
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Marco Dal Negro