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Cardiochirurgia:
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Cardiochirurgia: operazioni più sicure con la metodica dell'Ospedale Santa Chiara di Trento
(22/03/2002)

E' in sperimentazione presso l'Ospedale Santa Chiara di Trento una innovativa metodica che permette di individuare in tempo reale le sofferenze del muscolo cardiaco durante un intervento di cardiochirurgia a cuore fermo. Attualmente è stata sperimentata su 19 persone sottoposte ad interventi chirurgici di sostituzione valvolare o di by-pass.
La metodica è stata messa a punto con la collaborazione dei ricercatori del Laboratorio di Biofisica e Biosegnali dell'Università di Trento e misura le eventuali sofferenze del cuore nel corso di un intervento a cuore fermo fornendo preziose informazioni sul numero e sulla durata delle somministrazioni di ossigeno da effettuare. Per meglio comprendere l'utilità di questa metodica è bene sapere che nel corso di queste operazioni viene somministrato al paziente sangue arricchito di potassio che paralizza temporaneamente il cuore; a distanza di 15 minuti al miocardio deve essere somministrato ossigeno per evitare una sofferenza cellulare; tale procedura viene ripetuta ad intervalli regolari per tutta la durata dell'intervento, tuttavia anche brevi periodi di apnea non sono esenti da pericoli.
Proprio per sopperire a queste eventuali "mancanze" è stato realizzato un sistema cha valuta in tempo reale la sofferenza cardiaca e permette di intervenire tempestivamente; una sonda utilizzata in pediatria neonatale è stata inserita all'interno di un'altra sonda che viene usata per somministrare la soluzione protettiva con sangue e potassio; considerato che nel corso degli interventi l'ossigenazione e l'acidità del muscolo cardiaco calano drasticamente, la nuova sonda è uno strumento straordinario poichè con essa si possono misurare non solo le modificazioni del cuore, ma anche rilevare quando l'acidità scende sotto il livello limite e determinare di conseguenza quando somministrare la soluzione anche in funzione del fatto che ogni cuore sviluppa un particolare debito di ossigeno non per forza uguale in tutti i soggetti.
La sonda neonatale utilizzata fino ad oggi ha un diametro di mezzo millimetro ed è costituita da sensori a fluorescenza che rilevano la concentrazione di ossigeno, di anidride carbonica ed il Ph nel sangue; inserita nella vena principale del cuore, essa rileva i segnali d'allarme che vengono poi veicolati da fibre ottiche e trasmessi ad un terminale computerizzato che elabora i dati dando vita ad un grafico. E' prevista in tempi brevi la realizzazione di una sonda specifica in sostituzione di quella pediatrica.


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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