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Trovato un nesso tra la lunghezza delle dita ed il rischio di tumore alla prostata (28/01/2011)

 

Lo studio è serio e la fonte attendibile: condotto da The University of Warwick and The Institute of Cancer Research (ICR) e pubblicato sul British Journal of Cancer, sostiene che gli uomini che hanno il dito indice più lungo dell'anulare hanno un terzo di probabilità in meno di sviluppare un cancro alla prostata rispetto a quelli che hanno l'anulare più lungo dell'indice.

Secondo il Professor Ros Eeles dell'ICR and The Royal Marsden NHS Foundation Trust, co-autore dello studio: "I risultati mostrano che la lunghezza relativa delle dita può essere usata come semplice test per il rischio di tumore alla prostata, particolarmente valido negli uomini sotto i 60 anni.
Associato ad altri parametri quali la familiarità o test genetici, può contribuire a selezionare le persone da sottoporre a controlli."

I ricercatori hanno intervistato più di 1.500 pazienti con cancro alla prostata, presso i The Royal Marsden NHS Foundation Trust in London and Surrey, Nottingham City Hospital e The Royal Hallamshire Hospitals in Sheffield, dal 1994 al 2009, assieme ad altre 3.000 persone sane, di controllo.
Agli uomini veniva mostrata una serie di immagini con diverse lunghezze di dita e veniva richiesto di indicare quella più simile alla propria mano destra.

Il modello più comune di lunghezza di dita, visto in più di metà degli uomini dello studio, era quello con l'indice più corto dell'anulare.
Gli uomini con le due dita lunghe uguali, il 19% circa, avevano il medesimo rischio di cancro, ma, quelli con l'indce più lungo, avevano una probabilità più bassa del 30%.
Il minor rischio, sotto i 60 anni arrivava all'87%.

Le lunghezze relative del dito indice e dell'anulare vengono determinate prima della nascita, e si ritiene che siano correlate con i livelli di ormoni sessuali ai quali è esposto il nascituro in grembo.

Meno testosterone corrisponde ad un dito indice più lungo.
I ricercatori ora ritengono che essere esposti a minori quantità di testosterone prima della nascita aumenti la protezione nei confronti di un successivo cancro alla prostata.

Si ritiene che ciò accada perché i geni HOXA and HOXD controllano sia la lunghezza delle dita che lo sviluppo degli organi sessuali.

Precedenti studi hanno trovato un legame tra l'esposizione ad ormoni in gravidanza e lo sviluppo di altre patologie, compreso il cancro al seno, (questo legato ad una più alta esposizione prenatale agli estrogeni), e l'osteoartrite (collegata all'avere il dito indice più corto dell'anulare).
Continua il Professor Ken Muir della University of Warwick: "I nostri studi indicano che i livelli di ormoni a cui sono esposti i bambini durante la gestazione hanno conseguenze nei decenni successivi.
La ricerca continua e noi speriamo di identificare altri fattori che possono essere coinvolti nella formazione di patologie."

Lo studio è stato finanziato dalla Prostate Action and Cancer Research UK.

Emma Halls, Chief Executive of Prostate Action conclude affermando che la ricerca ha fatto un altro passo un avanti nel determinare i fattori di rischio di tumore della prostata: molto rimane da fare, in ricerca ed educazione, per poter sperare di ridurre il numero di vittime di questa patologia.

Per saperne di più
http://www.icr.ac.uk/

(MDN)

 


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