Emergono nuovi dati da uno studio di Giovanni Fava ed Emanuela Offidani dell'Università di Bologna, pubblicato su Progress in Neuro-psychopharmacology and Biological Psychiatry.
Vi è una crescente consapevolezza del fatto che, in alcuni casi, l'uso prolungato di farmaci antidepressivi (AD) può incrementare la vulnerabilità biochimica nei confronti della depressione e peggiorarne l'esito nel lungo periodo
nonchè l'espressione sintomatica, diminuendo la sua probabilità di successiva risposta ai trattamenti farmacologici e la durata dei periodi senza sintomi.
E' stata effettuata un'analisi della letteratura riferita a potenziali effetti collaterali, durante trattamenti prolungati con farmaci antidepressivi.
Gli studi sono stati identificati elettronicamente utilizzando le seguenti banche dati: Medline, Cinahl, PsychInfo, Web of Science e the Cochrane Library.
In ogni banca data è stata fatta una ricerca dalla sua creazione fino all'aprile 2010, utilizzando le parole chiave: tolleranza, ritiro, sensibilizzazione, antidepressivi, cambiamento. In seguito, è stata fatta una ricerca manuale della letteratura psichiatrica alla ricerca di articoli che consideravano effetti paradossali dei farmaci antidepressivi.
E' stata trovate evidenza clinica del fatto che, sebbene efficaci nel trattare episodi depressivi, i farmaci antidepressivi sono meno efficaci nel trattare depressione ricorrente e nel prevenire ricadute.
In alcuni casi è stato descritto che gli antidepressivi avevano indotto eventi avversi come sintomi di astinenza alla sospensione, l'inizio di fenomeni di tolleranza e resistenza ed accelerazione dell'alternanza e dei cicli nei pazienti bipolari.
Sono anche stati riportati esiti sfavorevoli nel lungo termine ed effetti paradossali, come l'induzione della depressione ed il peggioramento dei sintomi.
Il prolungamento della terapia farmacologica può instaurare processi che si oppongono all'iniziale effetto acuto del farmaco. Quando termina il trattamento questi processi possono operare incontrastati almeno per qualche tempo, aumentando la facilità delle ricadute.
I farmaci antidepressivi sono indispensabili nel trattamento dei più importanti episodi depressivi, tuttavia la valutazione di eventuali reazioni di effetto contrario può fornire elementi utili per un'eventuale terapia di lungo termine e per il raggiungimento di risultati duraturi.
Per saperne di più
Informazioni bibliografiche
Fava GA, Offidani E. The mechanisms of tolerance in antidepressant action. Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry 35 (2011) 1593–1602.
Fonte
Journal of Psychotherapy and Psychosomatics
(MDN)
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