Uno studio condotto da ricercatori della Hebrew University ha trovato che può esserci una latenza molto breve, tra il tempo di esposizione e lo sviluppo di tumori, in lavoratori con compiti che comportano esposizione intensa o prolungata a campi elettromagnetici (EMFs).
Precedenti studi hanno descritto l'eccesso di rischio, di cancro, per
alte esposizioni legate ad incarichi professionali.
Tuttavia, nessuno si è occupato della brevità del periodo di latenza, legato all'alta esposizione.
Negli ultimi vent'anni 47 pazienti oncologici si sono presentati all'Unità di Medicina Occupazionale ed Ambientale, con un passato di occupazioni che hanno comportato diversi tipi ed intensità di EMFs. In 15 casi i periodi di latenza, tra l prima esposizione, e la diagnosi, sono stati inferiori ai 5 anni, e 12 con latenze tra i 5 ed i 10 anni.
Si verifica alta esposizione a campi elettromagnetici EMFs con
compiti relativi alla collocazione di apparecchiature radar, quando si deve stare seduti in veicoli con antenne ed apparati di trasmissione, portando fisicamente apparecchiature radio alla cintura o sulla schiena per tutto il giorno, o lavorando in uffici posti molto vicini ad antenne trasmittenti potenti, o in sale conferenze piene di apparecchi di trasmissione e di radio.
I periodi di esposizione ai campi elettromagnetici EMFs tra i gruppi di pazienti andavano dai 5 mesi ai 33 anni. In quasi tutti i casi le esposizioni erano
avvenute durante il servizio militare.
La maggior parte dei pazienti aveva vent'anni o poco più con periodi di latenza estremamente corti.
Nel gruppo di latenza inferiore ai 5 anni c'erano 5 cancri ematolinfatici e 9 tumori solidi che includevano testicoli, testa e collo (compreso il cervello), e tratto gastro-intestinale, compresi 2 con due cancri primari.
I modelli di latenza per i diversi tipi di tumori suggeriscono un modello coerente e biologicamente plausibile relazionabile con l'inizio dell'esposizione ai campi elettromagnetici EMFs.
il rapporto, recentemente pubblicato sul European Journal of Oncology, è stato redatto dalla dottoressa Dr. Yael Stein, researcher Or Levy-Nativ e dal Prof. Elihu D. Richter della Hebrew University's Braun School of Public Health and Community Medicine.
La dottoressa Stein sta preparandosi a sostenere il suo Ph.D su modellazione delle fonti di esposizione a campi elettromagnetici e penetrazione all'interno del corpo.
Lloyd Morgan dell' Environmental Health Trust, un gruppo di controllo scientifico statunitense, ha scritto: "L'importanza di questo rapporto non può essere sopravvalutata. Suggerisce la necessità di un cambiamento verso un nuovo paradigma, cioè
che le radiazioni non ionizzanti possono essere
cancerogene come le radiazioni ionizzanti".
Lo studio sottolinea la necessità di comprendere meglio la potenza cancerogena dei campi elettromagnetici e le misure che sono necessarie per proteggersi da questi.
Ha scritto il Prof. Richter, in una lettera al Procuratore Generale di Israele: "Questi giovani uomini e donne sono gli occhi e le orecchie della nazione. I nostri risultati chiariscono come proteggere quelli che ci stanno proteggendo. Questo significa riconoscere i loro rischi ora, ed operare per proteggerli dalle alte esposizioni a radiofrequenza/microonde.
Per saperne di più
The Hebrew University of Jerusalem
(MDN)
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