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Cos'è il West Nile Virus (24/08/2012)

 

Modificato il 10/09/2012

Dal sito del Ministero della Salute - Sanità animale

La malattia
La West Nile Disease (WND) è una malattia infettiva di origine virale non contagiosa, trasmessa da insetti vettori (varie specie di zanzare). La WND è una zoonosi e l’uomo si infetta attraverso la puntura di zanzare infette, che hanno assunto a loro volta il virus da uccelli (ospiti principali) in fase viremica (fase in cui il virus è presente nel sangue circolante).
Il virus, quindi, si trasmette nelle popolazioni di uccelli selvatici sino a quando, in condizioni ecologiche favorevoli, può trasferirsi dalle zanzare agli uomini ed agli equidi che rappresentano gli ospiti a fondo cieco dell’infezione.

Insetti vettori
Una delle peculiarità di questo virus è la possibilità di essere trasmesso da varie specie di zanzare. I vettori principali sono alcune specie di zanzare ornitofile (che si cibano sugli uccelli), appartenenti al genere Culex. In Europa il virus è stato isolato da 8 specie di zanzare ed i principali vettori riconosciuti sono Culex Pipiens, Culex Modestus e Coquillettidia richiardii. In particolare Culex pipiens è considerato il vettore più competente nella trasmissione del virus in Europa.

Uccelli
Gli uccelli sono gli ospiti vertebrati principali del virus della West Nile. Alcune specie di uccelli hanno un ruolo decisivo nel mantenimento dell’infezione, fungendo da reservoir ed amplificatori del virus. Il ruolo delle diverse specie di uccelli nel mantenimento dell’infezione è stabilito sulla base della frequenza con cui il virus è isolato da queste specie animali, dai risultati di studi sierologici e della dimostrazione sperimentale dei livelli di viremia e della sua durata riscontrati negli animali.
Gli studi effettuati sul ruolo delle varie specie di uccelli indicano che le specie di
Passeriformi (come ad esempio gazze, corvi, ghiandaie, passeri, fringuelli, merli) sono tra quelle maggiormente coinvolte nel mantenimento dell’infezione.

Equidi
La maggior parte dei casi di WND negli equidi decorre in modo asintomatico. Circa il 10% degli equidi infetti manifesta sintomatologia nervosa; i sintomi nervosi più caratteristici e presenti nei casi conclamati sono anomalie dell’andatura con vario grado di atassia (da lieve a grave) e debolezza degli arti posteriori, talvolta con coinvolgimento di uno o entrambi gli arti anteriori.
La maggior parte dei soggetti interessati dalla patologia tende a guarire, ma gli equidi colpiti
gravemente manifestano paresi/paralisi ascendente che evolve rapidamente in tetraplegia con conseguente impossibilità dell’animale a mantenere la stazione In alcuni casi si ha interessamento dei nervi cranici con conseguente mancanza del riflesso palpebrale bilaterale, spasmo facciale, ptosi labiale, paresi della lingua, disfagia, cecità.

Uomo
L’uomo ed i cavalli sono considerati ospiti terminali a fondo cieco dell’infezione, in quanto non sviluppano una viremia tale da infettare i vettori e contribuire così alla prosecuzione del ciclo di trasmissione.
La viremia che inizia pochi giorni dopo l’infezione, precede la sintomatologia clinica ed è di breve durata (circa 5-6 giorni).

Dal sito del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute - Epicentro

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Diagnosi

La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

Prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.

Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

- usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto

- usando delle zanzariere alle finestre

svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante

- cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali

- tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

( MDN )


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