Ricercatori
dei National Institutes of Health e dei loro colleghi hanno identificato il reale
meccanismo benefico del resveratrolo, componente del vino e di altre piante, di cui si è molto parlato.
Il passaggio forse più importante sta nell'aver identificato l'azione indiretta, e non diretta come a volte ritenuto, grazie alla quale il resveratrolo svolge la sua azione antiossidante, e quindi, in qualche modo, anti invecchiamento.
La scoperta ha rilevanza perché del resveratrolo si è parlato molto, così come di cibi e bevande che lo contengono, come il vino rosso, al punto di diventare la base di preparati venduti dalle compagni farmaceutiche.
Jay H. Chung, M.D., Ph.D, responsabile del Laboratory of Obesity and Aging Research at the NIH's National Heart, Lung, and Blood Institute, che ha diretto la ricerca, spiega che il resveratrolo ha potenziale terapeutico nei confronti di diverse patologie,
come il diabete di tipo 2, il morbo di Alzheimer e patologie cardiache, ma prima che i ricercatori possano trasformare questa sostanza in una medicina sicura ed efficace devono
conoscere esattamente come opera nelle cellule.
Secondo Chung il resveratrolo nella sua
forma naturale interagisce con molte proteine e non sono noti tutti gli eventuali effetti. Ricorda anche che negli studi più convincenti sugli esseri umani, sono stati utilizzati dosaggi di 1 gr. di resveratrolo al giorno, che corrisponde a quello mediamente contenuto in 667 bottiglie di vino.
Lo studio conferma perciò gli effetti benefici, invitando ad approfondire quelli negativi ed evitando facili superficiali entusiasmi. Il che non mette in dubbio l'affermazione che un bicchiere di buon vino rosso al giorno, in persone mediamente sane, fa più bene che male, proprio perché non contiene solo resveratrolo. E qui il discorso si allarga, forse troppo.
Per saperne di più
www.nih.gov.
(MDN)
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