La maggior parte degli uomini che si operano alla prostata può mantenere la
capacità di raggiungere l'orgasmo se l'operazione viene effettuata senza rimuovere i nervi che circondano la prostata come un'amaca. La notizia è in uno studio pubblicato sul numero di febbraio 2012 del giornale di urologia
BJUI.
Auguste
Rodin, Il bacio, 1888-1889, marmo, Parigi, Museè Rodin
Ricercatori americani della Cornell University di New York hanno studiato 408 pazienti che hanno subito un intervento robotizzato di
prostatectomia radicale laparoscopica, da un unico chirurgo, tra gennaio 2005 e giugno 2007, si sono concentrati su quelli che erano in grado di raggiungere l'orgasmo prima
dell'operazione e li hanno seguiti per 3 anni.
Nel 91% dei casi in cui il tumore non aveva interessato i nervi di entrambi i lati che quindi erano stati risparmiati dall'intervento, i pazienti hanno mantenuto la stessa capacità di raggiungere l'orgasmo che avevano prima. La percentuale scende all'82% per quelli che hanno conservato i nervi di uno dei due lati ed al 61% per quelli a cui erano stati rimossi tutti i quasi tutti i nervi. Nel caso in cui i nervi erano stati eliminati completamente veniva tentata una ricostruzione congiungendo i punti dove erano stati recisi. A spiegarlo è il Dr. Ashutosh Tewari, direttore del Prostate Cancer Institute and the LeFrak Robotic Surgery Center al Weill Cornell Medical College.
E' noto che l'operazione "a cielo aperto" danneggia alcuni nervi pelvici e solo il 22% dei pazienti mantiene la funzione orgasmica.
Questo studio fornisce dati, fino ad ora mancanti, su ciò che succede con l'operazione in
laparoscopia.
I 408 pazienti che hanno preso parte allo studio, prima dell'intervento erano in grado di avere rapporti sessuali, con un punteggio di 60 o più nella scala dell'International Index of Erectile Function, e di raggiungere l'orgasmo.
Il 54% di questi aveva meno di 60 anni e gli altri più di 60 anni.
Alla maggioranza dei pazienti, il 74%, sono sono stati risparmiati i nervi di entrambi i lati, al 13,5% è stato risparmiato un lato ed al 12,5% sono stati asportati tutti o quasi tutti i nervi in oggetto.
L'88% degli uomini sotto i 60 anni erano in grado di raggiungere l'orgasmo dopo l'intervento. La maggioranza,l'80% aveva lo stesso orgasmo, il 6% un orgasmo ridotto, il 2% un orgasmo migliore e lo 0,5%
riferiva di raggiungere l'orgasmo in un tempo più breve rispetto a prima dell'intervento. Il restante 12% non poteva
raggiungere l'orgasmo.
La percentuale di orgasmi era maggiore negli uomini sotto i 60 anni, con il 93% con tutti i nervi mantenuti, l'83% solo da una parte ed il 65% quando i nervi erano stati asportati da ambedue le parti.
Dopo l'intervento l'85% degli uomini sotto i 60 anni riusciva ad avere rapporti sessuali dopo l'intervento ed il dato saliva al 90,5% quando erano stati mantenuti i nervi di ambo i lati.
Per quanto riguarda gli uomini di età superiore ai 60 anni l'83% era in grado di raggiungere
l'orgasmo dopo l'intervento, la maggioranza dei quali, l'80% aveva lo stesso orgasmo, il 2% lo aveva in tono minore , lo 0,5% riferiva che era migliorato, lo 0,5% che era anticipato ed il 17% non riusciva più a raggiungerlo.
Il 77% degli ultra sessantenni erano in grado di avere rapporti sessuali dopo l'intervento ed il dato saliva all'82% quando erano stati mantenuti i nervi di ambo i lati.
Dei pazienti che raggiungevano l'orgasmo dopo l'operazione 156 hanno poi completato un questionario da cui è emerso che l'82% ha dichiarato che il proprio livello di soddisfazione era alto o molto alto, il 10% lo definiva moderato ed il 7% basso. Solo il 3% riportava un orgasmo con dolori.
Il Dr Tewari conclude sottolineando che questa è la più ampia analisi della funzione orgasmica nella letteratura che riguarda gli interventi
robotizzatii di prostatectomia ed offre una base di informazioni di cui i chirurghi possono parlare con i pazienti che dovranno essere sottoposti all'intervento alla prostata.
Pagina dell'orgasmo
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Per saperne di più
Nerve sparing can preserve orgasmic function in most men after robotic-assisted laparoscopic radical
prostactectomy. Tewari et al. BJUI.109, pp596. (February 2012)
doi:10.1111/j.1464-410X.2011.10402x
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(MDN)
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