SALUTE DEPRESSIONE SESSUALITA' CAPIRSI GRAFOLOGIA GOLA AMBIENTE MUSICA RIDERE MIX VIDEO CERCA



Home page

Ultime news

Archivio news

In caso di...

Per saperne di più...

Medicina
occidentale

Medicine
complementari

Medicina cinese
e agopuntura

 

Omeopatia

 

Fitoterapia

 

Chi è

Links

E-mail

Cerca nel sito

 

Per conoscere la psicosomatica:

Italiano - English

 


Solitudine: la componente cerebrale (08/11/2012)

 

Ricercatori della University College London hanno scoperto che alcune persone afflitte dalla solitudine hanno una minore quantità di materia grigia in una zona del cervello associata con la decodifica degli sguardi e di altre comunicazioni legate ai rapporti sociali.

Pubblicato sul giornale Current Biology lo studio ipotizza che attraverso un opportuno addestramento le persone possano migliorare la percezione degli altri, e quindi essere meno soli.

Il Dr Bahador Bahrami (UCL Institute of Cognitive Neuroscience) chiarisce che dallo studio non è possibile stabilire se la solitudine sia qualcosa di legato al corpo o all'ambiente ma sostiene che potrebbe essere possibile che le persone con una scarsa capacità di interpretare i segnali i comunicazione sociale abbiano problemi di rapporti con gli altri e ciò potrebbe portare alla solitudine.

Ovviamente il problema è assai più complesso, ma certamente, se mancano i parametri per interpretare il comportamento degli altri, possono sopraggiungere isolamento e solitudine. Possono, ma questa è solo una con-causa, perchè la difficoltà di interpretazione dei comportamenti potrebbe essere legata molto più a situazioni e fattori ambientali: pensiamo solo ad una persona che va a vivere in un altro paese dove le regole di comportamento sono molte diverse. Se non adeguatamente preparata ed istruita in merito, avrà sicuramente problemi di solitudine, indipendentemente dalla dimensione delle varie aree cerebrali, così come avviene per chi vive in realtà sociali ed ambientali molto chiuse, quando ne esce ed impatta realtà diverse.

Ma probabilmente i ricercatori della UCL si riferivano solo ad una parte delle persone affette da solitudine, quelle appunto con una particolare area del cervello meno sviluppata.

Quando hanno iniziato la ricerca gli studiosi si aspettavano di trovare un collegamento tra solitudine e le aree del cervello legate alle emozioni ed all'ansia, ma non è stato così.
Il Dr Ryota Kanai (UCL Institute of Cognitive Neuroscience) sostiene che ciò che è stato trovato rappresenta la base neurologica della solitudine.

Per capire meglio la posizione dei ricercatori vediamo come hanno realizzato lo studio.
Per vedere come le differenze tra le diverse solitudini si riflettono nella struttura delle regioni cerebrali associate con i processi dei comportamenti sociali, il gruppo di ricerca ha scansito i cervelli di 108 adulti sani che sono stati sottoposti ad alcuni test.
La solitudine è stata dichiarata dagli stessi partecipanti e misurata con la scala del questionario sulla solitudine della UCLA.
Controllando le scansioni cerebrali i ricercatori hanno scoperto che gli individui solitari avevano una massa cerebrale grigia inferiore nella zona del solco temporale superiore posteriore (pSTS), che è coinvolta nella percezione sociale di base e nel movimento degli occhi di chi abbiamo davanti, confermando che la solitudine è associata ad una difficoltà nell'elaborazione dei messaggi sociali. Questo per quanto riguarda i 108 adulti che hanno partecipato a questo studio.

Per misurare la percezione sociale, ai partecipanti sono stati mostrati tre volti su di uno schermo ed è stato richiesto di valutare quale aveva gli occhi non allineati e dove stavano guardando, se a destra o a sinistra. Le persone solitarie hanno avuto maggiori difficoltà nello stabilire la direzione dello sguardo confermando il legame tra solitudine, dimensione del pSTS e percezione dello sguardo.

Quindi, conclude il Dr. Kanai, aiutando le persone affette da solitudine a leggere in modo più corretto i messaggi sociali che arrivano dal mondo circostante si potrebbe contribuire a migliorare la situazione, e la strada potrebbe essere anche quella di un'app per smartphone.

Per saperne di più
Brain Structure Links Loneliness to Social Perception

University College London

( Marco Dal Negro )


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

Aggiungi questo sito ai tuoi preferiti
(aggiungi segnalibro):
premi il tasto  Ctrl   assieme al tasto  D


Home di mybestlife.com - Salute - Sessualità - Gola - Depressione - Capirsi - Musica - Grafologia - Ambiente - Per saperne di più - Viaggi: tutto in una pagina - Meteo - Ridere - Mix

Cerca nel sito

Chi siamo e come contattarci

Copyright © 1998/2015 mybestlife.com tutti i diritti sono riservati eccetto quelli già di altri proprietari.

  

 




 



 

“”