Uno
studio USA mostra che un importante parte
dell'abbigliamento per bambine venduto nel paese è
sessualizzato, propone cioè una immagine con
contenuti e stimoli sessuali per le pre-adolescenti.
Forse molti non se ne sono accorti, ma questa
tendenza è assieme sintomo e causa di cambiamenti
culturali che stanno arrivando anche da noi.
Mini-sottoveste su modella adulta
Le ricercatrici che
hanno realizzato lo studio si domandano se i
fabbricanti di abbigliamento infantile non stiano
contribuendo a far diventare le giovanissime oggetti
sessuali.
Secondo lo studio fino al 30% dell'abbigliamento per
ragazzine disponibile online negli US è sexy o
sessualizzante. Lo studio è stato realizzato da
Samantha Goodin, una ex-studentessa del Kenyon
College (Ohio, USA), membro del gruppo di
ricerca diretto dalla professoressa Sarah Murnen,
Docente di Psicologia al Kenyon College.
Secondo le ricercatrici questa tendenza ha serie
implicazioni nel modo con cui le ragazze valutano sé stesse in
linea con un modello sessualizzato di attrattività
fisica femminile ed impone loro di confrontarsi sul
tema dell'identità sessuale in età molto precoce.
Nelle culture occidentali le donne sono spesso
rappresentate come oggetti sessuali e questo porta
allo sviluppo di di una auto-oggettificazione, nella
quale ragazze e donne interiorizzano questi
messaggi ed arrivano a vedere i propri corpi come
oggetti da valutare secondo rigidi standard, spesso
sessuali, di capacità di essere attraenti. Pensando
agli effetti negativi legati all'auto-oggettificazione, come l'insoddisfazione per il
proprio corpo, la depressione, la sfiducia e la
bassa autostima, le ricercatrici
hanno guardato all'abbigliamento come un elemento
sociale che può contribuire alla auto-oggettificazione delle pre-adolescenti.
Le autrici hanno esaminato la disponibilità dei
vestiti sessualizzanti, disponibili per ragazzine,
nei siti dei 15 negozi più popolari negli US. Sono
ritenuti sessualizzanti i vestiti che rivelano o che
sottolineano parti sessuali del corpo, che hanno
caratteristiche associate con l'essere sexy o che
contengono scritte allusive con risvolti
sessuali, ed hanno anche guardato se vi erano
componenti tipici dell'abbigliamento infantile.
Considerando l'insieme dei negozi, sono stati
studiati 5.666 articoli di abbigliamento dei quali
il 69% aveva solo caratteristiche infantili e, del
31% rimanente, il 4% aveva solo caratteristiche
sessualizzate, il 25% entrambe le caratteristiche,
sessualizzate ed infantili, ed il restante era
neutro.
Lo studio ha messo in evidenza una zona di ambiguità
dell'abbigliamento infantile, cioè ricordiamo per
bambine in fase pre-adolescenziale, dove con le
caratteristiche dei vestiti per l'infanzia sono
mischiate quelle sessualizzanti. Se da una parte
questo rispecchia una realtà che è quella di un
processo di anticipazione della maturazione
sessuale, anche fisica, in atto, dall'altra hanno
ragione le autrici dello studio a dare una sveglia
ai genitori perchè prendano coscienza di un fenomeno
che è in corso, quello della sessualizzazione dell'abbigliamento,
che toglierà più che dare alle future donne,
contribuirà a limitare la loro libertà, la capacità
di comprendere e contribuirà a costruire quella
cultura e quei modelli di comportamento e di ruoli
che sono alla base della violenza sulle donne.
Per saperne di più sullo studio
Goodin S et al (2011). "Putting on" sexiness: a
content analysis of the presence of sexualizing
characteristics in girls' clothing. Sex Roles;
DOI
10.1007/s11199-011-9966-8
Kenyon College
(MDN)
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