Le notizie che riguardano la carne, quale bisogna
mangiare, quanta, con che frequenza, sono spesso
contraddittorie, anche perché riferiscono notizie
che vengono da altri paesi, con altre abitudini, e
le conclusioni a cui arrivano, spesso non sono
applicabili alla nostra realtà.
Facciamo subito un esempio.
Quando ci si dice che si mangia troppa carne e si
deve diminuirne la quantità bisognerebbe anche dire
da dove partiamo e dove sarebbe bene arrivare. Ma
normalmente non succede.
Proviamo a partire da una recente ricerca della
Harvard School of Public Health (HSPH), USA, che ha
mostrato un'associazione tra consumo di carne rossa
ed un alto rischio sia cardiovascolare che di
tumore. E' stato verificato che sostituendo parte
della carne rossa con altre fonti di proteine come
il pesce, il pollame, noci ed altri frutti da
guscio, e legumi, vi era un calo del rischio.
Ma di cosa stiamo parlando, di che quantità?
Cominciamo a definire il termine "porzione",
normalmente utilizzato quando si parla di
alimentazione. Per i ricercatori USA una porzione
corrisponde a 85.05 grammi di carne, non lavorata
industrialmente, oppure un hot dog o due fette di
pancetta affumicata.
E' ritenuto uno che mangia poca carne, chi ne mangia
mezza porzione, 42,5 gr., o meno, al giorno, o tutti
i giorni o come media tra vari giorni.
I grandi mangiatori di carne rossa di questo studio
sono quelli che ne mangiano due o tre porzioni, cioè
da 171 a 256,5 grammi al giorno, o tutti i giorni o
come media tra vari giorni.
Il consiglio finale è quello di restare entro i 250
grammi, circa, di carne rossa alla settimana.
Ma se ci fermiamo qui rischiamo ancora di non aver
capito bene, perché la carne rossa a cui fanno
riferimento i ricercatori è quella allevata negli
Stati Uniti, dove le regole che riguardano le
sostanze che possono essere somministrate alle
bestie durante l'allevamento sono molto meno
cautelative di quelle che abbiamo in Europa. Non
solo.
La ricerca evidenzia in modo deciso che la carne
trattata industrialmente è più dannosa di quella
fresca. Parliamo di tutta quella carne che non avete
comprato, preparato e cucinato da voi, ma che era
già stata in qualche modo lavorata, additivata,
trattata per conservarla meglio, per fare meno
fatica a casa, o averla già pronta, condita,
insaporita e magari già cotta.
La ricerca ha mostrato che, la carne rossa,
specialmente quella trattata industrialmente,
contiene sostanze come il ferro eme, i grassi
saturi, il sodio, i nitriti ed altre sostanze
cancerogene che si sviluppano durante la cottura,
che aumento il rischio di patologie croniche come
problemi cardiovascolari e cancro.
La moderazione,perciò,deve essere intesa nelle dosi
indicate, e riferendosi alla carne rossa, mentre per
gli altri tipi di carne andrebbero comunque fatti
discorsi a parte. Resta l'indicazione di moderare le
quantità di qualsiasi cibo, privilegiando la
varietà: cambiare tipo di carboidrati, cambiare tipo
di verdura, di carne, di pesce, di frutta, di zona
di produzione, di produttore, ecc... in modo da
limitare l'accumulo di singole sostanze dannose e da
assumere tutta la complessa gamma di nutrienti che
sono necessari all'organismo per mantenersi in
equilibrio e per difendersi dalle aggressioni e
dagli eventuali eccessi.
Autori
Oltre a Frank Hu che ha diretto lo studio e che è
professore di alimentazione e di epidemiologia alla
Harvard School of Public Health (HSPH), hanno
collaborato Qi Sun, Adam Bernstein, JoAnn Manson,
Meir Stampfer, and Walter Willett.
Per saperne di più
Lo studio è online in Archives of Internal Medicine
on March 12, 2012:
“Red Meat Consumption and Mortality,”
An Pan, Qi Sun, Adam M. Bernstein, Matthias B.
Schulze, JoAnn E. Manson, Meir J. Stampfer, Walter
C. Willett, Frank B. Hu, Archives of Internal
Medicine, online March 12, 2012
Link...
Marco Dal Negro
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