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Anoressia
I paradossi del corpo nell'anoressia
Nell'anoressia il corpo magro diventa un segnale. Diventa un canale attraverso cui richiedere una attenzione speciale e particolare. Il corpo occupa il centro della scena, al posto dei sentimenti effettivi, terribili e angosciosi che la persona può provare. Il corpo diventa visibile nella sua distruzione, diventa mezzo di espressione di sé. Il corpo diventa rivelatore di una sofferenza.
Ma nell'anoressia la magrezza annulla il corpo. Nell'anoressia si trova un programma di eliminazione del corpo così spietata che può condurre alla eliminazione più radicale, la morte. Il corpo come segnale e il corpo come un cumulo di ossa si trovano congiunti nel programma anoressico. E' un paradosso.
L'anoressia è stretta in questo paradosso: il corpo manifesta la mia sofferenza; il corpo non è nulla. Si può dire che questo paradosso sia il teorema fondamentale dell'anoressia nervosa. Chi soffre di anoressia vive dunque questa condizione paradossale; e chi la studia o cerca di aiutare la persona anoressica deve sapere che questo paradosso non si elimina con un colpo di spugna. E' essenziale.
Il paradosso fondamentale dell'anoressia è dunque che la persona cerca di sparire, cerca cioè di annientarsi e di non-essere; cerca di essere nulla e nelle forme estreme ci riesce. Ma nello stesso tempo, paradosso!, attira l'attenzione di tutti, perché il suo corpo la sta conducendo verso la morte. Cosa vuole dunque l'anoressica, esserci o sparire, diventare invisibile o essere al centro dell'attenzione? Tutti questi paradossi sono l'effetto di una difficoltà fondamentale, dipendono da un blocco fondamentale: un blocco a livello della parola. E' certamente questo blocco su cui le persone che vogliono occuparsene devono concentrarsi. Blocco della parola, non della funzione nutritiva.
Da una parte c'è una domanda rivolta all'Altro. Dall'altra parte non c'è proprio nessuna domanda, perché nulla potrebbe rispondere all'esigenza fondamentale, intima e specifica della persona che soffre di anoressia. La sofferenza del corpo di cui si tratta non è infatti qualcosa di superficiale, ma esprime una sofferenza intima, duratura, profonda, inscritta nella carne dell'essere della persona.
L'anoressia è fondata proprio su questa intima congiunzione tra una domanda che è quasi assoluta e che se avesse risposta salverebbe la persona dal vuoto della morte, e una domanda che è quasi impossibile. Tra volere tutto e volere niente, si situa interamente la questione del corpo nell'anoressia.
(Dott.
Luigi Colombo)
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