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Violenza sulle donne, e non solo (25/11/2015) |
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La violenza è parte della natura umana e deve essere controllata e gestita per permettere che i rapporti tra le persone portino a vivere bene. L'apprendimento di questa capacità è alla base della convivenza sociale, inizia con la nascita e prosegue attingendo ai modelli forniti dall'ambiente circostante. La chiave per raggiungere l'obbiettivo è il rispetto reciproco, dove sia rispetto che reciproco sono condizioni necessarie e non singolarmente sufficienti. Se un giovane su tre ritiene che la violenza all'interno della coppia sia un fatto esclusivamente privato è perchè lo ha imparato dall'ambiente circostante che prima di tutto, per alcuni anni è stato essenzialmente la famiglia, e i dati delle diverse indagini mostrano che proprio gli adulti che hanno trasmesso i modelli di comportamento e le scale di valori sono i primi ad avere il problema. Ma ogni volta che con fenomeni complessi si semplifica troppo ci si illude di comprendere la realtà che invece è diversa dalla fantasia che ci siamo fatti. Bisogna sintetizzare, si, ma non fare di tutte le erbe un fascio semplificando ciò che è complesso. La conferma viene anche scorrendo le indagini e trovando che, giustamente, per violenza si intendono tutti i tentativi di forzare la volontà altrui, ma a volte troviamo atteggiamenti che sconfinano nella patologia psichiatrica come quando si vede la violenza in un complimento, che magari intende essere solo tale, o in una battuta priva di intenti prevaricatori. Voglio citare un esempio reale e paradossale che potrà fare indignare qualche fariseo/a.
Sono in una strada del centro della città e vedo una
giovane donna dal corpo particolarmente bello. Se vai in giro in leggins che sottolineano in modo più o meno marcato il tuo corpo, lo esponi allo sguardo di chi passa e non è razionale né ragionevole pretendere non sia guardato, specie da chi non ci è abituato. Non si può dire, come spesso capita, che l'esposizione è indirizzata solo ad alcune persone e non ad altre. Ma deve finire lì, fermarsi allo sguardo. Le norme di comportamento che regolano ogni passo successivo devono essere ben chiare, se non vogliamo equivoci, e devono essere difese con fermezza sia dai singoli individui che dalla società nel suo insieme. Chi è stato in un campo nudista vero (non uno di quelli per orge ed ammucchiate) si è reso conto di come nessuno faccia caso alla nudità, è tutto naturale ed estremamente rilassato e c'è posto per tutti, belli e brutti, senza problemi, ma le regole sono ben chiare e da qualsiasi cultura tu arrivi, entrando nel campo devi rispettarle e se non lo farai verrai prima richiamato e se non basta allontanato dalla comunità.
La libertà di guardare ciò che è pubblicamente reso
disponibile, che sia guardare il culo, o forse
peggio direttamente negli occhi, o peggio ancora non
vedere proprio una persona, come fosse trasparente,
non è discutibile, così come la scelta ed il
giudizio che ne diamo e può essere regolato solo da
norme di comportamento sociale maturate e fatte
proprie dalla stragrande maggioranza dei membri.
Vedi anche
Amore fra teenager, geloso e violento: 1 ragazzo su
10 alza le mani
ROSA SHOCKING 2 – Violenza e stereotipi di genere:
generazioni a confronto e prevenzione
Botte: quando a
prenderle è lui (26/02/2012)
L'altra contiene i risultati dell'indagine IPSOs
2014
sulla percezione della violenza di genere in Italia,
di cui tanti hanno parlato:
Nella Giornata contro la violenza sulle donne, gli studenti raccontano a Skuola.net di aver alzato le mani nei confronti delle loro ragazze. O di conoscere chi lo fa. E le ragazze come reagiscono? Per loro sono solo uomini ancora innamorati. Buona Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Marco Dal Negro |