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Scoperto che i dolcificanti creano intolleranza al glucosio (22/10/2014)

Contrariamente a quanto fino ad ora ritenuto, i dolcificanti più diffusi come la saccarina, l'aspartame ed il sucralosio portano a sviluppare intolleranza al glucosio, alterando nella composizione e nella funzionalità la flora batterica intestinale. La notizia è data dal sito degli U.S. National Institutes of Health, nel Director's Blog, e trae origine da diversi studi tra i quali "Artificial sweeteners induce glucose intolerance by altering the gut microbiota". Trovate tutti i link a fondo pagina.

 

I dolcificanti non calorici o a basso tenore calorico sono molto presenti nei prodotti di uso quotidiano, dal dolcificante per il caffè a molti prodotti e semilavorati industriali.
Il fatto che portino ad intolleranza al glucosio mette in discussione le modalità e le finalità di utilizzo dei dolcificanti contenenti saccarina, aspartame e sucralosio e dovrebbe allertare quanti con il metabolismo degli zuccheri hanno a che fare, come i pazienti con il diabete, ma non solo, ed i medici che si occupano di questo tipo di patologie.

Un altro elemento molto importante emerso da questi studi è il fatto che l'intolleranza è generata da modifiche della flora batterica intestinale causate dall'assunzione di queste sostanze. Sempre di più emerge l'importanza di mantenere nell'organismo una flora batterica equilibrata, evitando interventi di qualsiasi natura che possano rompere questo equilibrio.

I risultati sono stati ottenuti prima sui topi e poi sugli esseri umani.

Prima, sui topi, sequenziando il DNA i ricercatori hanno analizzato la flora batterica intestinale trovando che nei soggetti ai quali erano stati somministrati i dolcificanti vi erano gruppi di microbi assenti nei soggetti che avevano ricevuto acqua e zucchero.

Per chiarire se i cambiamenti della flora batterica intestinale fossero causa o effetto degli alti tassi di zuccheri nel sangue i ricercatori hanno utilizzato antibiotici che hanno selettivamente eliminato dall'intestino solo i gruppi di microbi legati ai dolcificanti artificiali, ed i livelli di glucosio nel sangue sono ritornati normali.

Poi, trapiantando i microbi di entrambi i gruppi (quello alimentato con acqua e zucchero e quello con dolcificanti) su di un gruppo di topi cresciuti in ambiente sterile dalla nascita, si è visto che l'intolleranza al glucosio era stata trasmessa con i batteri. I topi che hanno ricevuti i microbi di quelli intolleranti a causa dell'assunzione dei dolcificanti, sono diventati a loro volta intolleranti. Gli altri no.

Ma vediamo cosa è successo con gli esseri umani.
Il gruppo di studio ha esaminato i dati clinici di 400 persone che hanno partecipato ad uno studio sulla nutrizione.
Rispetto alle persone che non usavano dolcificanti artificiali, quelle che li avevano usati per molto tempo tendevano ad avere più alti nel sangue sia livelli di glucosio che altri parametri spesso associati con patologie del metabolismo come il diabete, l'obesità ed il fegato grasso.

Una successiva verifica è venuta da 7 volontari in buona salute che non avevano mai consumato cibi o bevande contenenti dolcificanti artificiali. A questi è stata fatta assumere per 6 giorni consecutivi la dose massima quotidiana di saccarina permessa dalla U.S. Food and Drug Administration.

Dei 7 volontari 4 hanno sviluppato intolleranza al glucosio mentre 3 hanno mantenuto livelli di glucosio nel sangue regolari. Ricordiamo che l'assunzione è stata limitata a soli 6 giorni.

Infine i ricercatori hanno prelevato microbi dai volontari umani e li hanno trapiantati in topi privi di germi.
I microbi degli esseri umani intolleranti al glucosio hanno portato all'intolleranza anche i topi, mentre i microbi degli esseri umani con livelli ematici di glucosio normali non hanno portato variazioni.

Per saperne di più
Artificial sweeteners induce glucose intolerance by altering the gut microbiota.
Suez J, Korem T, Zeevi D, Zilberman-Schapira G, Thaiss CA, Maza O, Israeli D, Zmora N, Gilad S, Weinberger A, Kuperman Y, Harmelin A, Kolodkin-Gal I, Shapiro H, Halpern Z, Segal E, Elinav E

NIH
Taking a New Look at Artificial Sweeteners

Marco Dal Negro

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