Uno studio pubblicato su Plos One coordinato da
Alberto Bertelli dell’Università di Milano dimostra
che l’acido caffeico contenuto nel vino bianco -
assunto anche in minime dosi - rafforza la
protezione del sistema cardiovascolare, aumentando
la biodisponibilità di ossido nitrico.

E' noto che la dieta
mediterranea è universalmente considerata un modello
di alimentazione sana che contribuisce alla
riduzione dei problemi cardiovascolari legati al
passare degli anni ed all'incremento delle
condizioni di stress. Tradizionalmente viene
associato a tale dieta il vino rosso: lo studio
pubblicato su PLOS ONE invece mette in luce il ruolo
di protettore cardiovascolare del vino bianco.
In passato studi
coordinati dal Dr. Alberto Bertelli dell'Università
degli Studi di Milano (Dipartimento Scienze
Biomediche per la Salute) avevano suggerito come
alcuni composti (Tirosolo ed Idrossitirosolo)
presenti nel vino bianco e comuni all'olio
extra-vergine di oliva potessero avere un effetto
benefico sul sistema cardiovascolare, che comprende
non solo il cuore e i vasi sanguigni, ma anche il
rene.
Pubblicità
La recente pubblicazione
dello stesso autore in collaborazione con
l'Università di Torino, di Pisa e l'Ospedale
Versilia di Viareggio mette in evidenza come un
componente del vino bianco, l'acido caffeico,
contribuisca in maniera importante alla protezione
del sistema cardiovascolare attraverso un meccanismo
di azione che coinvolge l'ossido nitrico (Nitric
Oxide).
Gli autori hanno infatti
dimostrato, in vitro ed in vivo, come bassissime
dosi di questo acido fenolico possano aumentare la
biodisponibilità di questa molecola con importanti
effetti cardioprotettivi e nefroprotettivi.
E' stato inoltre dimostrato che a livello genico
l'acido caffeico modula l'espressione di geni
coinvolti nella protezione del sistema
cardiovascolare e nell'inibizione della morte
cellulare programmata. Va ricordato che nel 1998
venne attribuito il Premio Nobel a Louis Ignarro per
la scoperta del ruolo del Nitric Oxide come molecola
essenziale nel funzionamento del sistema
cardiovascolare.
Da sottolineare inoltre
che le dosi utilizzate sono estremamente basse, tali
da poter essere raggiunte con il consumo di uno/due
bicchieri di vino bianco al giorno.
Questi dati forniscono
una spiegazione ulteriore agli effetti positivi del
consumo moderato di vino bianco precedentemente
riscontrati in clinica su pazienti nefropatici (Blood
Purif. 2015;39(1-3):218-23.
doi: 10.1159/000371570 Epub 2015 Mar 31.
Anti-Inflammatory Effect of White Wine in CKD
Patients and Healthy Volunteers.) e rappresentano
un’alternativa per i soggetti che per gusti
personali o per intolleranze non hanno la
possibilità di consumare vino rosso.
Per saperne di più
Migliori M, Cantaluppi V, Mannari C, Bertelli AAE,
Medica D, Quercia AD, et al. (2015) Caffeic Acid, a
Phenol Found in White Wine, Modulates Endothelial
Nitric Oxide Production and Protects from Oxidative
Stress-Associated Endothelial Cell Injury. PLoS ONE
10(4): e0117530.
doi:10.1371/journal.pone.0117530
MDN |