Credere che un odore innocuo sia potenzialmente
pericoloso negli asmatici può generare una reazione
infiammatoria delle vie aeree anche per più di 24
ore.

La ricerca del Monell
Center (che si definisce come l'unico Istituto
indipendente, non-profit, al mondo, che si dedica
alla ricerca interdisciplinare di base sui sensi del
gusto e dell'olfatto) ha mostrato il ruolo delle
aspettative nei confronti dello stato di salute.
Cristina Jaén, PhD,
fisiologa al Monell e principale autrice dello
studio, spiega che in presenza di odori gli asmatici
sono spesso ansiosi. Quando si aspettano che un
odore sia pericoloso il loro corpo reagisce come se
lo fosse. Per l'autrice sia i pazienti che il
personale sanitario devono comprendere quanto le
aspettative possono realmente influire sui sintomi
dell'asma.
Ogni asmatico tende ad
essere informato su quali sono gli odori pericolosi
per sé, ma spesso anche ansia e stress possono
innescare un attacco.
Questo nuovo studio, pubblicato sul Journal of
Psychosomatic Research, ha voluto verificare quanto
l'aspettativa del pericolo influisce sullo
scatenarsi dei sintomi, studiando 17 persone,
moderatamente asmatiche, che sono state esposte
all'odore di alcool feniletilico (PEA) per 15
minuti. Il PEA viene spesso descritto come profumato
alla rosa ed è trattato come un profumo puro privo
di proprietà irritanti.
Ad 8 persone è stato
detto che il profumo aveva possibili proprietà
terapeutiche, mentre a nove è stato detto che
avrebbe potuto creare qualche leggero problema
respiratorio.
Durante la presentazione
del profumo, ciascuno dei partecipanti ha redatto
una scheda del prodotto, valutando le proprietà
sensoriali, l'intensità, le eventuali proprietà
irritanti e fastidiose. Sono anche state fatte
misurazioni della funzionalità polmonare e
dell'infiammazione delle vie aeree, prima,
immediatamente dopo, dopo altre 2 e dopo 24 ore
dall'esposizione.
E' risultato che le
convinzioni sulle caratteristiche dell'odore hanno
influenzato sia le risposte psicologiche che quelle
fisiologiche, specialmente per il gruppo cui era
stato detto che l'odore avrebbe potuto essere
pericoloso.
In questi individui
l'infiammazione delle vie aeree è immediatamente
cresciuta con l'esposizione, rimanendo elevata per
le successive 24 ore e rendendo gli asmatici più
sensibili anche agli altri pericoli.
Ora gli studiosi
vogliono provare a verificare la situazione opposta,
se vi sono, cioè, possibilità di influire
positivamente quando sono presenti sostanze che sono
in realtà scatenanti.
Per saperne di più sull'asma...
Per saperne di più
Monell Center
http://www.monell.org/
Marco Dal Negro |