La scienza ha ritenuto per molto tempo che
l'immunità acquisita fosse dotata di una memoria
mentre l'immunità innata non lo fosse.
Ora un gruppo di ricercatori del RIKEN Molecular
Genetics Laboratory ha scoperto che anche l'immunità
innata ha una memoria e i cambiamenti epigenomici
indotti dalle infezioni patogene, mediati da un
fattore di trascrizione chiamato ATF7, sono il
meccanismo sottostante.
Ma appare sempre più
chiaro che le cose non sono così semplici. Anche le
piante e gli insetti che hanno solo l'immunità
innata sembrano dotati di memoria immunologica, ed è
stato anche riportato che l'infezione da herpes
virus ha incrementato la resistenza ai batteri nei
vertebrati.
Tutto ciò porta a ritenere che anche l'immunità
innata abbia una memoria, ma in mancanza di
informazioni sul meccanismo i ricercatori sono stati
riluttanti ad accettare questa ipotesi.
La ricerca condotta da
Keisuke Yoshida e Shunsuke Ishii del RIKEN Molecular
Genetics Laboratory ha cominciato a fare luce sulla
questione.
La ricerca è cominciata
scoprendo che in topi con l'ATF7 fuori uso i
macrofagi apparivano simili a quelli normali,
attivati dall'esposizione a molecole normalmente
presenti nelle infezioni.
I ricercatori hanno scoperto che L'ATF7 si lega ad
un gruppo di geni del sistema immunitario innato
silenziandone l'espressione e rendendo le cellule
meno reattive nei confronti delle infezioni. Ma
somministrando ai topi del lipopolysaccharidel (LPS),
una molecola presente nella membrana esterna dei
batteri Gram-negativi, ATF7 viene fosforilato,
indebolendo la sua attività così che i geni
immunitari non sono più silenziati.
Shunsuke Ishii spiega che a tre settimane dalla
somministrazione i geni continuavano a mostrarsi più
attivi. Nei topi questa situazione si è tradotta in
una maggiore resistenza nei confronti dello
Staphylococcus aureus, un batterio Gram-positivo.
Sempre secondo Shunsuke Ishii quanto scoperto aiuta
a comprendere meglio il meccanismo grazie al quale
chi vive in ambienti troppo igienizzati è più
soggetto ad allergie ed infezioni. Il discorso è
particolarmente evidente nei bambini.
Una possibile
applicazione, poi, riguarda la scelta degli
adiuvanti dei vaccini, che hanno il compito di
attivare il sistema immunitario innato in modo da
rendere efficace il vaccino stesso. Generalmente
questo effetto dura pochi giorni, ma forse ora
diventerà possibile allungare sensibilmente questo
tempo.
Per saperne di più
Yoshida K, Maekawa T, Zhu Y, Renard-Guillet C,
Chatton B, Inoue K, Uchiyama T, Ishibashi K, Yamada
T, Ohno N, Shirahige K, Okada-Hatakeyama M, and
Ishii S., "The transcription factor ATF7 mediates
lipopolysaccharide-induced epigenetic changes in
macrophages involved in innate immunological memory",
Nature Immunology
doi: 10.1038/ni.3257
RIKEN
Marco Dal Negro |