E' sempre più diffusa la convinzione che
l'insufficienza di vitamina D può contribuire allo
sviluppo delle allergie alimentari, anche se i
riscontri variano da una popolazione all'altra.

Uno studio ora ha individuato un possibile
meccanismo alla base di questa relazione. Una
proteina che trasporta la vitamina D nel sangue, in
inglese D-binding protein (DBP), che in italiano
potrebbe essere tradotto come una proteina che lega
la vitamina D, è un un elemento alla base di queste
dinamiche. Quanta più vitamina D si lega a questa
proteina, tanto meno essa sviluppa le sue attività
biologiche nell’organismo e tanto più si sviluppano
le allergie. L’80% circa delle variazioni della DBP
da un soggetto all’altro è poi spiegato da alcuni
cambiamenti dei geni.
In 5276 soggetti, gli studiosi hanno analizzato la
relazione fra livelli di vitamina D e presenza di
allergia agli alimenti all’età di 1 e 2 anni.
In base alla presenza di un gene associato ai
livelli di DBP i risultati hanno mostrato che basse
concentrazioni nel sangue di vitamina D a 1 anno
sono risultate correlate alla presenza di allergia
alimentare soprattutto nei bambini che avevano il
gene che determina alti livelli di DBP.
L’assunzione in
gravidanza di vitamina D è coincisa con una minore
frequenza di allergia alimentare nei neonati, specie
in quelli con geni associati a bassi livelli di DBP.
Al meno per quanto
riguarda alcuni genotipi il protrarsi nel tempo
della carenza di vitamina D è risultato associato ad
una maggiore probabilità di allergia alimentare.
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The Journal of Allergy and Clinical Immunology
Polymorphisms affecting vitamin D–binding protein
modify the relationship between serum vitamin D
(25[OH]D3) and food allergy
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IMarco Dal Negro |