Con tecniche di metagenomica e bioinformatica,
ricercatori Cnr e dell’Università di Firenze hanno
approfondito lo studio dell’insieme di
microorganismi intestinali di soggetti affetti da
autismo.
Flora intestinale
La ricerca, pubblicata su ‘Microbiome’, potrà porre
le basi di un intervento dietetico al fine di
migliorare la qualità della vita delle persone
malate riducendo i problemi intestinali comuni a
molti pazienti.
La ricerca, coordinata da Carlotta De Filippo
dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Ibba-Cnr),
ha preso in esame la composizione del microbiota
intestinale di soggetti adulti affetti da autismo,
cioè l’insieme di microrganismi che ‘vivono’
nell’intestino umano.
E’ noto, infatti, che sostanze presenti nella flora
intestinale sono in grado di ‘passare’ la barriera
intestinale e produrre effetti sul sistema nervoso.
“Abbiamo analizzato la composizione del microbiota
in soggetti che soffrivano di disturbi
gastrointestinali, un disagio molto frequente tra le
persone affette da autismo.
L’obiettivo era caratterizzare i microrganismi
presenti, verificare se vi fossero delle diversità
rispetto a soggetti sani, individuare eventuali
marcatori.
Questo tipo di studio analitico è fondamentale per
capire se il microbiota intestinale ha un ruolo
nello sviluppo della malattia e comprendere
l’influenza di fattori ambientali o alimentari”,
spiega la ricercatrice.
Lo studio ha utilizzato tecniche di metagenomica e
bioinformatica per caratterizzare le centinaia di
batteri e, per la prima volta, anche di funghi
presenti nell’intestino (questi ultimi rappresentano
circa l’1-2% del microbiota intestinale).
I risultati forniscono un set di marcatori preziosi
per valutare e guidare studi di intervento sulla
dieta, che è alla base della composizione del
microbiota.
“Nei soggetti presi in esame, il profilo di cinque
generi microbici e uno fungino, inclusi i coliformi,
Clostridium e Candida, appaiono aumentati al
crescere della gravità dei sintomi.
Abbiamo inoltre riscontrato la presenza di
Escherichia coli, un batterio rivelatore di stati
infiammatori”, prosegue la ricercatrice..
“Sebbene non siamo
ancora arrivati a definire un profilo di microbiota
comune per l’autismo, queste informazioni sono
preziose: nell’immediato consentiranno di
individuare misure di intervento sull’alimentazione,
integrando probiotici e prebiotici, tali da ridurre
la sintomatologia gastrointestinale, spesso
invalidante.
In prospettiva, poi, ci
aiuteranno a comprendere la relazione tra regime
alimentare e malattia, permettendo di migliorare la
qualità della vita dei pazienti”.
Per saperne di più sulla flora batterica...
Per saperne di più
Studio della composizione del microbiota in soggetti
affetti da autismo: ‘Differential Variance Analysis:
Strati F, Cavalieri D, Albanese D, De Felice C,
Donati C, Hayek J, Jousson O, Leoncini S, Renzi D,
Calabrò A, De Filippo C. New evidences on the
altered gut microbiota in autism spectrum disorders.
Microbiome. 2017 Feb 22;5(1):24. doi:
10.1186/s40168-017-0242-1.
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