Operazione alla prostata: una nuova metodica per evitare l'impotenza (05/02/2002)

La prostatectomia radicale è un intervento chirurgico invasivo da attuare quando la prostata è colpita da un tumore maligno che si è diffuso intaccando i tessuti circostanti, andando così ad aggredire anche i vicini nervi destinati ai corpi cavernosi del pene responsabili dell'erezione. L'intervento mira a rimuovere il tumore asportando non solo il tessuto prostatico, ma anche questi fasci nervosi danneggiati con una conseguenza poco piacevole ma inevitabile: l'impotenza.

Dagli U.S.A. però arriva oggi una novità che, apportando una modifica al tradizionale intervento di rimozione, non compromette la sessualità maschile grazie al ripristino dei fasci nervosi intaccati. Prelevando infatti dall'area del malleolo un segmento di nervo surale si possono da esso prelevare minuscoli "pezzi ausiliari" di fili nervosi senza gravi conseguenze per l'arto inferiore; il cavo che si ottiene viene poi trasferito nella zona dove era situata la prostata e cucito con le restanti parti dei nervi erigendi. L'intevento si esegue in una seduta unica effettuata durante la prostatectomia radicale prolungando l'operazione di soli trenta minuti.

Gli specialisti d'oltreoceano, che hanno effettuato l'intervento su 23 pazienti, riferiscono che a distanza di un anno dall'intervento, ben il 26 per cento dei soggetti ha dimostrato un'erezione spontanea ed il 43 per cento l'ha ottenuta con l'aiuto del Viagra. In Italia l'intervento attualmente è stato eseguito su 4 pazienti presso l'Ospedale San Raffaele di Milano.

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