In un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dei ricercatori hanno proposto una via ritenuta più rapida per identificare gli antibiotici da usare per bloccare la diffusione di ceppi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina,
MRSA.
L'ambito è quello ospedaliero dove spesso si sviluppano e si diffondono ceppi di Staphylococcus aureus resistenti ad un numero sempre maggiore di antibiotici, creando problemi anche gravi ai pazienti già in difficoltà per altre patologie. La diffusione di nuovi ceppi di batteri resistenti agli antibiotici rende difficile intervenire in tempi rapidi perché ogni ceppo deve essere studiato per trovare a quale farmaco risponde.
Gli scienziati del Wellcome Trust Sanger Institute, University of Cambridge e della Società di ricerca
scientifica Illumina hanno collaborato per mettere a punto un sistema che permetta di sequenziare in tempo reale il genoma del batterio permettendo di identificarne le caratteristiche ed i composti a cui risponde. In questo modo sarebbe possibile intervenire molto più tempestivamente
limitando la diffusione del batterio e le conseguenze connesse. Per arrivare a questo risultato il gruppo di ricercatori ha elaborato una lista di tutti i geni del MRSA che causano resistenza agli antibiotici.
L'MRSA produce numerose tossine uniche che possono causare gravi sindromi cliniche come shock setticemico, polmonite ed importanti infezioni della pelle e dei tessuti molli. Con la creazione della lista dei geni delle tossine diventa più rapido identificare quelle presenti nell'epidemia del momento, cosa che oggi è molto più lunga perché richiede tutta una serie di prove per arrivare ad identificare la soluzione più efficace.
Ora si sta lavorando alla completa automatizzazione del processo, dall'analisi alla soluzione con l'identificazione della soluzione farmacologica di ogni singolo caso.
Per saperne di più vedi la pagina in inglese di questa notizia e:
Köser CU, Holden
MTG, Ellington MJ, Cartwright EJP et al. (2012) A neonatal MRSA outbreak investigation using rapid whole genome
sequencing. New England Journal of Medicine doi: 10.1056/NEJMoa1109910
( MDN )
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