L'altra faccia di grasso e colesterolo è quella che li rende indispensabili per il buon funzionamento
delle cellule cerebrali legate al Morbo di Parkinson. Come sempre tutto dipende dalle quantità.
Uno studio realizzata dai ricercatori del NIH's National Heart, Lung and Blood Institute (NHBLI) e dal National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS), ha scoperto che una proteina, chiamata Parkin, legata ad alcuni casi precoci di Morbo di Parkinson, regola il modo in cui le cellule del nostro corpo elaborano i grassi che assumiamo con i cibi.
Mutazioni
del gene legato alla proteina Parkin sono presenti nel 37% dei casi di Parkinson precoce. Questa proteina sembra avere un ruolo nella produzione di proteine legate al ricambio all'interno della cellula. Tuttavia la complessità della sua struttura sembra indicare altre funzioni.
Alcuni studi hanno legato bassi livelli di colesterolo e di acidi grassi con un accresciuto rischio di Morbo di Parkinson. I ricercatori dei National Institutes of Health hanno visto che, mentre in laboratorio i topi con carenza di Parkin non mostravano segni evidenti della
malattia non ingrassavano nemmeno con l'età come avviene normalmente. I ricercatori, perciò, hanno cercato di comprendere se la proteina Parking potesse avere un ruolo nel metabolismo dei grassi.
Lo studio è online sul numero del 25 agosto 2011 del Journal of Clinical Investigation.
In laboratorio è stato verificato che, i topi con poca proteina Parkin, alimentati con una dieta ricca di grassi, contrariamente a quanto avviene normalmente, non ingrassavano e non riducevano la propria attività; i ricercatori hanno anche visto che avevano livelli più bassi delle proteine
responsabili del trasporto del grasso nel corpo. Ripristinando i livelli di Parking gli animali riprendevano peso ed i livelli delle proteine che
trasportano il grasso salivano.
I ricercatori ha ritrovato gli stessi meccanismi quando hanno analizzato cellule del sangue di pazienti alla NIH Parkinson's Clinic: i pazienti con
mutazioni della Parkin assorbivano più difficilmente i grassi. Ciò significava che i risultati erano rilevanti
anche per gli esseri umani.
Il Dr. Michael Sack del NHLBI sottolinea che la chiave per la comprensione del Morbo di Parkinson non è necessariamente nel cervello.
A proposito di come il grasso può essere importante per il Parkinson, Dr. Sack spiega che le cellule cerebrali distrutte durante la malattia finiscono nella zona del cervello chiamata substantia nigra che, tra le altre funzioni, controlla il movimento. I neuroni di questa parte del cervello sono estremamente attivi: ognuno ha circa 300.000 connessioni che trasmettono continuamente informazioni.
Per farlo i neuroni hanno bisogno di un buon supporto sotto forma di membrana di grasso e di colesterolo e se non sono disponibili i giusti tipi di grassi l'integrità delle cellule ne risente rendendole più soggette a danni.
La ricerca continua.
Per saperne di più
National Institutes of Health (NIH)
(MDN)
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