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Riconoscere l'età dall'odore: sorprese (14/06/2012)

 

Si è scoperto che gli esseri umani sono in grado di riconoscere l'età dei propri simili attraverso l'olfatto. Buona parte di questa capacità è dovuta all'abilità nel riconoscere gli odori delle perone più vecchie e, contrariamente a quanto si penserebbe, l'odore dei meno giovani viene classificato come meno intenso e meno sgradevole di quello dei corpi delle persone di mezza età e di quelle più giovani.

Johan Lundström, il neuroscienziato sensoriale che ha diretto la ricerca spiega che, come gli altri animali, anche gli esseri umani traggono segnali dagli odori del corpo e grazie a questi possono identificare l'età biologica delle persone, evitare quelle malate, identificare partner adatti ed identificare chi ci è affine.

Secondo gli studiosi gli odori legati all'età aiutano gli animali a scegliere il proprio compagno di coppia: i maschi meno giovani possono essere più desiderabili perché portano dei geni che garantiscono alla prole una vita più lunga, mentre le femmine meno giovani potrebbero essere evitate perché il loro sistema riproduttivo è più fragile.

Negli esseri umani le varie culture riconoscono l'unicità dell'odore della persone anziana. In Giappone il fenomeno è così noto che per descrivere questo odore c'è una specifica parola, kareishu.

Visto che gli animali sono in grado di distinguere l'età dall'odore, Johan Lundström del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia ha voluto verificare se anche gli esseri umani hanno la stessa capacità.

Per uno studio pubblicato sul giornale PLoS ONE sono stati raccolti campioni degli odori di diverse persone raggruppate per fasce di età: 20-30, 45-55 e 75-85 anni.

Gli odori, raggruppati in diverse combinazioni, sono poi stati sottoposti ai valutatori perché ne identificassero le età.

Il risultato è stato positivo, i valutatori sono stati in grado di distinguere le varie fasce di età ma i ricercatori sono rimasti stupiti per il fatto che, contrariamente a quanto previsto, gli odori degli anziani sono stati ritenuti sostanzialmente neutri, meno intensi e meno sgradevoli di quelli degli altri due gruppi.

I prossimi studi saranno ora indirizzati a scoprire i biomarcatori che sottostanno agli odori ed a comprendere i meccanismi cerebrali che rendono possibile l'identificazione.

Allo studio hanno contribuito come principali autori Susanna Mitro del Swarthmore College, Amy Gordon del Monell e Mats Olsson del Karolinska Institute di Stockholm in Svezia.

Per saperne di più
L'articolo su Plos

Karolinska Institutet Stockholm, Sweden

Monell Chemical Senses Center Philadelphia

( MDN )

 


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