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Test clinici internazionali per nuovo farmaco antitumorale da pianta mediterranea (12/07/2012)

 

Un gruppo di ricerca internazionale sta testando un nuovo farmaco antitumorale derivato dalla Thapsia garganica, una pianta mediterranea. Il gruppo coinvolge ricercatori del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center, ricercatori danesi della Danish National Research Foundation and Aarhus University e della University of Copenhagen.

Secondo i ricercatori il principio attivo del nuovo farmaco riesce a muoversi insieme al sangue senza essere rilevato dalle normale cellule fino ad arrivare alle cellule tumorali dove alcune proteine di queste lo attivano.
L'effetto è stato descritto come una bomba molecolare che distrugge il cancro ed i vasi che lo alimentano lasciando intatti gli altri vasi e tessuti.

Negli esperimenti in laboratorio i ricercatori hanno veriicato che una terapia di tre giorni con il farmaco, chiamato G202, ha ridotto nei topi un tumore di origine umana del 50% entro 30 giorni.
In test comparativi il G202 ha superato i risultati ottenuti con il farmaco antitumorale docetaxel, riducendo di più del 50% 7 tumori prostatici su 9 nei topi.

In un articolo su Science Translational Medicine i ricercatori hanno anche riportato che il farmaco G202 ha mostrato riduzioni di almeno del 50% in modelli di tumori umani al seno, al rene ed alla vescica.

Basandosi su questi risultati i ricercatori dei centri coinvolti nella ricerca hanno messo a punto e realizzato la fase I di test clinici per verificare il livello di sicurezza del farmaco coinvolgendo 29 pazienti con tumore i fase avanzata.
E' stata ora pianificata la fase II di test su pazienti con cancro alla prostata ed al fegato.

Il farmaco G202 è derivato chimicamente da una pianta mediterranea, la Thapsia garganica che produce la tapsigargina le cui proprietà antitumorali sono studiate da tempo. Si è sempre saputo che è tossica per gli animali tanto che gli antichi carovanieri la chiamavano carota della morte perchè se mangiate dai cammelli li avrebbe uccisi.

Samuel Denmeade, M.D., professore di oncologia, urologia, farmacologia scienze molecolari spiega che l'obbiettivo è stato quello di reingenierizzare la sostanza tossica per curare il tumore ed il risultato è stato raggiunto quando i ricercatori sono riusciti a creare un modello che richiedesse delle modifiche delle cellule perchè il principio fosse attivato.
La sostanza, inIettata, viaggia con il sangue fino ad incontrare cellul tumorali dove colpisce una proteina chiamata PSMA, un antigene prostatico specifico della membrana rilasciato dalle cellule che rivestono il tumore della prostata e di altre zone, rilasciando gli agenti che le distruggono insieme ai vasi sanguigni che le alimentano. Il G202 blocca, in particolare, la funzione di una proteina chiamata Pompa del calcio del reticolo sarcoplasmatico (SERCA), una proteina necessaria alla sopravvivenza delle cellule nelle quali mantiene giusti livelli di calcio.

Il fatto che il farmaco si attivi solo in presenza della pompa SERCA di cui le cellule tumorali hanno bisogno per vivere rende poi i ricercatori particolarmente ottimisti riguardo ad eventuali resistenze del tumore al farmaco.

Co-autori dello studio sono stati Annastasiah M. Mhaka, D. Marc Rosen, W. Nathaniel Brennen, Susan Dalrymple, Bora Gurel, Angelo M. DeMarzo, e Michael Carducci del Johns Hopkins; Ingrid Dach, Claus Olesen, Jesper V. Møller, Poul Nissen del Danish National Research Foundation and Aarhus University, Craig A. Dionne del GenSpera Inc., S. Brøgger Christensen della University of Copenhagen.

Per i finanziamenti della ricerca ed eventuali conflitti di interesse dichiarati vedi la pagina in inglese di questa notizia.

Per saperne di più
Johns Hopkins Medical Institutions

( MDN )


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(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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