Forse
non tutti sanno che la passione per i tatuaggi porta
alcuni a mettere gli amati disegni anche sugli
organi genitali, ma non è una una buona idea.
Un articolo pubblicato
su The Journal of Sexual Medicine riporta di un uomo
che si fatto un tattoo sul pene a cui è seguito un
problema di priapismo ("Si definisce priapismo
un’erezione peniena persistente che si protrae per
molto dopo la stimolazione sessuale o non vi è
correlata. Frequentemente esita in disfunzione
erettile;costituisce così una emergenza urologica
http://www.urologia.unipi.it/file/Priapismogo.pdf).
Il caso di priapismo indotto da tatuaggio è stato
esaminato fisicamente, tramite relazione soggettiva
e con valutazioni di laboratorio e radiologiche.
Si tratta di un uomo di
21 anni con un'erezione parziale del pene che
perdurava da tre mesi. All'esame il pene presentava
un tatuaggio sulla parte dorsale ed uno più piccolo
sul glande. Il paziente ha inizialmente sostenuto
che il tatuaggio era presente da anni, ma in seguito
ha ammesso che il priapismo era iniziato appena
fatto il tatuaggio tre mesi prima.
Il tatuaggio era stato realizzato da un
professionista, con un ago manuale, ed un
sanguinamento del tessuto profondo della parte aveva
complicato l'operazione.
Al giovane i medici
hanno diagnosticato una condizione di priapismo non
ischemico e, rispetto ad un priapismo ischemico si
tratta di qualcosa di più leggero che consente
comunque di avere nuovo afflusso di sangue che
continua quindi ad essere fluido. Se il priapismo
fosse diventato ischemico il sangue sarebbe stato
meno fluido e avrebbe potuto portare alla necrosi
dell’area e a problemi più gravi, a volte letali:
quando il priapismo è ischemico nel giro di poche
ore i corpi cavernosi del pene rischiano di essere
irrimediabilmente danneggiati.
Le normali eziologie del
priapismo erano state verificate ed escluse, nel
dettagli il trauma perineale, la leucemia, il tratto
a cellule falciformi, infezione del tratto urinario,
cause neoplastiche, tossiche e farmacologiche erano
attivamente state ricercate ed escluse.
Il paziente non aveva problemi di alcol o di fumo.
Il sangue aspirato dal pene era rosso brillante. Le
misure dei gas nei corpi cavernosi confermavano alto
ossigeno e bassa anidride carbonica che portavano a
diagnosticare priapismo arterioso.
Non essendo possibile
curarlo nella città curda di Kermanshah dove si
trovava, non essendo lo stato doloroso e perdurando
una moderata funzione erettile durante i rapporti
sessuali, non volendo sottoporsi ad intervento
chirurgico il paziente ha preferito rimanere nella
condizione data.
Concludendo, i tatuaggi dovrebbero essere aggiunti
alle eziologie del priapismo non ischemico. Visto il
caso, i medici sconsigliano la pratica del tatuaggio
penile.
Per saperne di più
Zargooshi J, Rahmanian E, Motaee H, Kohzadi M.
"Nonischemic Priapism Following Penile Tattooing"
The Journal of Sexual Medicine.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1743-6109.2011.02579.x/abstract
(MDN)
|