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Fare sesso e fare all'amore 3 - La scienza si interroga: perchè molti abbandonano le pillole dell'amore? (03/04/2014)

Molti abbandonano i trattamenti per la disfunzione erettile e lo fanno indipendentemente dall'efficacia dei prodotti assunti. La scienza ha cominciato a domandarsi perché e le risposte potrebbero non essere scontate.

Nell'analizzare il problema, i ricercatori si sono concentrati maggiormente sul mondo che riguarda chi, tra i diversi farmaci disponibili, ha utilizzato quelli basati sugli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5).
La segnalazione è doverosa, anche se poco rilevante ai fini di quanto ci interessa sottolineare.

Un primo elemento emerso dagli studi sull'argomento è rappresentato dal fatto che gli abbandoni sono avvenuti nell'ambito di terapie di lungo periodo. I farmaci quindi vengono presi, ma dopo un certo periodo vengono spesso abbandonati perché non danno i risultati desiderati. Ma quali sono i risultati desiderati?

Molti immaginano, sperano, di avere trovato la pillola magica, la pillola di Aladino: la prendi e ritorni, (o diventi) come forse eri in altri momenti della vita, ma non è così.
La pillola svolge una funzione fisica, idraulica, non psicologica, non fa tornare la voglia di... vediamo, fare sesso? fare all'amore? ritrovare un'intimità, magari anche affettiva, e perché no, psicologica, potrebbe anche farci tornare/diventare affascinanti, in modo da suscitare il desiderio altrui nei nostri confronti.
In fondo siamo in un momento difficile, perché non dovrebbe risolvere un po' dei nostri problemi?

Perché quella è solo una pillola e noi siamo complessi, pieni di variabili, diversi uno dall'altro ma unici, e per risolvere il problema dobbiamo metterci anche un po' del nostro.
Quindi se non c'è prima la voglia, non ne usciamo soddisfatti.

Ma c'è un'altra osservazione che è venuta fuori.
Gli studiosi cominciano a fare differenza tra la terapia per la disfunzione erettile medicalizzata e quella erotizzata, se così possiamo chiamarla, mettendole in contrapposizione.
Cioè: prendere il farmaco da solo non va bene perché non dà al paziente le risposte che cerca, mentre se a partire dalla prescrizione la cosa viene condivisa con l'eventuale partner affrontandola come una scelta da condividere che contribuisce a far vivere meglio la sessualità insieme, allora funziona molto meglio e più a lungo.

La novità è nel fatto che si afferma chiaramente che l'efficacia di un farmaco è legata al modo con cui viene vissuta la terapia.
Ed è curioso anche il fatto che degli scienziati ritengano "questo modo" che ricorda tanto l'effetto placebo, essere una sorta di amplificatore del farmaco, necessario per la soddisfazione del paziente.

Perché chi prende il farmaco non vuole solo avere grandi erezioni, ma vuole vivere bene la sessualità, cosa improbabile senza adeguate erezioni.

Tutto ciò è così estraneo alla mentalità farmacologica dove un farmaco funziona e basta, non importa con che stato d'animo lo prendi.
Ecco perciò che gli scienziati invitano a superare l'approccio introverso ai piaceri della carne nel quale manca la confidenza: se prendo la pillola da solo nessuno si accorgerà dei miei problemi e mi tratterà in modo normale, come sempre, perché le persone sono sempre pronte ad azzannare e a dare addosso a chi mostra delle debolezze.

Invece i ricercatori sono quasi rivoluzionari: invitano a parlare con chi ci sta vicino e a condividere anche questa intimità. Grandi.

Sono pensieri ed osservazioni scaturite dopo avere letto, con piacere, lo studio:
Eroticization as a factor influencing erectile dysfunction treatment effectiveness - International Journal of Impotence Research
Link...

Per saperne di più sulla disfunzione erettile...

Marco Dal Negro