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Cancro alla prostata: operare subito o tenere sotto stretto controllo ? (31/03/2014)

In caso di cancro alla prostata non sempre è necessario operare subito, a volte potrebbe essere meglio aspettare, tenendo sotto stretta osservazione l'evolversi delle cose.

Questa è la conclusione cui sono arrivati i ricercatori dell'Uppsala University Hospital, Svezia, e della Harvard School of Public Health (HSPH) che hanno voluto verificare l'evoluzione della situazione seguendo per 24 anni due gruppi di pazienti che avevano scelto le due possibili strade: operare subito in modo radicale o seguire da vicino l'evoluzione riservandosi di intervenire se e quando fosse stato necessario.

L'intervento chirurgico radicale ha ridotto il rischio di metastasi e di ulteriori trattamenti negli uomini più anziani, mentre si è visto che la mortalità è stata minore, ma limitatamente agli uomini di età inferiore ai 65 anni.

I ricercatori hanno lavorato sui dati dello Scandinavian Prostate Cancer Group Study Number 4, che ha suddiviso in modo casuale 695 uomini con cancro alla prostata in fase iniziale in due gruppi: uno per il trattamento chirurgico ed uno da tenere sotto osservazione senza terapie. I gruppi sono stati seguiti per 24 anni.

Nel corso dello studio sono morti 200 dei 347 uomini del gruppo operato e 247 dei 348 del gruppo sotto osservazione.

Dei decessi, ne sono stati attribuiti al cancro 63 del gruppo operati e 99 del gruppo in osservazione.

Per ogni 8 persone trattate è stato evitato un decesso, numero in calo quando il trattamento è stato modificato in funzione dell'età al momento della diagnosi e del livello di rischio del tumore.

Un uomo è morto dopo l'intervento di prostatectomia radicale.

La terapia di deprivazione degli ormoni androgeni è sta usata in un numero inferiore di pazienti tra quelli operati (una differenza del 25%).

Rispetto alla morte per cancro alla prostata il beneficio derivato all'intervento è stato maggiore sotto i 65 anni ed in quelli con rischio intermedio, anche se hanno avuto meno problemi di metastasi quelli operati più anziani.

Una grande parte di quelli sopravvissuti a 18 anni di distanza nel gruppo in attesa sotto osservazione, non ha avuto bisogno né di alcun intervento chirurgico né di cure successive, rendendo evidenti i benefici legati ad una sorveglianza attiva che limiti gli eventuali abusi delle strategie di intervento.

Per chiudere, un invito a spiegare bene al paziente quali saranno le conseguenze di ciascuna scelta possibile, nel dettaglio, perchè certe scelte sono e devono essere prese con reale consapevolezza dall'interessato, perchè le scale di valori del medico non sempre corrispondono a quelle del paziente, nè tanto meno gli interessi.

Per uno c'è solo un uno dei tanti pazienti che fanno statistica cercando di evitare successivi problemi legali, per l'altro c'è l'uno, l'unico, con la sua vita della quale decidere in assoluta libertà e consapevolezza.

Per saperne di più sulla prostata
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Per saperne di più
“Radical Prostatectomy versus Watchful Waiting in Early Prostate Cancer,” Anna Bill-Axelson, Lars Holmberg, Hans Garmo, Jennifer R. Rider, Kimmo Taari, Christer Busch, Stig Nordling, Michael Häggman, Swen-Olof Andersson, Anders Spångberg, Ove Andrén, Juni Palmgren, Gunnar Steineck, Hans-Olov Adami, Jan-Erik Johansson, New England Journal of Medicine, 370;10, March 6, 2014.
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Uppsala University Hospital - Akademiska Sjukhuset
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Harvard School of Public Health (HSPH)
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Marco Dal Negro