Introduzione

La più straordinaria differenza tra l’essere umano maschile e quello femminile è la capacità della donna di vivere la propria evoluzione esistenziale anche attraverso i mutamenti del suo corpo.

L’uomo, infatti, da un punto di vista corporeo è nell’arco della vita biologicamente sempre uguale e, da un punto di vista psicologico, l’attenzione della sua individualità è di frequente tesa soprattutto al ruolo che riesce ad assumere nel mondo sociale, e cioè il lavoro, la carriera, il successo.

Nella donna, invece, eventi organici come la prima mestruazione e le successive eventuali gravidanze, la menopausa sono contemporaneamente modificazioni anche psicologiche attraverso le quali ha la possibilità di prendere coscienza dei diversi stati esistenziali, personali e sociali insieme, che scandiscono la sua vita.

La naturale cessazione del ciclo mestruale (menopausa), per esempio, è sicuramente un’importante fase di mutamento corporeo dove la donna passa da uno stato biologico di “fecondità” a uno di “non fecondità”, stato che richiede un concomitante adeguamento psicologico in cui l’assenza delle mestruazioni non venga vissuta come una “mancanza” ma la cessazione di un periodo cui ne consegue l’inizio di un altro altrettanto ricco di energie creative.

Abbiamo usato il termine “naturale” riferito alla menopausa perché purtroppo, soprattutto nel nostro modello sociale, in molte donne questo periodo di vita è vissuto come uno stato di malattia da curare e questo non solo per sintomi conseguenti alle modificazioni ormonali (come le “vampate” e altri) ma anche per la sensazione, talvolta inconscia, di “inutilità femminile” e di inevitabile vecchiaia.

Vediamo allora in questo articolo che cosa è la menopausa, quali disturbi essa può provocare, come è possibile curarli ricorrendo alla medicina ufficiale e a quelle alternative e come questo stato fisiologico apra spazio, psicosomaticamente, a nuove prospettive esistenziali personali e collettive.

Per prima cosa cerchiamo il più chiaramente possibile di spiegare cosa è la menopausa.

Le fasi e i disturbi

Con il termine menopausa si intende l’ultima mestruazione, evento che segna il termine del periodo fertile nella vita della donna. Tutto ciò è la conseguenza dell’invecchiamento naturale delle ovaie che esauriscono la loro capacità funzionale intorno al cinquantesimo anno di età.

Per climaterio invece si indica il periodo di vita che precede e segue (anche per circa 10 anni) la menopausa, periodo caratterizzato dalle importanti modificazioni ormonali che da un lato portano alla menopausa (climaterio pre – menopausa) e dall’altro causano, dopo l’ultima mestruazione (climaterio post – menopausa), tutti quei sintomi più o meno fastidiosi che molte donne lamentano.

Ma che cosa sono le ovaie? Sono organi che hanno fondamentalmente due funzioni: la prima è detta riproduttiva, perché le ovaie contengono le cellule uovo il cui numero, già definito alla nascita, va da 200 a 300 mila (di tutte queste solo 200-300 riusciranno a raggiungere la maturazione completa dopo la pubertà); la seconda è detta endocrina, perché le ovaie producono ormoni chiamati progesterone ed estrogeni. Ebbene, nel periodo del climaterio si instaurano molteplici trasformazioni che passano attraverso varie fasi perché le ovaie si esauriscono progressivamente e lentamente modificando, in genere con gradualità, il contenuto ormonale del corpo femminile. Vediamo allora brevemente le principali fasi di tutto il periodo.

Prima fase (pre – menopausa). E’ detta iperestrogenica, cioè aumentano nel sangue gli ormoni estrogeni perché le cellule uovo nelle ovaie cominciano a scarseggiare. Contemporaneamente a una diminuzione dell’ormone progesterone, i cicli mestruali possono essere eccessivamente lunghi e distanziati oppure anche ravvicinati e abbondanti.

Seconda fase (menopausa). In questa, chiamato ipoestrogenica per la scarsa presenza di estrogeni (insieme al progesterone), le cellule uovo sono quasi esaurite e i cicli mestruali cessano.

Terza fase (post – menopausa). Dopo circa un anno di assenza dei flussi mestruali si entra nella terza fase detta di menopausa avanzata o stabilizzata.

Disturbi della pre – menopausa. Questo periodo può essere anche lungo una decina di anni, dai 40 ai 50 anni circa, e numerose donne lamentano disturbi sia psicologici sia organici.

Da un punto di vista psicologico possono aumentare o addirittura insorgere disturbi di tipo ansioso oppure depressivo con anche una vera e propria “angoscia di attesa della menopausa”, in cui la donna comincia a preoccuparsi di tutto ciò che riguarda la “sfera genito – sessuale” allarmandosi per qualsiasi problema come un dolore al seno premestruale (mastodinia), mestruazioni un po’ più dolorose (dismenorrea), variazioni quantitative dei flussi mestruali.

Nel versante organico la carenza di progesterone e l’aumento degli estrogeni possono far comparire o aggravare, oltre a variazioni di ritmo dei cicli mestruali, la cosiddetta “sindrome pre – mestruale” caratterizzata da: tensione mammaria con seno teso e dolente sia al tatto sia, a volte, ai movimenti delle braccia; tensione addominale con meteorismo fastidioso, più o meno pronunciato, spesso associato a costipazione e senso di pesantezza; tensione psichica con irritabilità, sonnolenza, facile affaticabilità, episodi depressivi passeggeri, sensazione di “testa vuota” e svogliatezza. Un ulteriore problema organico, che comporta evidenti riflessi psicologici, è il possibile aumento dell’appetito e della fisiologica ritenzione idrica pre – mestruale che regredisce sempre più difficilmente dopo le mestruazioni con conseguente aumento del peso corporeo.

Disturbi della menopausa. Oltre all’arresto definitivo dei flussi mestruali dovuti alla diminuzione della quantità degli estrogeni circolanti nel corpo, la maggior parte delle donne presenta un insieme di disturbi più o meno marcati e ben sopportati. Questi non sono solo dovuti alle modificazioni ormonali ma anche al “vissuto” psicologico che la cessazione della “funzione genitale” provoca. Vediamo dunque i disturbi principali della menopausa.

Le vampate di calore

Sono queste il segno classico della menopausa, tenendo conto però che non sono sempre presenti o che possono presentarsi anche per altre cause. Le vampate (o sindrome vasomotoria) sono descritte come ondate di calore predominanti a livello della metà superiore del corpo e accompagnate da profusi sudori freddi. Possono comparire in qualunque ora e spesso sono scatenati da fattori emotivi, dalla digestione, dal caldo o dal passaggio da ambienti freddi ad ambienti riscaldati.

La loro evoluzione spontanea è la scomparsa nel tempo, scomparsa però imprevedibile tanto che possono continuare per anni durante i quali, in molti casi, rappresentano un fastidio importante per la vita della donna. Le vampate di calore sono dovute a centri nervosi del cervello, regolanti la temperatura del corpo e l’equilibrio vasomotorio di tutta la rete vasale sanguigna, che si alterano per la carenza di estrogeni provocando a volte anche difficoltà circolatorie, gambe pesanti, crampi, varici, pressione alta.

Disturbi genitali. Sempre a causa della diminuzione o della scomparsa degli estrogeni, diverse strutture dell’apparato genitale vanno incontro a involuzione: le tube si atrofizzano, l’utero diventa più piccolo ed eventuali fibromi in esso presenti si riducono, la vagina diminuisce la sua elasticità tanto che a volte il rapporto sessuale può essere doloroso, la ghiandola mammaria regredisce, i capezzoli diventano più chiari e la cute diventa meno morbida, i depositi adiposi che caratterizzano la silhouette femminile diminuiscono. In questo periodo possono esserci pruriti vaginali, aumento della frequenza urinaria, infezioni del tratto urinario come cistiti. Altri disturbi non genitali relativamente frequenti sono: mal di testa, dolori alle gambe, difficoltà digestive, palpitazioni, dolori al torace, unghie e capelli fragili.

Disturbi psicologici. La scomparsa delle mestruazioni richiama da un lato la cessazione della “funzione riproduttiva” che può essere associata a una sorta di mancanza di un ruolo socio – familiare, dall’altro lo spettro dell’invecchiamento che si presenta in modo improvviso è confermato dalle modificazioni cutaneo – genitali. E’ un periodo difficile in cui inevitabilmente la donna rimette in discussione se stessa per tendere psicologicamente a una accettazione equilibrata della nuova situazione biologica. Il più delle volte questa fase della vita è ben superata e molte donne riescono ad acquisire una nuova immagine di sé vitale e creativa nonostante l’assenza del ciclo mestruale, in altre invece vi possono essere disturbi emotivi, anomalie del comportamento (facile aggressività, instabilità emotiva) e anche problemi sessuali, manifestazioni depressive, crisi d’ansia o d’angoscia aggravate da insonnia e continua stanchezza, manifestazioni psicosomatiche come mal di testa, dolori agli arti inferiori, palpitazioni.

Il problema osteoporosi

Si è qui preferito trattare il problema dell’osteoporosi distaccandolo dalla diretta conseguenza della menopausa perché questa non è una malattia causata, appunto, dalla menopausa! La menopausa infatti non provoca l’osteoporosi bensì può favorirne l’insorgenza o, ancora di più, accelerare il processo morboso e osseo già in atto in chi è predisposto. L’osteoporosi è una rarefazione della massa ossea nel suo insieme ed è un fenomeno naturale nella misura in cui rappresenta uno degli aspetti dell’invecchiamento del corpo, mentre è una vera e propria malattia quando la complessiva massa ossea (valutata nell’infanzia intorno al 25 per cento) scende sotto l’11 per cento dell’intera massa corporea. In questo caso l’osteoporosi può causare cedimenti o fratture spontanee soprattutto delle vertebre della colonna e dei femori.

Non tutti sanno che questa riduzione progressiva del tessuto osseo inizia tra i venti e i trent’anni e che continua fino alla morte caratterizzandosi diversamente per intensità tra individuo e individuo. Mentre per l’uomo la rarefazione è di solito regolare nel tempo, nella donna invece può subire un processo di accelerazione proprio nel periodo della menopausa. La causa di tutto ciò sarebbe dovuta (il condizionale è d’obbligo perché non esiste una ragione certa ma si sa soltanto che la terapia ormonale può rallentare il processo morboso) alla drastica diminuzione degli estrogeni, ormoni che sembrano aiutare l’assorbimento intestinale del calcio dalla dieta e aiutare il suo utilizzo a livello osseo. I fattori di rischio di osteoporosi nelle donne sono: eccessiva diminuzione degli estrogeni in pre – menopausa; menopausa precoce o provocata da interventi chirurgici; familiarità; magrezza; dieta povera di calcio; eccessive proteine nella dieta; abuso di alcol; fumo di sigaretta; vita sedentaria.

Medicina ufficiale. La terapia ormonale sostitutiva è il cardine terapeutico per i disturbi della menopausa e lo specialista ginecologo decide caso per caso il tipo di farmaco, il modo di somministrazione (cerotto, pillola) di composti con estrogeni e progesterone. In genere sono due gli atteggiamenti clinici dello specialista:

  1. l’estrogeno, terapia causale limitata alle donne che avvertono disturbi da menopausa mal sopportati o da applicare a donne giovani in menopausa chirurgica o precoce;

  2. l’astensione terapeutica basata sul fatto che i disturbi della menopausa sono un inevitabile corollario del processo di esaurimento della “funzione riproduttiva” femminile e che comunque si attenueranno spontaneamente con il tempo.

La terapia con estroprogestinici allevia in oltre il 90 per cento dei casi le vampate di calore; diminuisce i processi di invecchiamento cutaneo; in alcuni casi migliora l’umore, la concentrazione, la memoria; rallenta l’osteoporosi; diminuisce la frequenza di vaginiti; dà maggiore elasticità alle pareti vaginali migliorando così i rapporti sessuali; riduce il rischio di infarto cardiaco (rischio che nella donna in menopausa è uguale a quello dell’uomo):

D’altro canto vi sono controindicazioni all’utilizzo di preparati estroprogestinici che sono: malattie del fegato, ipertensione arteriosa, disturbi cerebrali vascolari, tumori dell’utero e della mammella, fibromi, diabete, epilessia, cefalea vasomotoria, obesità, varici, eccessivo uso di sigarette, menopausa tardiva.

Medicina tradizionale cinese. Per questa antica medicina la menopausa è dovuta al fisiologico calo dell’energia dei reni, organi che, per i cinesi, nutrono l’apparato genitale – riproduttivo. Quando però vi è una situazione energetica di deficit cronico dell’energia renale negli anni precedenti la menopausa (per sindromi ansioso – depressive, stress psicofisici, eccesso di sale nella dieta, malattie renali, angosce e paure, tossicità da farmaci, carenza di acqua nella dieta, malattie croniche debilitanti, abusi sessuali) i disturbi al cessare delle mestruazioni possono essere molto fastidiosi. E’ il caso, per esempio, delle vampate chiamate “fuoco che si libera verso l’alto per difetto importante dell’energia acqua – rene”. Oltre alle vampate, il medico esperto di medicina cinese valuta, secondo i sintomi, quali sono le energie di altri organi spesso implicati nei disturbi che molte volte accompagnano le vampate, cioè: nel caso siano interessate solo le energie renali ci possono essere concomitanti lombalgie, dolori articolari, stanchezza, acufeni (percezione di fischi uditivi), irritabilità, diminuzione della memoria, urine scarse. Quando si presentano squilibri energetici del fegato sono presenti mal di testa, dolori mestruali con crampi e vertigini. Se invece la donna accusa ansia, insonnia, cardiopalmo, sudorazione eccessiva, è l’energia del cuore o dell’intestino tenue a non essere in equilibrio; dolori gastrici, difficoltà digestive, stitichezza, meteorismo, sono tutti i sintomi causati dall’energia dello stomaco. Quando infine le vampate sono associate a oppressione toracica, mancanza d’aria, orticaria, l’organo non equilibrato energeticamente è il polmone.

La terapia allora, con agopuntura, moxa (bastincini di erba artemisia atti a scaldare alcuni punti del corpo), erbe cinesi, ha lo scopo di tonificare l’energia renale, riequilibrare le energie degli altri organi interessati placando così le vampate e i sintomi coesistenti.

Omeopatia. Il medico esperto in omeopatia in genere cerca di prevenire i disturbi della menopausa individuando, molto prima dell’evento, qual è il rimedio più adatto a mentenere in equilibrio l’insieme psicofisico della donna. Quando invece sono presenti disagi menopausali possono essere molto utili i seguenti rimedi:

Graphites. Rimedio per le donne tendenti all’obesità con stitichezza, freddolosità, apatia e soggette a dermatosi o eczemi vaginali.

Lachesis. Quando le vampate sono “brucianti” e descritte a volte con sensazione di calore al cuoio capelluto, aacompagnate da sudori, svenimenti, perdita di memoria, palpitazioni, irritabilità, aggressività.

Nux vomica. E’ il rimedio per le donne ipersensibili che presentano spesso brividi alternati alle vampate, nausea, gastrite, mal di testa, sapore amaro in bocca, cistiti.

Cura con le erbe. Numerose sono le piante medicinali che curano o placano i disturbi della menopausa anche perché fra queste alcune sono di riconosciuta attività similestrogenica. Una su tutte è la salvia officinalis, ricchissima di estrogeni naturali tanto che è utilizzata con efficacia non solo nella menopausa ma anche nei dolori mestruali e nella regolarizzazione dei cicli. Altra pianta indicata in menopausa è il fieno greco (nota fin dai tempi egizi in cui veniva descritta come la pianta che “mantiene giovani”), dotato di proprietà rimineralizzanti e dunque efficace per l’osteoporosi. La sequoia gigantea, poi, è la pianta per la diminuzione di energia sia fisica sia psichica tanto che è da assumere quando la menopausa provoca stanchezza e depressione mentale. La cardiaca e il sorbo, infine, sono le due piante più indicate, grazie alle loro proprietà sedative e drenanti, nelle vampate di calore associate a stati ansiosi, insonnia, ipertensione, insufficienza venosa con gonfiori, varici, iperirritabilità.

Un giro di boa

Nella società attuale il “produrre” è spesso indicato come la misura del valore umano e in questo contesto la menopausa sembra a volte rappresentare il “momento buio” del declino. Ecco allora che depressione, angoscia, timore divengono i sintomi legati alla sensazione, di non poche donne, di essere giunte a una tappa definitiva del cammino della vita caratterizzato da un “vuoto” che sembra incolmabile e cioè la fine di una funzione “femminile – sociale” quale può essere quella “riproduttiva” della specie. Se poi questo vuoto si allarga allo spazio familiare in cui i figli, per esempio, ormai autonomi, lasciano la casa, oppure il marito, magari vicino al pensionamento, comincia e dedicare più tempo ai propri interessi dopo anni di “duro lavoro”, la donna può trovarsi a essere come ridimensionata anche nel ruolo di moglie, madre o compagna.

Allora tutto può sembrar congiurare per far credere di essere arrivate a un giro di boa dove, più o meno consapevolmente, si ha la sensazione che “il proprio tempo” sia concluso con poche prospettive dal punto di vista emotivo, affettivo e sociale per il futuro. In realtà certe depressioni menopausali, potrebbero essere prevenute e curate facendo prendere coscienza, a chi ne soffre, che questa fase della vita non è la fine di qualcosa ma la trasformazione e l’inizio di qualcos’altro dove il “femminile” può essere altrettanto creativo ed espressivo nonostante il cessare della funzione riproduttiva.

La menopausa, infatti, non significa affatto “sterilità” nella vita della donna ma anzi, per così dire, sposta il senso creativo da un “mondo – uterino” a uno emotivo – esistenziale non più legato al corpo, dove nuovi, o rinnovati interessi, spazi, affettività possono dare il senso di una rinascita in questo momento. Non è un caso, in questo senso, che molte donne con pochi disturbi da menopausa raccontino, chi in un modo chi in un latro, di avere incanalato, in questo periodo, le “energie” prima dedicate alla casa, ai figli, al marito, in nuove direzioni, come alla ricerca di diverse modalità espressive di se stesse. La via per vivere serenamente la menopausa passa dunque attraverso l’accettare la fine di un ciclo vivendo contemporaneamente la nascita di un altro altrettanto vitale e riscoprendo quella che antiche culture chiamavano “l’età d’oro” perché impregnata dalla consapevolezza di sé al di là dei condizionamenti del corpo.

I consigli per essere tranquille

Qui di seguito i consigli che le donne dovrebbero seguire per stare bene anche psicologicamente durante questo difficile periodo della loro vita e anche per prevenire l’osteoporosi

ALIMENTAZIONE

Protagonisti dell’alimentazione devono essere i carboidrati (pane, pasta, riso, fiocchi di cereali integrali). Questi generano energia di rapido consumo senza residui tossici.

  • Verdura e frutta ricche di vitamina A e di vitamina C (broccoli, cavoli, peperoni, agrumi, fragole, carote, zucca, verdure a foglia larga) sono preziose per le loro proprietà antiossidanti.

  • Legumi e cereali sono da utilizzare in abbondanza da un lato per sostituire la carne e dall’altro per aiutare la funzionalità intestinale.

  • I grassi vegetali (oli d’oliva, di mais e di girasole) sono da privilegiare rispetto a quelli animali per il loro contenuto di acidi grassi essenziali indispensabili per rallentare l’invecchiamento cellulare e per mantenere elastica la pelle.

  • La soia, ricca di fosfolipidi (utili per prevenire l’invecchiamento cerebrale), contiene sostanze con una modica azione simil – estrogenica.

PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI

L’esercizio fisico previene la diminuzione del tessuto osseo. Non è necessario svolgere un’attività fisica intensa ma sforzi intermittenti diversificati, ripetuti in piccole serie con il beneficio inoltre del recupero di mobilità, agilità e forza muscolare. Per cominciare, il miglior esercizio è quello di camminare per un’ora continuativa tre volte la settimana.

VITAMINA D

Questa vitamina stimola l’assorbimento intestinale del calcio e oltre a preparati farmacologici è presente in quantità elevata nell’olio di fegato di merluzzo, nel germe di grano, nell’ananas, nel lievito di birra. La vitamina D peraltro può essere prodotta anche dall’organismo quando la pelle viene esposta alle radiazioni solari e dunque “prendere il sole” anche in inverno è un’ottima cura anti osteoporosi.

CALCIO

La quantità di calcio giornaliera da assumere è di circa mille mg e oltre al latte e ai suoi derivati (cui a volte però si può essere intolleranti) questo composto fondamentale per le ossa si trova anche in buone quantità in: nocciole, mandorle, farina di soia, crescione, semi di sesamo, fagioli, cipolle, sogliola, cavoli, finocchi, piselli.

  • Abolire caffè, fumo, alcol perché determinano un bilancio negativo del calcio e sono associati a un maggior rischio di osteoporosi.

ERBE CURATIVE

Oltre alla “salvia officinalis” fra le erbe dotate di proprietà estrogene e tradizionalmente usate nella cura dell’osteoporosi (ma anche per i disturbi della menopausa) vi sono: “angelica sinensis”, liquirizia, cimifuga, finocchio selvatico.

MINERALI PER LA CURA DEI DISTURBI

Con l’oligoterapia (terapia con i minerali) è possibile prevenire e curare molti disturbi della menopausa.

  • Manganese. Oligoelemento adatto alle donne che in pre – menopausa hanno dolori mestruali con cicli ravvicinati (soprattutto nella fase iperestrogenica). Utile anche a chi soffre di concomitanti disturbi digestivi, artrosici e nei mal di testa che possono comparire in menopausa.

  • Manganese e cobalto. Associazione minerale utile nelle turbe circolatorie della menopausa (vampate, caviglie gonfie) associate soprattutto ad ansietà, emotività, disturbi dell’umore, depressione.

  • Zinco e rame. Oligoelementi che correggono le disfunzioni ormonali in pre – menopausa associate a perdita di capelli, unghie fragili, calo del desiderio sessuale, infezione delle vie urinarie.

  • Litio. Minerale indicato per tutte le turbe di tipo psicologico menopausali, in particolare la depressione. Utile anche contro la tendenza a ingrassare, i pruriti vaginali e le vampate.

Dott. Antonio Turetta

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