Le parole che hanno attinenza con la respirazione sono tutte legate al concetto di “vivere”. Anche in latino era ammesso il significato delle parole “respiro” e “anima” (ciò che alita, soffia, spira), da cui deriva infine la parola “animale” che significa “l’essere dotato di respiro”. E’ in questo modo che si differenzia il mondo animato da quello inanimato, cioè viene definito “vivo” qualunque essere od organismo dotato di funzione respiratoria. Quanto detto è una premessa necessaria per comprendere il dramma vissuto dalle persone sofferenti di asma, perché questa malattia durante gli attacchi “toglie l’aria” a tal punto che l’ammalato spesso ha paura di morire.

Il respirare dunque coincide con la vita mentre l’asma è una malattia che limita di molto la qualità del vivere perché a volte diviene una vera e propria condanna a essere “sospesi a un filo d’aria”. Però prima di affrontare l’asma, malattia che colpisce circa tre milioni di italiani, occorre brevemente descrivere che cosa vuol dire respirare affinché si comprenda quanto questa funzione vitale sia indispensabile e, nel contempo, imparare a rispettare l’aria che circonda ogni elemento della natura.

Per la medicina respirare vuol dire far giungere l’ossigeno presente nell’aria a tutte le cellule del corpo dove la sostanza diviene il “combustibile” necessario per le trasformazioni chimiche vitali (“respirazione cellulare”).

Ne consegue la produzione di anidride carbonica, considerata “gas di scarico”, che viene quindi allontanata dalle cellule per essere immessa in seguito, come vedremo, nell’aria esterna all’organismo. Perché tutto ciò avvenga sono necessarie due funzioni in stretta dipendenza fra loro: la circolazione del sangue, attivata dal ritmico contrarsi e dilatarsi del cuore, e la “respirazione polmonare”. Quest’ultima è caratterizzata da due strutture: le vie aeree superiori (naso – faringe – laringe – trachea) e le vie aeree inferiori (nel senso di profonde) cioè i bronchi e i polmoni.


Come l’ossigeno giunge alle cellule

L’aria entra nel naso (filtro per i corpi estranei, impurità e con l’importante funzione di riscaldarla e umidificarla) quindi transita nella faringe (cavità posta dietro il naso e la gola, dove le ghiandole adenoidi e tonsille funzionano da barriere di difesa immunitaria) poi passa per la laringe (situata internamente al cosiddetto “pomo d’Adamo” e in cui vi sono le corde vocali) per scendere infine nella trachea e nei bronchi fino al vero e proprio tessuto polmonare. In questo luogo, formato da circa trecento milioni di piccoli “palloncini” chiamati alveoli, avvengono i cosiddetti scambi gassosi, cioè l’ossigeno (presente nell’aria in una percentuale del 21 per cento) passa nel sangue del circolo polmonare scambiandosi con l’anidride carbonica, il gas di scarico che, percorrendo a ritroso lo stesso tragitto dell’aria, verrà infine espulsa all’esterno.

Nel sangue l’ossigeno si lega ai globuli rossi, liberati dall’anidride carbonica che trasportavano, e ceduto alle cellule di tutto il corpo grazie appunto alla circolazione sanguigna “generale” azionata dalla forza di contrazione del cuore.


Ecco come lavorano i polmoni

L’entrata e l’uscita di aria, ossigenata o carica di anidride carbonica, sono garantite però dalle due azioni principali dell’apparato polmonare, cioè rispettivamente l’inspirazione e l’espirazione. Queste sono possibili grazie alla conformazione della struttura muscolo – scheletrica contenente i polmoni (denominata cassa toracica) che, comportandosi come un mantice, quando si espande favorisce il risucchio di aria mentre quando si riduce la espelle all’esterno.

L’inspirazione
La forza di espansione (inspirazione) del “mantice” è costituita dal lavoro attivo dei muscoli posti fra le coste (intercostali) e dal diaframma (muscolo a forma di cupola situato sotto i polmoni). Mentre i primi dilatano il torace, il secondo, abbassandosi e appiattendosi, favorisce ancora di più l’entrata dell’aria dal naso e la sua distribuzione a tutto il tessuto polmonare.

L’espirazione
L’espirazione invece avviene di solito passivamente perché i polmoni tendono a svuotarsi spontaneamente grazie alla loro notevole elasticità.

Per comprendere meglio che cosa accade nella malattia asmatica vediamo come avviene il controllo della respirazione. L’essere umano respira 25.920 volte al giorno e di solito senza saperlo (controllo involontario). Se però una persona “ci pensa” può controllare la frequenza e la profondità del proprio respiro (controllo volontario). Inoltre può trattenerlo per breve tempo fino a che un meccanismo più forte della volontà riprende il comando obbligandolo a respirare.

Dunque il controllo del respiro è contemporaneamente volontario ed involontario. Quest’ultimo avviene tramite il sistema nervoso, cioè i muscoli respiratori si attivano perché ricevono impulsi nervosi ad intervalli regolari da un “centro respiratorio” situato nel cervello.


Che cos’è l’asma

Questo “centro” è influenzato soprattutto da due fattori: la quantità di anidride carbonica e di ossigeno presenti nel sangue: se la prima aumenta, per esempio durante l’esercizio muscolare, il “centro respiratorio” rende più frequente la respirazione per eliminarla più velocemente; se il secondo è carente, per esempio in ambienti dove è minore la sua percentuale nell’aria, il “centro” aumenta sia la profondità sia il ritmo del respiro.

Vi sono poi altri fattori che influenzano il centro respiratorio e sono: fattori fisiologici, quali il sonno (il respiro rallentato), la digestione e il clima caldo (respiro più superficiale), il freddo (respiro più lento e profondo), oppure fattori psicologici, come la paura (respiro rapido e affannoso), l’ansia (respiro superficiale e rapido).

La più recente definizione di asma è: “Affezione caratterizzata da attacchi acuti di respiro corto indotti da agenti diversi o da attività fisica, accompagnata da segni clinici di ostruzione bronchiale totalmente o parzialmente reversibile tra un attacco e l’altro”.

In altre parole si tratta di una difficoltà respiratoria che insorge improvvisamente, via via diventando più grave, e direttamente causata dalla restrizione dei bronchi (“spasmo bronchiale”). La sua caratteristica non è tanto quella di impedire l’entrata dell’aria nei polmoni, quanto quella di rendere molto difficoltosa la sua fuoriuscita.

L’incidenza dell’asma, pur con sensibili variazioni in relazione all’età, alle categorie professionali, alle diverse aree geografiche, raggiunge percentuali che in Italia vanno, a secondo di diverse stime, dal 2,5 al 7 per cento della popolazione (circa tre milioni di persone). In particolare: la percentuale è più elevata nelle medie – grandi città ed è ridotta nelle aree agricole; si manifesta a qualsiasi età ma è più frequente nei bambini sotto i dieci anni con una preferenza del sesso maschile (dopo la pubertà più colpite sono le donne); tra i 30 e i 40 anni si può manifestare indifferentemente in entrambi i sessi e al di sopra dei 45 anni è molto raro riscontrarla come malattia a sé stante (in questo caso la malattia tende invece a sovrapporsi ad altre patologie polmonari, come, per esempio, la bronchite cronica di frequente causata dal fumo di sigarette).

Ecco le cause

L’asma è considerata una malattia disfunzionale, cioè non si riscontrano lesioni o modificazioni della struttura dei bronchi, ma un cattivo funzionamento delle normali attività fisiologiche. I bronchi (canali dove passa l’aria e appartenenti alle vie aeree profonde) sono formati da una struttura cartilaginea principale, una mucosa atta appunto a produrre muco (utile per la difesa da agenti esterni nocivi al corpo) e una muscolatura circolare finalizzata a “broncostringere” o a “broncodilatare” in funzione di un minore o maggiore passaggio dell’aria (per esempio, nell’attività fisica, nel sonno, quando c’è esigenza di molto o poco ossigeno).

Ebbene, nell’asmatico si riscontra un’abnorme reattività (cioè iperattività) bronchiale di base a stimoli esterni al corpo di varia natura (pollini, peli d’animali, fumo) tanto che in presenza di questi aumenta molto la produzione di muco e si attiva la muscolatura nel senso della broncocostrizione.


Perché si soffre

A tutt’oggi non è ancora chiaro perché in alcuni individui vi sarebbe questa iperattività bronchiale né perché in molti asmatici gli attacchi insorgono anche senza la presenza degli stimoli esterni al corpo sopracitati. Per quanto riguarda quest’ultima casistica l’asma si può dividere in due categorie:

Asma estrinseca
Si tratta di una malattia che insorge come una vera e propria reazione allergica da pollini (graminacee, parietaria, olivo, pioppo), polveri domestiche, forfora di animali, farmaci (acido acetilsalicilico), alimenti. Questo tipo di asma è presente nel 35 per cento delle persone sofferenti di allergie primaverili ed estive, e dunque si può quasi sempre individuare l’allergene (sostanza che crea l’allergia). Questo tipo di asma colpisce in genere individui bambini e adolescenti ed è frequentemente evidenziabile una familiarità (da non confondere con ereditarietà) dell’affezione e questo significa che uno o tutti e due i genitori soffrono di allergia stagionale.

Asma intrinseca
La malattia in questo caso colpisce persone adulte in cui non è dimostrabile alcuna reazione allergica né una familiarità e di solito compare improvvisamente dopo uno sforzo fisico oppure un intenso stress emotivo. In alcuni casi può essere una complicazione di una malattia infettiva polmonare o della bronchite cronica (malattia che colpisce soprattutto i fumatori e le persone che vivono nelle città ad alto tasso di inquinamento ambientale). Ma in molti altri casi non c’è nessuna causa organica “scatenante” ben identificabile tanto che la medicina ufficiale ipotizza vi siano cause “psicosomatiche” alla base della malattia.

In qualsiasi momento del giorno o della notte (di solito tra la una e le tre) la persona sofferente di asma può venire colta improvvisamente da un senso di costrizione al torace che diventa sempre più grave. Nelle prime fasi dell’attacco si manifestano colpi di tosse, secchi e stizzosi, accompagnati da respiro affannoso con una progressiva fatica a espirare. Tutto ciò porta a una vera e propria “fame d’aria” perché come non si riesce a “svuotare” i polmoni così diviene difficoltoso “portare dentro” l’aria.

Quando la crisi è conclamata la tosse diviene “produttiva” cioè di tipo mucoso e l’individuo non può giacere disteso. Molte volte l’asmatico, se è notte, si solleva sul letto e si pone cavalcioni su una sedia o si appoggia al davanzale di una finestra piegandosi in avanti con le spalle sollevate, come a facilitare la respirazione.


Come si manifesta

Per tutta la durata dell’attacco la persona è angosciata, pallida, madida di sudore freddo e manifesta un’estrema difficoltà ad esprimersi con le parole dimostrando uno stato molto ansioso.

Nell’asma estrinseca insieme a quelli sopraddetti sono frequenti i sintomi tipici del raffreddore allergico come starnuti, bruciore agli occhi ed alla mucosa nasale, e gli attacchi (di solito stagionali) possono essere violenti e ravvicinati.

Nell’asma intrinseca, invece (asma non allergica), gli attacchi caratterizzati soprattutto dalla tosse e dalla difficoltà espiratoria, sono seri ma di solito brevi e possono essere scatenati dallo sforzo muscolare (accessi di tosse, starnuti, risate, pianto con singulti, fumo, inquinamento ambientale, nebbia, tensioni emotive) e nelle donne sovente c’è un rapporto tra l’intensità dell’asma con le fasi del ciclo mestruale, alcuni periodi della gravidanza, il puerperio, l’inizio della menopausa.

Generalmente la storia clinica (anamnesi) di un individuo asmatico indirizza il medico alla diagnosi del tipo di asma presente. Tuttavia, poiché a volte vi sono forme miste dei due tipi di asma, occorre spesso effettuare dei test cutanei (oppure di reattività bronchiale). Si inoculano cioè nella parte superficiale di un avambraccio minime quantità di sostanze “allergizzanti” per osservare a distanza di ore se vi siano reazioni allergiche locali (il test sarà spiegato in dettaglio più avanti). Qualora queste ultime fossero presenti (positività al test) la diagnosi di asma allergica prevale su quello di asma intrinseca e viceversa.


Come si fa la diagnosi

Nei laboratori di “fisiopatologia respiratoria”, si effettuano indagini strumentali utili non solo a confermare la diagnosi, ma anche a valutare se vi sono deficit respiratori globali conseguenti gli attacchi di asma (la finalità è quella di prescrivere terapie farmacologiche e rieducative del respiro anche quando non sono presenti gli attacchi di asma). Vediamone alcuni.

Spirometria basale. La persona inspira ed espira (con le narici chiuse) in un boccaglio collegato a un apparecchio (spirometro) misuratore della quantità di aria che entra ed esce dai polmoni.

Test della corsa. L’individuo corre su un tappeto scorrevole mentre inspira ed espira in uno spirometro. In tal modo si valuta come e quanto la fatica muscolare provochi difficoltà respiratoria (dispnea), abnormi caratteristiche nell’asmatico.

Test alla metacolina. Questa sostanza viene nebulizzata attraverso un aerosol e fatta respirare alla persona che si sospetta affetta da asma. Ebbene, in un individuo asmatico la metacolina provoca un’immediata broncocostrizione (dispnea acuta).

I principali farmaci impiegati nella terapia dell’asma hanno la finalità di bronco – dilatare e di bronco – disostruire perché la base dell’attacco asmatico è, appunto, lo spasmo della muscolatura dei “canali” delle vie aeree profonde polmonari. Vediamo ora alcuni di questi farmaci (ottenibili solo su prescrizione medica) descrivendo insieme effetti terapeutici e indesiderati (o collaterali).

Le terapie da seguire

Beta due stimolanti. Sono farmaci che agiscono su punti particolari della muscolatura bronchiale (recettori Beta due) che già fisiologicamente dilatano i canali delle vie polmonari. Dunque queste medicine funzionano iperstimolando la disostruzione bronchiale e vengono utilizzati per aerosol (confezione spray). Sono molto efficaci durante l’attacco di asma e agiscono già dopo dieci minuti, devono essere impiegati con grandissima cautela in persone con cardiopatie e possono causare effetti collaterali come tremori, tachicardia, pressione bassa.

Teofillina. Sostanza che rilascia la muscolatura bronchiale. Viene assunta come elisir, capsule, compresse e può avere un’azione rapida o lenta nel tempo (formula retard). Gli effetti collaterali possono essere: anoressia, nausea, vomito, dolori addominali, mal di testa, insonnia, irritabilità.

Di sodio cromoglicato. Farmaco scoperto alla fine degli anni Sessanta e che ha dato inizio a un radicale cambiamento di attitudine medica nei riguardi del trattamento dell’asma perché sposta la terapia dalla cura del sintomo alla prevenzione. Infatti la sostanza non è in grado di interrompere una crisi asmatica in atto ma, attraverso un’azione protettiva delle cellule bronchiali, può prevenire gli episodi asmatici di origine sia allergica che non allergica.

Il Di sodio cromoglicato dà risultati positivi rispetto agli adulti. Come effetti collaterali dà eccezionalmente broncocostrizione, irritazione bronchiale, tosse; più frequente, invece, è un’irritazione faringea dovuta alla particolare modalità di somministrazione, cioè come “polvere inalabile”.

Cortisonici. Il cortisone è un potente farmaco con attività antinfiammatoria, antiallergica e facilitante la dilatazione dei bronchi. Viene spesso utilizzato negli attacchi acuti d’asma (soprattutto in quelli di derivazione allergica) e per favorire l’azione dei farmaci sopra descritti. Se assunto per lungo tempo il cortisone può provocare ulcera, diabete, ritenzione idrica.

Immunoterapia. Quando un medico ha di fronte una persona sofferente di asma cerca sempre di scoprire se la malattia deriva da una allergia oppure no e, come detto, uno dei test è quello delle reazioni cutanee. Si inoculano nella pelle dell’avambraccio della persona soluzioni diluite di pollini, polveri, forfora di animali, e si osservano le reazioni cutanee dopo 24-48 ore. Qualora vi fosse positività al test (rossore, gonfiore nelle zone di inoculazione) si può fare diagnosi di asma allergica (o estrinseca) e precedere, oltre alle terapie già descritte, alla cosiddetta immunoterapia. E’ questa una desensibilizzazione dell’organismo alla sostanza (allergene) che causa l’allergia e si pratica inoculandola sotto la cute del braccio iniziando dapprima con piccole dosi ricche d’acqua, via via crescenti nel tempo, praticamente fino alla “dose” massima che però non scatena l’attacco asmatico. L’intervallo delle somministrazioni è di 3-4 settimane e va continuato per circa due anni. La terapia è più efficace nei bambini e più nella rinite allergica che nell’asma. E’ indicata soprattutto negli asmatici che non rispondono bene alle terapie sopra descritte e va praticata soltanto da medici esperti perché può provocare serie reazioni locali e allergie generalizzate.

Da qualche anno a fianco delle terapie farmacologiche viene sempre più prescritta la “rieducazione respiratoria“. E’ questa una metodica supportata da varie tecniche (dove si impegnano équipe formate da pneumologi, fisiatri e terapisti della riabilitazione) per consentire alla persona malata di asma di recuperare una capacità respiratoria efficace in tutte le attività della vita quotidiana.

“Allenarsi” a respirare

Sulla base di questi presupposti sono nate delle vere e proprie “palestre – laboratorio” dove la persona asmatica compie un percorso quotidiano (in media per tre settimane) di allenamento a respirare bene mentre impegna il proprio corpo in sforzi fisici. Tutto ciò viene effettuato senza trascurare sforzi per così dire “emotivi”, in modo personalizzato; i vari programmi infatti tengono in gran conto la personalità, il ruolo sociale, il lavoro, l’età, di ogni individuo.

Le medicine alternative. Nel campo delle cosiddette medicine alternative o parallele l’asma viene affrontata sia nello stadio delle cause che nella conseguente cura, in modo forse più globale di quanto faccia la medicina tradizionale, cioè in queste la persona ammalata di asma viene considerata affetta da un disequilibrio psicosomatico dove la malattia diviene l’effetto finale di una debolezza preesistente causata da fattori alimentari, energetici, emotivi. Vedremo come agopuntura, omeopatia, medicine psicosomatiche e altre affrontano la malattia asmatica.


Le regole d’oro per stare bene

Consigli utili per affrontare nel modo migliore questi fastidiosi disturbi

I SINTOMI DELL’ASMA

Improvviso senso di costrizione al torace via via più grave

Iniziali colpi di tossi secche e stizzose

Progressiva fatica a espirare

La tosse diventa “produttiva”, cioè di tipo mucoso, e la persona cerca in tutti i modi di espettorare

La sensazione di “fame d’aria” costringe l’asmatico a stare seduto (spesso a cavalcioni di una sedia o appoggiato al davanzale di una finestra).

Durante tutto l’attacco la persona appare pallida, a volte con le labbra bluastre, e madida di sudore

E’ presente ansia, difficoltà a esprimersi con le parole, agitazione motoria, angoscia per la paura di morire

Nell’asma “estrinseca” (cioè allergica) possono essere concomitanti i sintomi della rinite stagionale (starnuti, bruciore agli occhi e al naso, lacrimazione)


TIPI D’ASMA E CAUSE

Asma estrinseca

Asma di tipo allergico cioè derivata da un’anomala reazione dei bronchi polmonari a sostanze esterne al corpo come pollini (graminacee, parietaria, olivo, pioppo), polveri domestiche (dermatofagoide), forfora di animali (pelo del gatto eccetera), farmaci (acido acetilsalicilico). Il 35 per cento delle persone con allergie primaverili estive soffrono di asma ma non tutti gli asmatici allergici hanno la rinite stagionale

Asma intrinseca

Asma di tipo non allergico in cui è presente un’anomala reattività bronchiale a stimoli sia esterni che interni al corpo come sforzi fisici, fumo di sigaretta, inquinamento, “stress”, sindrome ansiosa, nebbia, accessi di tosse, starnuti, risate, pianto con singulti. Le cause sono non chiare e si ipotizzano di tipo psicosomatico

A CHI RIVOLGERSI

Lo specialista da consultare è lo pneumologo o l’immunologo

Vi sono centri specialistici dove è possibile attuare la terapia farmacologica insieme alla rieducazione respiratoria con fisiatri (medici specialisti in terapia fisica e riabilitazione) e fisioterapisti

LE PROVE DIAGNOSTICHE

I “test” diagnostici sono:1) “test” di reattività cutanea (o bronchiale) per diagnosticare o no la presenza di allergia; 2) spirometria basale per misurare le quantità (anche rapportate tra loro) di aria inspirata ed espirata; 3) “test” della corsa per valutare quanto la fatica muscolare provochi asma; 4) “test” alla metacolina per osservare quanto questa sostanza provochi difficoltà respiratoria

CHE COSA FARE DURANTE UN ATTACCO DI ASMA

Se capita di notte (frequente) non stare al buio: infatti l’assenza di luce aumenta molto il senso di impotenza e l’angoscia che pervade il malato

Umidificare molto l’ambiente perché così si favorisce la fluidificazione del muco bronchiale

Cercare di stare seduti con i piedi a terra e gomiti appoggiati alle ginocchia; in questa posizione si favorisce la respirazione con il muscolo diaframma

Non muoversi molto perché così facendo i muscoli del corpo hanno bisogno di più ossigeno e la respirazione non può adeguarsi alla richiesta

Chi è vicino all’asmatico (soprattutto se è un bambino) deve cercare di tranquillizzarlo standogli accanto.

Dopo aver descritto quali sono le cause, come si diagnostica e come si cura la malattia asmatica secondo la medicina ufficiale, vediamo ora come questa malattia, che colpisce circa tre milioni di italiani, viene affrontata dalle cosiddette medicine alternative, o “parallele”. Per comprendere meglio come agopuntura, omeopatia, oligoterapia, medicina psicosomatica esaminano l’asma, occorre premettere che queste medicine considerano l’uomo in “buona salute” quando è in perfetta armonia con se stesso, con la natura, con l’ambiente, e “malato” quando vi è un turbamento o una frattura di questi molteplici e complessi equilibri.


La medicina cinese

Il polmone, per la medicina cinese, è come un mantello che avvolge e protegge tutti gli altri organi; durante l’inspirazione riceve l’energia che proviene dall’aria e, con il sangue, la distribuisce al corpo; nell’espirazione invece il polmone espelle all’esterno “ciò che è stantio”, purificando l’organismo. L’olfatto, la voce, il tatto, la pelle, i peli, i capelli, le ghiandole sudoripare dipendono da quest’organo che, tra l’altro, regola tutti i rapporti tra ciò che sta dentro il corpo e l’esterno. Per i medici cinesi l’asma viene rapportata ai sintomi. Dispnea (difficoltà respiratoria) con tosse ed è distinta in asma da “pieno” energetico (asma estrinseca) e in asma da “vuoto” energetico (asma intrinseca).

L’asma da “pieno”
Presupposto di questo tipo di asma è la diminuzione dell’energia polmonare che può essere causata da: ereditarietà; fattori psicologici infantili quali la carenza d’affetto soprattutto da parte della madre (reale o “fantastica” dal bambino); fattori psicologici in età adulta quali la tristezza, la malinconia, gli “abbandoni”, i lutti affettivi; fattori irritativi quali il fumo o l’inquinamento ambientale; infiammazioni acute delle prime “vie aeree” come faringiti – tonsilliti – riniti; eccessi alimentari soprattutto quando si eccede in “sapori” che la medicina cinese considera piccanti, quali il rosmarino, lo zafferano, la carne di cavallo, il peperoncino, le rape, le cipolle e l’aglio, le carote, i finocchi.

In tutte le situazioni sopraddette il polmone, in “vuoto” di energia, può essere attaccato da fattori esterni al corpo che vanno a riempire il vuoto. Ecco allora che l’asma da “pieno” può essere suddivisa in due sottogruppi:

Asma da pieno di freddo. Il freddo penetra nei polmoni e i sintomi sono: attacchi di mancanza d’aria, tosse con espettorato mucoso, respiro sibilante, estrema sensibilità al vento freddo, a volte lieve febbre, oppressione toracica e senso di “gonfiore”, brividi, assenza di sete, gonfiori al viso;

Asma da pieno di calore. Il calore nella tarda primavera e in estate può penetrare e “riempire” i polmoni dando i seguenti sintomi: attacchi di mancanza d’aria con tosse ed espettorato purulento (giallastro), sete, viso arrossato, peggioramento con il caldo, lingua secca, febbre, testa “pesante”, oppressione toracica.

L’asma da “vuoto”
Anche in questo caso il presupposto è il deficit dell’energia polmonare che può essere causata dall’inquinamento atmosferico, dalle tensioni psichiche non “scaricate” attraverso il moto (sedentarietà), dall’uso indiscriminato di antibiotici che provocano debolezza immunitaria a livello polmonare (con conseguenti infezioni da parte di germi “antibiotico – resistenti”), da errori alimentari (come l’abuso di proteine animali, di latte, di dolci), da stati psicologici come la depressione. I sintomi in questo caso possono essere: tosse secca, mancanza d’aria, espettorato assente o scarso, febbricola serale, dolori dorsali fra le scapole, stitichezza; in alcuni casi, quando l’asma non è adeguatamente curata, i sintomi descritti si aggravano e può insorgere grande stanchezza, mancanza d’aria al minimo sforzo, respiro corto.


La terapia
Nell’ambito delle molteplici possibilità terapeutiche che la medicina tradizionale cinese offre nella cura dell’asma, l’agopuntura è sicuramente quella più incisiva. Bastano infatti 6-8 sedute (effettuate da un medico esperto) per migliorare molto la qualità del respiro e diradare nel tempo gli attacchi della malattia (diminuendone anche l’intensità.

Oltre a questo metodo occorre intervenire anche con una terapia attraverso l’assunzione di erbe (veri e propri farmaci cinesi da pochi anni disponibili in Italia), accompagnata da una dieta e da una pratica (insegnata alla persona) denominata moxa – terapia. Vediamo brevemente queste due ultime prescrizioni terapeutiche.

La dieta. Per tonificare il polmone è consigliabile aumentare nella dieta i “sapori” agro – acidi e cioè pane integrale, pomodori, spinaci, aceto, crauti, limoni, arance, pompelmi, more, mirtilli, mele acerbe, prugne, yogurt, formaggi non fermentati, carne di pollo, basilico.

Per non indebolire ulteriormente il polmone si consiglia di eliminare i cibi dal sapore piccante come rosmarino, zafferano, noci, carne di cavallo, finocchi, aglio e cipolle, rape, carote, prezzemolo, peperoncino.

Nel caso di asma da “vuoto” oltre ai sapori agro – acidi è necessario privilegiare per almeno un mese gli alimenti dal sapore amaro come insalata indivia, cavoli, cicoria, salvia, bardana, arance amare, asparagi, mandorle, rabarbaro, tè, fegato di manzo.

La moxa – terapia. In contemporanea all’agopuntura (a volte in alternativa) i medici cinesi utilizzavano la moxa – terapia. Il termine deriva dalla parola giapponese moe kusa, cioè “erba che brucia”, e si pratica utilizzando appunto un’erba chiamata artemisia (o erba di San Giovanni), colta al solstizio d’estate (il 21 giugno) quando è massimo il calore del sole sulla Terra. L’artemisia, seccata e triturata, viene impastata fino a formare dei “sigari” lunghi 20 centimetri. Questo bastoncino di moxa viene acceso e avvicinato ai punti di agopuntura (nell’asma sono subito sopra le scapole) a una distanza dalla pelle di circa 2-3 centimetri. Il grande vantaggio di questa tecnica è quello di poter insegnare alla persona (o a un parente) l’utilizzo del bastoncino e quindi fargli praticare un’auto – moxa nella propria abitazione indicando i punti, la durata della “moxibustione” per punto, l’orario in cui praticare l’autocura. Nell’asma i punti in genere sono 4 (punti di tonificazione del polmone, punti antiasma, punti di stimolazione immunitaria) e vengono scaldati per 3-5 minuti ognuno due volte al giorno per cicli di 2-3 settimane (sempre secondo il giudizio del medico).

Oligoterapia: come funziona

Negli ultimi dieci anni si va diffondendo sempre più in Italia una particolare metodica di cura molto nota nei Paesi anglosassoni e denominata oligoterapia. Questa medicina considerata alternativa, è nata dopo molte osservazioni fatte in campo agrario in cui si rilevano disturbi della crescita delle piante quando il terreno era carente di uno o più minerali. In seguito la ricerca degli oligoelementi come fattori essenziali per la “vita” via via si è rivolta al corpo umano scoprendo che molti minerali, talvolta presenti solamente in “tracce” nell’organismo, sono potenti “catalizzatori” cioè sostanze innescanti reazioni chimiche organiche che sarebbero impossibili (o molto lente) in caso di loro assenza.

Ulteriori ricerche compiute nei campi della biologia, della biochimica e della medicina, hanno individuato nell’uomo alcuni “terreni” costituzionali chiamati “diatesi”, cioè una tendenza ad ammalarsi in differenti apparati del corpo (comprendendo anche comportamenti o disturbi psicologici) “normalmente” non collegabili tra loro.

Le diatesi sono cinque e vengono collegate ai minerali (oligoelementi) che somministrati singolarmente o in associazione tra loro modificano la predisposizione a certe malattie e influenzano positivamente l’evolutività o il decorso di queste quando si presentano.

L’ASMA DI TIPO ALLERGICO (O ESTRINSECA). E’ riferibile alla prima diatesi denominata “allergica – artritica” oppure del “manganese”. Vediamo allora in breve questa diatesi descrivendo alcuni dei sintomi o le malattie che possono coesistere oppure pre-esistere all’asma.

Comportamento fisico: stanchezza mattutina oppure a riposo, miglioramento generale con attività fisica, euforia serale con difficoltà ad addormentarsi.

Comportamento psicologico: passionalità, frettolosità, impazienza, irritabilità, instabilità emotiva.

Disturbi allergici: eczemi e orticaria di tipo allergico, allergie alimentari, riniti stagionali, emicranie improvvise spesso collegabili a disturbi digestivi, asma allergica molte volte notturna..

Apparato cardiovascolare: pressione bassa mal tollerata oppure alta ma instabile, palpitazioni, tachicardie, dolori sternali fugaci e spesso collegabili a stati emotivi.

Apparato osseo articolare: dolori muscolari oppure articolari diffusi e periodici che si spostano da una parte all’altra del corpo.

Apparato gastrointestinale: turbe digestive, gastroduodeniti, ulcere duodenali, coliti spastiche.

Apparato genitale: dolori mestruali (dismenorrea), con mestruazioni frequenti, fibromi.

Annessi cutanei: unghie fragili, caduta dei capelli.


L’ASMA INTRINSECA (NON ALLERGICA). Vediamo come l’oligoterapia descrive un altro tipo di diatesi denominata “distonica” o del “manganese – cobalto”.

Comportamento fisico: stanchezza progressiva nella giornata avvertita soprattutto alle gambe, sonno difficoltoso e poco riposante.

Comportamento psicologico: ansietà cronica, iperemotività, malinconia e talvolta depressione, nervosismo, tendenza ad ingigantire gli avvenimenti.

Apparato respiratorio: tosse nervosa, asma non legata ad allergie.

Apparato cardiovascolare: oppressione toracica, frequente pressione del sangue alta, fischi auricolari (acufeni), vertigini, varici, gonfiore alle caviglie, formicolii (parestesie) alle mani, mal di testa pulsanti (cefalee vasomotorie).

Apparato osseo articolare: artrosi con dolori periodici, nevriti, osteoporosi.

Apparato gastrointestinale: spasmi allo stomaco, gastriti, disturbi biliari, meteorismo, coliti.

Apparato genitale: pre-menopausa precoce, indifferenza sessuale, episodi di impotenza.

In conclusione l’oligoterapia non cura solo i sintomi causati dall’asma (a tal proposito peraltro esistono indicazioni di specifici minerali) ma cerca di riequilibrare il “terreno” che, secondo questa medicina, la predispone. La terapia consisterà nel far assumere per qualche tempo al malato, dopo un’attenta valutazione diagnostica, uno o più minerali considerati carenti, sotto forma di compresse (o di soluzioni liquide) insieme a precise indicazioni dietetiche.


Le cure omeopatiche

L’omeopatia in 170 anni ha conosciuto una diffusione prodigiosa in molti Paesi e nonostante i sarcasmi o la malafede (“caramelline zuccherate tutte uguali”, “flaconi d’acqua fresca”) il numero dei medici e dei farmacisti “omeopati” non ha cessato di aumentare. Anche in questa medicina si studiano e si individuano, come per l’oligoterapia, dei particolari “terreni” cui appartengono le persone cercando di curare così l’intero insieme mente – corpo dell’individuo ammalato più che i sintomi presentati da una malattia piuttosto che un’altra.

Per la complessità descrittiva delle “costituzioni” omeopatiche e della conseguente indagine che il medico omeopata opera ogni volta che si trova di fronte un ammalato, si preferisce in questo articolo descrivere brevemente solo alcuni “rimedi” omeopatici antiasma di tipo sintomatico (si ometteranno peraltro volutamente i dosaggi perché “non di acqua fresca” si tratta ma di sostanze non prive di effetti spiacevoli se mal utilizzate.

ASMA NEI NEONATI. Durante la crisi acuta mentre si aspetta il pediatra molto utili sono camomilla (non l’infuso), belladonna, sambucus nigra; quando c’è molto muco nei bronchi che rende difficoltosa la respirazione è indicato l’antimonio tartarico; se invece c’è abbondante secrezione nasale acquosa si fa assumere al piccolo malato allium cepa con un po’ di latte.

ASMA NEL BAMBINO. In bambini che hanno asma dopo i capricci o arrabbiature e che durante l’attacco stanno con la testa tesa all’indietro, viene prescritta camomilla (non l’infuso) oppure ipeca se è presente tosse incessante, respirazione con sibili, nausea persistente.

ASMA NELL’ADULTO. Sambucus nigra è il rimedio dell’asma notturna soprattutto in presenza di sudore profuso che cessa quando l’ammalato si riaddormenta; se invece l’asma è accompagnata da cattiva digestione si utilizza nux vomica oppure carbovegetabilis quando c’è flatulenza e distensione addominale.

In occasione concomitante il raffreddore da fieno (rinite allergica stagionale) quando i sintomi migliorano con il caldo viene indicato allium cepa, al contrario, quando migliorano con il freddo, è da preferire apis.

La medicina naturopatica

La medicina naturopatica (o naturopatia) è una disciplina medica che mette in risalto il mantenimento dello stato di salute, la prevenzione delle malattie e la cura di queste attraverso lo stimolo delle “forze di guarigione” insite in ogni organismo. Fondamentale nella pratica della neuropatia dunque è la profonda fiducia nelle capacità del corpo di curare se stesso, e perché ciò avvenga, occorre che nella relazione tra il medico e il “paziente” si ponga al centro non solo la malattia ma anche le opportunità psico – somatiche individuali di esseri sani.

Il medico naturopata allora cerca di scoprire insieme al malato quali sono le cattive abitudini, quali sono quelle corrette e come attuare cure che non indeboliscano il corpo ma lo aiutino a “combattere” meglio, ed è in questo senso quindi che può utilizzare un’ampia varietà di metodiche terapeutiche (o medicine dette “naturali”) quali: l’agopuntura, la fitoterapia (cura con le erbe), l’omeopatia, il sostegno psicologico, la modificazione dello stile di vita, la Best Therapy (branca innovativa della chiropratica), la dietetica.

Nella cura dell’asma è necessario porre l’attenzione sull’ultima delle malattie sopraddette e cioè la dietetica (uso della dieta come terapia), perché numerosi studi hanno indicato le “allergie alimentari” come un’importante causa di questa malattia. In questo caso il meccanismo che causa l’asma è da ricercare in una alterata funzionalità del sistema immunitario (il sistema di difesa “interno” del corpo) che reagisce in modo abnorme in presenza di alcuni alimenti, considerandoli come dannosi o estranei al corpo.

La conseguenza allora può essere di due tipi: “immediata”, cioè la reazione è una vera e propria allergia con sintomi a insorgenza rapida (orticaria, colite eccetera); “ritardata” (in questo caso si parla di “intolleranza” alimentare), cioè la reazione è più lenta, vi è un accumulo nel tempo di “tossine” e i sintomi insorgono anche dopo giorni dall’introduzione dell’alimento.

Ebbene, in persone predisposte, questa intolleranza agisce via via a livello bronchiale modificando la normale reattività agli stimoli (come fumo, sforzi, nebbia, emozioni eccetera) a cui può conseguire quindi l’attacco asmatico (“spasmo bronchiale su base iperattiva”). La diagnosi di intolleranza alimentare nella medicina naturopatica viene posta attraverso vari test, vediamone alcuni:

Drya test: metodica derivante dalla chinesiologia applicata (branca della chiropratica) in cui viene “testata” la forza muscolare della persona ponendola a contatto (sotto la lingua) con piccole parti degli alimenti sospetti;

Ali test: prelievo di sangue con cui attraverso analisi biochimiche si osservano le iperattività immunitarie nei confronti di vari alimenti;

Vega test: tecnica di regolazione bioelettronica che nasce dalla sintesi di analisi agopunturistica e medicina occidentale. Attraverso un apparecchio e un sensore appoggiato alle dita di una mano si può leggere la capacità di regolazione equilibrata dell’organismo di fronte agli alimenti (la tecnica analizza anche abnormi reattività a polveri, agenti inquinanti, farmaci, detersivi eccetera). La conseguente terapia è ovviamente una dieta che elimina per un certo periodo di tempo l’alimento cui la persona è risultata intollerante, per poi reintrodurlo via via nella dieta dopo successivi controlli.

La medicina psicosomatica

Numerosi sono gli studi di psicologia e di psicanalisi che mettono in rilievo l’importanza determinante dei fattori emotivi nello scatenarsi degli attacchi asmatici. In quasi tutte le ricerche il nucleo centrale, attorno al quale si struttura la predisposizione e il conseguente ammalarsi di asma, sembra essere una relazione ambigua – inconsapevole della persona con la madre.

Molti autori descrivono l’asma come una “somatizzazione” di un conflitto inconscio tra il desiderio di indipendenza, autonomia, libertà, con un fortissimo bisogno di dipendenza dalla figura materna. In questo senso l’attacco asmatico esprimerebbe (attraverso il corpo più che con la psiche) un “disperato grido d’angoscia o di rabbia represso” ogni volta che l’ammalato è in una situazione di “pericolo – tentazione” di separazione dalla madre o dalle figure che possono via via nella vita rappresentarla.

Come si può intuire la conseguenza di quanto detto è la presenza nella storia della psicologia di numerose “descrizioni” delle madri degli asmatici che sono, a seconda dei casi: iperprotettive, eccessivamente premurose, ansiose e “soffocanti”, oppure, al contrario, definite “assenti”, perché non assicurano il calore e la protezione necessari da un lato e dall’altro stimolano prematuramente i propri figli a un distacco – indipendenza dalla loro figura.

In entrambi i casi il rapporto con la madre è vissuto negativamente fin da bambini tanto da creare una situazione di insicurezza, angoscia e instabilità emotiva che via via nel tempo provoca l’esplosione degli attacchi asmatici. Una delle più recenti e innovative interpretazioni della malattia asmatica si deve alla scuola psicosomatica Riza. E’ questa una corrente di pensiero (e di pratica clinica) in cui si studia l’uomo come un insieme mente – corpo indissolubile e, di conseguenza, si considera l’organismo di ogni individuo come “una tela sulla quale il malato – artista disegna la sua storia, i suoi disagi, le sue sconfitte, le sue vittorie”. L’asma viene vista come la punta di un iceberg in cui la parte emersa è la malattia mentre quella immersa (la più vasta) è una “dimensione esistenziale respiratoria” che pervade tutto l’essere. Questa è come una “impronta” (una “traccia”) che sottende e giuda l’intera esistenza della persona in tutte le sue manifestazioni: dai sintomi dell’asma al comportamento (l’asmatico è una persona che ha “fiuto”, che “annusa” le situazioni sapendo coglierle “al volo”, che è sensibile agli odori, che predilige le intese spirituali); dalle modalità espressive del linguaggio (per esempio, “che aria tira?”, aria cattiva – aria buona, atmosfera soffocante, annusare il pericolo, tirare un sospiro di sollievo) ai sogni e alle fantasie, spesso ricche di immagini di libertà, di aria pura o inerenti il volare.

Dunque vi sarebbe una dimensione peraltro da altre “dimensioni” che individuano diversi “iceberg sommersi” riferiti, ad esempio, a malattie come l’ulcera (dimensione gastronomica connotata dal rapporto con gli alimenti e la digestione), come la colite (dimensione intestinale legata alla materialità delle cose) o come il mal di testa (dimensione della razionalità) e così via.

LE CAUSE DELLA MALATTIA. Ma perché ci si ammala d’asma visto che non tutte le persone che vivono in una dimensione respiratoria hanno questa malattia? Per comprendere meglio la risposta alla domanda è necessario esporre alcune considerazioni di tipo “simbolico” inerenti la funzione respiratoria.

Il primo atto di vita è l’inspirazione mentre l’ultimo è l’espirazione (da qui “esalare l’ultimo respiro”). Da tutto ciò nasce nella psiche di ogni individuo una analogia inconscia tra vita – inspirare e morte – espirare.

Se nel ventre materno il bambino è in una situazione di totale dipendenza dalla madre una volta nato si trova “forzatamente” in una condizione di vita autonoma e questo passaggio da un “mondo acquatico” (il liquido amniotico) a un “mondo aereo” viene accompagnato dal primo respiro. In questo senso respirare può assumere la valenza simbolica del primo distacco dalla madre.

Ogni volta che si inspira “si porta dentro” il “mondo aereo” infinito che circonda la persona e ogni volta invece che si espira “si immette nel mondo” la propria aria. In ogni atto respiratorio quindi vi è un “fuori” indifferenziato che entra e un “dentro” definito (rappresentato da organi, funzioni fisiologiche, emozioni, sentimenti eccetera) che esce, entità separate tra loro ma nel contempo comunicanti.

Dunque la malattia asmatica può simbolicamente rappresentare:

La grande difficoltà della persona di esprimere “ciò che ha dentro”, ovvero emozioni, sentimenti eccetera.

Il rifiuto della morte intesa come “morte affettiva” molto spesso legata a fantasie di abbandono. A tal proposito si riscontra nell’asmatico la paura dei legami affettivi proprio per il timore di possibili abbandoni.

L’eccessiva e non risolta dipendenza dalla madre, tanto che tutto ciò che tende a separare la persona dalla protezione materna (oppure da chi in qualche modo la rappresenta via via nella vita), può scatenare l’attacco asmatico.

Dott. Antonio Turetta

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