RArrivano le allergie incrociate tra pollini e
polveri. L'ultimo colpo di coda dell'inverno tra
febbraio e marzo. E il maggior pericolo è il 'mix'
tra le piante graminacee e gli sbalzi climatici.

"I pollini sono il motivo scatenante più frequente
per una crisi d'asma" spiega Carlo Grassi,
presidente emerito del Congresso nazionale 'Asma
bronchiale e Bpco: strategie per la governance',
conclusosi ieri a Verona. "L'incidenza di asma a
causa dei pollini può dipendere dalla stagione,
dall'ambiente e dalle caratteristiche climatiche -
aggiunge Grassi - quest'ultimo fattore potrebbe
causare una crisi d'asma. Poi abbiamo gli acari
della polvere, che sono allergeni perenni, in quanto
fanno parte permanente dell'ambiente in cui si vive.
Gli allergeni stagionali, però, sono prevalentemente
quelli vegetali".
A febbraio e marzo bisogna quindi prestate
particolare attenzione alle graminacee, i più
pericolosi di questi allergeni perché più diffusi. E
poi alle betulle, al nocciolo e agli alberi da
frutto. "I soggetti più a rischio - sottolinea
l'esperto - sono quelli che nascono con la
predisposizione di diventare asmatici, gli atopici
in particolare. Possiamo parlare di un rischio
genetico, non di rischio professionale". In questa
stagione prevale maggiormente il fattore climatico
che quello allergico. Ovvero è più facile "avere una
riacutizzazione di bronchite cronica perché il
freddo predispone alla reazione batterica più che
alla reazione allergica", osserva lo specialista.
L'asma ha una prevalenza di circa il 7% nella
popolazione e condiziona pesantemente l'attività
lavorativa, il rendimento scolastico e lo stile di
vita di chi ne è affetto. La Bpco colpisce tra l'8 e
il 12% degli italiani. I fumatori sono i più a
rischio, nel 20-40% dei casi raggiungono la malattia
conclamata.
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