Alcuni studiosi della Emory University School of Medicine, negli
U.S., hanno identificato un composto che potrebbe dimostrarsi utile nel trattamento di alcune patologie tra le quali le malattie neurodegenerative e quelle
autoimmuni.
Ebselen
Questi
composti inibiscono l'enzima Nox2 che fa parte di una famiglia di enzimi responsabili della produzione di specie reattive dell'ossigeno, i ROS, che sono i radicali liberi a maggior diffusione.
David Lambeth, MD, PhD, professore alla Emory University School of Medicine e senior author dello studio, spiega che gli inibitori Nox2 potrebbero essere considerati in varie situazioni dove giochino un ruolo le infiammazioni.
ROS e Nox hanno un ruolo fondamentale nei sistemi immunitario e cardiovascolare, ma troppi ROS portano uno stress ossidativo legato a danno dei tessuti, ictus, carenze cardiache e malattie neurodegenerative.
Si suppone che gli antiossidanti assorbano i ROS anche se molti studi clinici non lo hanno confermato. I composti che inibiscono gli enzimi Nox fermerebbero la produzione di ROS alla fonte, invece di assorbirli come fanno gli antiossidanti.
La ricerca ha portato all'identificazione
dell'ebselen, un farmaco già passato dai test clinici per l'ictus e, più recentemente, per la perdita dell'udito.
I precedenti ricercatori pensavano che l'ebselen agisse in base ad altri principi. Smith and Lambeth sostengono che i loro risultati non sono in conflitto con gli studi precedenti e che
l'ebselen può svolgere diverse azioni in funzione della
concentrazione. L'ebselen inibisce il Nox2 e, in misura minore
il Nox1, ma non gli altri enzimi Nox.
David Lambeth sottolinea che un effetto secondario dell'inibizione dell'Nox2 potrebbe essere uno squilibrio della risposta immunitaria ai batteri ed ai funghi: una delle funzioni principali
del Nox2 nelle cellule immunitarie è di provocare un'esplosione tossica di ROS per uccidere batteri e funghi.
Le persone che hanno una deficienza ereditaria di Nox2 sviluppano la malattia granulomatosa cronica
(CGD) e sono incapaci di combattere le infezioni comuni.
tuttavia un'inibizione parziale e di breve durata potrebbe avere effetti terapeutici senza disabilitare la
funzione antibatterica. I pazienti con CGD che hanno una ridotta attività residua di Nox2 non mostrano sintomi. Certo stiamo entrando in un terreno
particolarmente minato.
David
Lambeth, ovviamente, aggiunge che l'identificazione
dell'ebselen è solo il punto di partenza per la ricerca di nuovi farmaci che agiscano in questa direzione.
I risultati dello studio sono pubblicati sul giornale Chemistry &
Biology.
Per saperne di più potete leggere la versione in inglese di questa notizia e
Emory University
http://www.emory.edu/home/index.html
Ebselen and congeners inhibit NADPH oxidase-2 dependent superoxide generation by interrupting the binding of regulatory subunits
Chem. & Bio. (2012).
http://www.cell.com/chemistry-biology/abstract/S1074-5521%2812%2900152-4
( MDN )
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