Una ricerca francese ha identificato un batterio che
contribuisce a proteggere l'intestino nei confronti
delle infiammazioni e che può essere artificialmente
introdotto in prodotti industriali derivati dal
latte.

Nathalie Vergnolle, direttore della ricerca
all'Inserm, ed il suo gruppo al Centre de
physiopathologie de Toulouse Purpan (CPTP Inserm /
Université Toulouse III – Paul Sabatier /CNRS), con
Philippe Langella direttore della ricerca all'INRA
ed il suo gruppo all'Institut Micalis (Institut
MICrobiologie de l’ALImentation au Service dela
Santé Humaine - INRA/AgroParisTech - in
Jouy-en-Josas), in collaborazione con l'Institut
Pasteur sono i ricercatori che hanno messo a punto
la scoperta che mira a proporsi come terapia per chi
soffre del Morbo di Crohn o di colite ulcerosa. I
risultati sono pubblicati sul numero del 31 ottobre
2012 di Science Translational Medicine.
In Francia, dove è stata fatta la ricerca, le
persone che soffrono di infiammazione intestinale
cronica sono circa 200.000 in crescita con 8.000
nuovi casi ogni anno. Durante i momenti di
infiammazione acute si hanno dolori addominali,
frequente diarrea, a volte con tracce di sangue e
problemi alla zona anale.
Lo studio delle cause di queste patologie va in
diverse direzioni, comprese quella di eventuali
concause ambientali e genetiche. Sicuramente la
flora intestinale ha un ruolo primario nel mantenere
l'equilibrio del sistema immunitario e nel
proteggere la parte intestinale da eventuali
attacchi ed ogni attacco alla flora intestinale
crea, in qualche modo problemi più o meno
evidenti.
Consapevoli di ciò i ricercatori hanno cercato come
aiutare la flora batterica alterata a riprendere la
funzione protettiva, e per farlo si sono concentrati
sull'elafin, una proteina umana nota per le sua
capacità antinfiammatorie, che è normalmente
presente nell'intestino umano, ma è assente nei
pazienti che soffrono di infiammazione intestinale
cronica.
I ricercatori si sono posti, perciò, l'obiettivo di
ripristinare direttamente la proteina mancante,
indipendentemente dalle cause della sua carenza, per
verificare l'eventuale miglioramento dei sintomi.
I ricercatori hanno utilizzato batteri non patogeni
modificati per produrre elafin ed alla fine, una
volta isolato il gene relativo alla la proteina,
l'hanno introdotto in batteri Lactococcus lactis e
Lactobacillus casei normalmente utilizzati in
prodotti a base di latte.
Somministrati per via orale ai topi, i batteri
produttori di elafin umana sono stati trovati sulla
superficie dell'intestino dove hanno prodotto una
significativa protezione facendo diminuire i sintomi
dell'infiammazione.
Cellule intestinali umane coltivate in laboratorio
hanno poi mostrato di ricevere protezione
dall'elafin prodotto da questi batteri ripristinando
l'equilibrio del muco intestinale, riducendo
l'infiammazione ed accelerando il processo di
guarigione.
Il passo successivo, quello cioè di utilizzare
questi batteri in prodotti come lo yogurt o i
formaggi per fini terapeutici è coperto da brevetto
così come tutta questa ricerca. I ricercatori
spiegano infine che questo tipo di trattamento
antinfiammatorio, essendo sicuro, potrebbe essere
utilizzato anche nel lungo periodo, per trattamenti
a lungo termine.
Ad altri il compito di cercare il modo di
ripristinare la flora batterica protettiva
originaria in modo da non doversi curare per tutta
la vita.
Per saperne di più
http://www.inserm.fr/
( MDN )
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