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Greenpeace: paesi UE violano la Convenzione di Basilea in Turchia

 

17 attivisti di Greenpeace sono stati arrestati ieri mattina ad Aliaga (Turchia) dopo aver srotolato uno striscione con scritto "Stop alla distruzione di navi tossiche" a bordo di una nave svizzera che avevano occupato per protesta contro la pratica di abbandonare sulle spiagge turche navi contenenti materiali tossici, come l'amianto. Anche molte navi italiane scompaiono e vengono lasciate in abbandono sulle coste turche. Nel rapporto presentato ieri da Greenpeace, compaiono 50 navi che faranno questa fine, tra le quali tre italiane, la petroliera "Valle Bianca" del 1977 (avvistata l'ultima volta ad Augusta, in Sicilia), la nave passeggeri Rhapsody e la Costa Riviera, una nave della Costa Crociere, avvistata l'ultima volta a Malaga (Spagna). Greenpeace ha documentato che la pratica di smantellamento delle navi in Turchia è ai livelli già riscontrati in Cina, India e Bangladesh e comporta seri problemi di inquinamento da rifiuti tossici, come la diossina. L'amianto è stato infatti usato a lungo come isolante e nella fase di smantellamento viene rilasciato nell'ambiente, con tutti i danni alla salute umana e all'ambiente che comporta. Ogni anno circa 100 navi vengono distrutte in Turchia, nonostante un bando all'importazione di rifiuti tossici deciso dal governo turco nel 1995. Greenpeace chiede che questa pratica sia considerata una violazione alla Convenzione di Basilea sul trasporto e lo smaltimento di rifiuti tossici, che viene discussa in questo momento a Ginevra.

 

 

 


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