Il CNR
e l'Università de L'Aquila stanno mettendo a punto,
nell'ambito del Progetto Finalizzato Beni Culturali
del CNR, una speciale sostanza per ripulire i
monumenti aggrediti dai graffitari, che ha già dato
ottimi
risultati sul marmo (bianco di Carrara, rosa
Portogallo e simili).
Tempi duri per i writer. Almeno per quelli che,
anziché sbizzarrirsi a casa propria, se la prendono
con i monumenti: il Consiglio Nazionale delle
Ricerche e l'Università de L'Aquila stanno infatti
mettendo a punto, nell'ambito del Progetto
Finalizzato Beni Culturali del CNR, una speciale
sostanza in grado di ripulire i marmi dai graffiti.
Un problema, quello dei disegni sui monumenti,
aggravatosi ultimamente a causa del diffondersi
della moda dei graffiti metropolitani.
"Mentre le superfici metalliche - spiega Giorgio
Cerichelli, padre di questa innovazione e Ordinario
di Chimica Organica all'Università de L'Aquila - una
volta imbrattate sono ripulibili con relativa
facilità, quelle lapidee subiscono danni gravissimi,
sia per la complessità delle pietre che per la
invasività delle vernici".
Per rimediare al problema, sino ad oggi sono stati
utilizzati in prevalenza mezzi meccanici piuttosto
drastici - come la idropulitura, la sabbiatura o il
frullino - mentre i solventi si sono dimostrati o
poco efficaci o addirittura nocivi, a causa del
rischio di diffusione del colore all'interno
del substrato lapideo e del formarsi di aloni.
La nuova sostanza prodotta dal CNR sviluppa invece
dei nuovi tensioattivi da utilizzare in soluzione
acquosa che, applicati sul marmo bianco di Carrara,
sul rosa Portogallo e simili, hanno già dato ottimi
risultati e nessun problema di inquinamento o di
nocività per la salute.
"E' chiaro - sottolinea Cerichelli - che non sempre
si ottiene il risultato ideale: molto dipende
infatti dalla superficie offesa e dalla vernice
impiegata dai graffitari. Ma stiamo continuando le
ricerche, anche in collaborazione con imprese
private e altre università, per ampliare lo spettro
di applicazione".
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