L'idea giunge dalla ricerca SOIREE (Southern Ocean
Iron Release Experiment), che partendo dal fatto che
circa il 50% dell'anidride carbonica presente
nell'atmosfera, viene assorbila dal plancton marino,
sta vagliando l'ipotesi di incrementarne
l'efficienza.
Il fitoplancton, che utilizza la CO2 nel processo di
fotosintesi, si nutre di particelle di sostanze
minerali che affiorano dalle profondità marine o che
precipitano dalle polveri atmosferiche. Gli
scienziati hanno scoperto che dei fattori che
limitano lo sviluppo del fitoplancton sulle
superfici delle acque sarebbe legato alla presenza
di ferro, così nel 1999 il progetto SOIREEha
sperimentato la fertilizzazione con polveri di ferro
di una zona di 8 chilometri quadrati a 2000
chilometri dalla costa della Tasmania.
Dopo soli 13 giorni il fitoplancton nella zona è
triplicato, aumentando a dismisura il consumo di
nutrienti e anidride carbonica in superficie. Dopo
un mese, la zona si espandeva per 150 chilometri.
Ciò che non è ancora chiaro è se il carbonio
accumulato dalle alghe superficiali venga poi
trasferito alle profondità dell'oceano rientrando
nel suo ciclo naturale. Se così non fosse il
complesso ecosistema marino potrebbe risultare
irrimediabilmente compromesso, senza alcun vantaggio
per il controllo dell'effetto serra, in quanto la
quantità di anidride carbonica effettivamente
sottratta dall'atmosfera sarebbe modesta poiché la
restante parte ritornerebbe in circolo.
Questo esperimento però ha già fatto nascere l'idea
di un potenziale business, infatti esiste
attualmente la proposta di un esperimento su 8000
chilometri quadrati di mare, nonostante la base di
conoscenze ancora insufficienti.
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