Le turbine eoliche
potrebbero essere trasformate in macchine
generatrici di pioggia, lo sostiene Stephen Salter,
ingegnere dell'università di Edinburgh.
Ad un recente congresso marino internazionale a
Creta, Salter ha descritto la sua ultima idea: una
turbina a vento galleggiante che spruzza del vapore
acqueo nell'aria, aumentando l'evaporazione da
l'oceano e li precipitazioni sulla terra.
Ciò potrebbe contribuire a disinnescare i conflitti
per l'accesso all'acqua, arrestare la
desertificazione, migliorare le qualità dei terreni,
ed a neutralizzare l'effetto del cambiamento di
clima. Salter propone di usare un progetto attuale
denominato turbina di Darrieus. Essa assomiglia ad
un frullino per le uova alto 40 metri, con delle
pale fissate su un asse verticale. Anche se questo
dispositivo può generare elettricità (ma meno
efficiente rispetto alle macchine ad asse
orizzontale), Salter non ne è interessato. Pensa
invece di usare la forza centrifuga generata dalle
pale in rotazione, per spingere goccioline d'acqua
nell'atmosfera.
La turbina aumenterà enormemente la quantità di
acqua che può essere trasformata in vapore acqueo,
poiché eliminerà uno dei freni principali
all'evaporazione dall'oceano,costituito da uno
strato sottilissimo di aria stagnante e umida che
aderisce alla superficie del mare ed impedisce le
molecole di acqua fuoriuscire. Salter calcola che
con una velocità di vento di 8 metri al secondo,
ogni "turbina a spruzzo" potrebbe alzare più 500
litri al secondo di acqua un ad un'altezza di 10
metri. Le centinaia o persino le migliaia di queste
macchine poste nelle zone calde del mondo potrebbero
generare abbastanza pioggia per impedire le
siccità.
Circa 100.000 turbine che funzionano per 100 anni,
sarebbero teoricamente in grado di impedire
l'aumento di un metro del livello del mare, previsto
come conseguenza del riscaldamento globale.
I meteorologi dubitano che il vapore acqueo sparso a
basse quote sia in grado di influire
significativamente nell'alta atmosfera sulla
formazione delle nubi. Inoltre sarà molto difficile
prevedere dove tutta questa pioggia cadrà realmente.
"E' un'ipotesi molto azzardata," dice Ian Brooks, un
meteorologo dell'università di Leeds "è una
soluzione ingegneristica ad un problema che nessuno
scienziato atmosferico avrebbe sognato mai di
affrontare." Ma è comunque degna di essere studiata.
Su questo argomento
vedi anche:
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