Ben vengano i
provvedimenti straordinari per superare la
gravissima crisi idrica che, a dispetto dei
temporali di questi giorni, continuerà a
imperversare sul nostro Paese. Ma ben poco potranno
fare per creare artificialmente un bene che si sta
oggettivamente riducendo. Secondo i dati raccolti
dall'Ing. Mauro Bencivenga, del Servizio Idrografico
Nazionale, è da un anno esatto che l'Italia sta
facendo i conti con una drastica riduzione del
livello medio di precipitazioni.
Nel periodo settembre 2001-gennaio 2002, ad esempio,
i tecnici hanno riscontrato un calo delle
precipitazioni, rispetto alle medie degli ultimi 70
anni, del 50% al Nord, del 30% al Centro, del 50% al
Sud e di circa il 60% nelle isole. Un dato sul quale
ha pesato, soprattutto al Nord, anche la riduzione
delle nevicate invernali: come sulle Alpi piemontesi
dove ci si è avvicinati ai minimi storici, con la
conseguenza che nel Piemonte occidentale e
meridionale le piogge sono crollate del 60% rispetto
alla media.
Quanto agli invasi, si registrano volumi molto
inferiori a quelli dello stesso periodo dell'anno
precedente (settembre 2000-gennaio 2001): in
particolare Veneto, Emilia, Toscana, Basilicata,
Puglia, Sardegna, Sicilia hanno subito un
ridimensionamento sensibile, che oscilla dal 20%
della Basilicata al 40% della Sardegna.
"Anche la Primavera - sottolinea Franco Siccardi,
reponsabile della linea 3 del Gruppo Nazionale
Difesa Catastrofi Idrogeologiche del Consiglio
Nazionale delle Ricerche (GNDCI-CNR) e ordinario di
Costruzioni Idrauliche all'Università degli Studi di
Genova - è stata particolarmente avara di acqua. In
Calabria, ad esempio, da ottobre 2001 ad aprile 2002
sono piovuti 500 millimetri di acqua contro una
media di 900 millimetri. E in Sicilia, Sardegna e
Puglia, per dirne solo alcune, non è andata certo
meglio".
A giugno, poi, la vera crisi: le piogge non hanno
superato infatti i 100 millimetri, e in molte
località addirittura meno, con il record assoluto di
Crotone: zero. Se si considera che d'estate, in un
giorno di sole con un po' di vento, da una
pozzanghera possono evaporare anche dieci millimetri
di acqua si comprende appieno il dramma. Che ha
comunque precedenti illustri, come quello degli anni
Ottanta, che videro una siccità ancora più grave.
E per il futuro? "E' davvero impossibile fare
previsioni certe - precisa Franco Siccardi - ma si
può anticipare che a luglio ed agosto in genere non
piove molto e quindi dobbiamo sperare in
un'abbondanza di precipitazioni a settembre, ottobre
e novembre prossimi, tali da riportare gli invasi a
livelli almeno accettabili. Le recenti piogge hanno
fatto poco, soprattutto al Sud e quindi sarebbe
fuori luogo dire che la siccità è terminata".
Comunicato stampa CNR
Su questo argomento vedi
anche:
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