Un miliardo di persone potrebbe accendersi la luce e
riscaldare la casa, due milioni di persone
troverebbero un posto di lavoro nell'industria del
sole. E' lo scenario che ci aspetta grazie
all'energia solare entro il 2020, cosi' come
prospettato da un rapporto congiunto dell'Epia,
Associazione europea delle industrie del
fotovoltaico, e di Greenpeace: "Generazione solare".
Un quarto del fabbisogno energetico globale, entro
il 2040, potrebbe essere soddisfatto proprio grazie
al sole, afferma il documento. L'Italia ha iniziato
solo da poco a fare la sua parte, con un decreto di
dicembre scorso che finanzia 40.000 tetti
fotovoltaici: il cittadino consumatore avra' un
contatore che gira al contrario con il quale vendere
all'Enel l'energia prodotta in surplus.
Per l'Epia, che rappresenta 54 delle maggiori
industrie europee del solare, la Commissione Europea
deve impegnarsi perche' gli incentivi governativi
per il fotovoltaico siano adeguati. "L'obiettivo che
indichiamo e' realistico se vi sara' una chiara
volonta' politica di sostenerlo. Entro il 2020
arriveremmo a produrre 276 terawatt l'ora dal
solare, ovvero il 10% del fabbisogno dei paesi Ocse,
o ancora l'equivalente di 75 moderne centrali a
carbone- spiega Sven Teske, esperto energetico di
Greenpeace - le fonti alternative ci permettono di
sostituire i combustibili fossili responsabili delle
emissioni di gas serra. Se le nostre previsioni sul
solare si avverassero, andrebbero in atmosfera 664
milioni di tonnellate di anidride carbonica in
meno".
Quali sono, insomma le potenzialita' del sole?
"Generazione solare", il rapporto di Greenpeace ed
Epia, e' chiaro: l'energia irradiata dal sole alla
superficie terrestre e' sufficiente a produrre piu'
di 10.000 volte la quantita' di energia consumata
ogni anno nel mondo. Per il momento, dobbiamo
accontentarci dei risultanti incoraggianti degli
ultimi anni: dal '96 il mercato globale di pannelli
fotovoltaici aumenta ogni anno del 33% e la crescita
di questa industria e' dovuta alla concorrenza
sempre piu' elevata tra le industrie del settore, in
particolare in Germania e in Giappone. Molto lavoro
deve essere fatto ancora, invece, per attirare
investimenti e interesse del vasto pubblico. I
benefici economici e sociali, oltre che ambientali,
del solare non sono ancora sufficientemente
evidenziati, sostiene Greenpeace. Piu' che grandi
centrali solari, come quelle che sono allo studio
dell'Enea sotto l'impulso del Nobel Rubbia, il
futuro di questa fonte energetica sembra essere in
piccoli impianti installati in complessi
residenziali e collegati alla rete elettrica. L'80%
degli impianti, nel 2020, dovrebbe essere di questo
tipo, con una capacita' media di 3 Kwp. Piccolo e'
ancora bello, nel campo dell'energia solare, secondo
Greenpeace e associazione degli industriali del
settore. Con impianti a misura di complesso
residenziale, si trasformerebbero in produttori di
energia 82 milioni di cittadini nel mondo, circa 35
milioni dei quali solo in Europa. Il futuro sviluppo
del solare pero' non e' previsto solo nei paesi Ocse:
anche i paesi in via di sviluppo dovrebbero
usufruire di questa fonte d'energia a portata di
tutti e che non richiede eccessivi investimenti.
Oggi 2 miliardi di persone nel mondo non hanno
accesso all'energia elettrica. "Per entrare nel
futuro del solare, bisogna pero' eliminare i sussidi
esistenti per i combustibili fossili- continua Sven
Teske, di Greenpeace- il mercato energetico e'
drogato e quindi miope in questo momento. Ad
esempio, perche' si produce piu' energia solare in
Germania del nord che nel Mediterraneo? Sono
distorsioni da eliminare. I vantaggi ci saranno e
tangibili, soprattutto per il cambiamento climatico:
entro il 2020 potremo evitare di immettere in
atmosfera con il solare tanta anidride carbonica
quanta ne viene prodotta ogni anno dalle 44 milioni
automobili dei tedeschi". Fonte :http://www.greenpeace.it
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