Quattro camper, identificabili dallo striscione
"Inceneritori:obiettivo zero", partiranno per
informare i cittadini sui pericoli ambientali e
sanitari legati alle emissioni degli inceneritori in
cinque regioni: Lombardia, Campania, Lazio, Emilia
Romagna, Veneto. Oggi, giornata mondiale di protesta
contro gli inceneritori, i camper saranno
contemporaneamente a Roma, Milano, Reggio Emilia e
Napoli. Sono coinvolti nella protesta
internazionale, 126 tra associazioni ambientaliste e
comitati locali, in 54 paesi, aderenti a Gaia
(Alleanza globale contro gli inceneritori).
Greenpeace e' entrata in azione in 14 paesi, tra cui
la Nuova Zelanda, dove gli attivisti hanno
incappucciato, bloccandolo, il piu' grande
inceneritore del paese, vicino l'aeroporto di
Auckland. Si chiede ai governi e alle industrie di
smettere di bruciare i rifiuti e di iniziare a
riciclarli. Per l'occasione, Greenpeace presenta il
rapporto "Inceneritori:obiettivo zero" ed un tour
interattivo all'interno di un inceneritore,
disponibili entrambi su
www.greenpeace.it/inquinamento.
"Gli inceneritori sono i maggiori responsabili dell'immisione
di inquinanti particolarmente pericolosi, quali gli
inquinanti organici persistenti (POP) - afferma
Vittoria Polidori, responsabile campagna
inquinamento di Greenpeace - per la cui
eliminazione, oltre 100 paesi, tra cui l'Italia,
hanno sottoscritto lo scorso anno la Convenzione di
Stoccolma" La Convenzione identifica gli
inceneritori come una delle fonti primarie di
emissione delle diossine, noti composti cancerogeni.
Secondo Greenpeace, e' un controsenso continuare a
promuovere gli inceneritori e allo stesso tempo
pensare di abbattere l'immisione in ambiente dei
POP.
Oltre al cancro, gli inquinanti organici persistenti
possono provocare danni al sistema immunitario,
riproduttivo, respiratorio, nonche' disturbi
ormonali. Significativi livelli di diossine si
ritrovano nel suolo, nel cibo e nei tessuti umani
dei residenti in prossimita' degli impianti e dei
lavoratori impiegati negli inceneritori, talora in
concentrazioni superiori alla soglia di attenzione
stabilita dall'Organizzazione Mondiale della Sanita'.
I POP viaggiano anche a notevole distanza dal luogo
d'emissione, raggiungendo anche le regioni polari.
"Anziché bruciare i rifiuti, i governi dovrebbero
seguire la politica europea sui rifiuti basata sulle
3R: ridurre, riusare, riciclare- spiega Vittoria
Polidori - Oggi in Italia ci sono ben 212
inceneritori suddivisi fra
rifiuti urbani e speciali e, da un'indagine di
Greenpeace, risulta evidente la tendenza ad
aumentare il numero degli impianti e a potenziare
quelli esistenti, per almeno altre 41 unita'.
Greenpeace ritiene necessaria
l'eliminazione progressiva di tutte le forme di
incenerimento dei rifiuti, entro il 2020"
Undici paesi fino ad oggi hanno ratificato la
Convenzione di Stoccolma, ma perché entri in vigore
serve che almeno 50 paesi traducano in legge la
Convenzione.
Obiettivo del Trattato e' eliminare tutti i POP,
iniziando da una lista di 12, tra cui PCB, diossine,
furani e DDT, nota come "la sporca dozzina".
Su questo argomento
vedi anche:
Storie
d'ordinario incenerimento (3)
Storie d'ordinario incenerimento (2)
Storie d'ordinario incenerimento (1)
Salute umana VS inceneritori
Legambiente: il 30% dei rifiuti
italiani non si sa dove va a finire
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